domenica 6 settembre 2020

IL ROMANZO DEL SAN GIOVANNI CALCIO A 5 FEMMINILE.



Prima di vivere il futuro, era giusto ricordare il passato, il passato appena trascorso, di una stagione della prima squadra femminile luminosa e travolgente, che il 28 febbraio le vide matematicamente prime nel loro girone e promosse in serie A2 ancora prima dello stop per covid, un campionato stravinto già a febbraio che davvero poche squadre possono vantare. Lo scorso maggio, grazie all'amica Giulia Liguori, compagna di tifo in viola che per prima accettò di essere intervistata per "Il viola e il rosa" in un progetto di interviste ancora alle prime battute. Giulia non solo credette in me e nel progetto, ma mi presentò anche Noemi e Mirco, anche se solo virtualmente perché c'era ancora il lockdown, è nata una collaborazione con la società, a giugno ci siamo conosciuti di persona, negli allenamenti di luglio ho conosciuto anche il Mister e le ragazze, e adesso, dopo mesi, eccoci qua con un incarico al sottoscritto e un blog tutto nuovo.

Vedrete questa foto parecchie volte...



Queste interviste, sparse su Il viola e il rosa in vari periodi in mezzo ad altre, sono riunite per la prima volta tutte insieme, a formare un romanzo di sport e di vita, un graffito importante che rimarrà. Le ho ripubblicate in ordine cronologico di uscita, anche per far sentire ai lettori tutto il mio coinvolgimento nel progetto e l'evoluzione del rapporto tra me e la società, nella conoscenza del mondo San Giovanni, una vera escalation, dapprima mi approccio inmodo molto timido e poi sempre più confidenziale e da "esperto" in materia a ogni nuovo step, troverete la storia del Sangio ma anche delle ragazze, il loro percorso calcistico e di vita dagli inizi al presente, e il compendio del tutto è l'intervista finale di Mirco, che  ci racconta tutto il percorso della società passato e presente.

Buona lettura, vivete o rivivete tutte queste storie fantastiche di sport e di vita.


GIULIA LIGUORI, portiere


Care lettrici e cari lettori,

Oggi ho il piacere di presentare una piacevolissima novità per il blog e per questo progetto di interviste, grazie a una ragazza di grande gentilezza e disponibilità che ci ha parlato con vera passione di uno sport che a livello femminile è molto praticato e ha un certo seguito, ovvero il Calcio a 5 o Futsal.

Giulia si prepara a un nuova sfida

La figura di Giulia Liguori mi ha interessato fin da subito, sia perchè è un portiere e sapete che io sono stato il miglior estremo difensore italiano degli ultimi vent'anni (cominciando a leggere dal fondo la graduatoria..) sia perchè mostra grande interesse per il calcio a 11 ed è tifosa della Fiorentina women's.

Ma come vedrete Giulia è soprattutto una ragazza appassionata che si è raccontata con grande umiltà e generosità, per una intervista davvero riuscita che sono davvero lieto di pubblicare.

Ma ora, come sempre, lascio la parola alla diretta interessata;

Ciao Giulia, grazie per avere accettato di essere ospite del mio blog. Innanzitutto ti va di presentarti, di dirci  qualcosa di te e della tua carriera sportiva?

Ciao Omar, grazie a te per avermi chiesto di partecipare. Mi chiamo Giulia Liguori, ho 31 anni, sono di Terranuova Bracciolini (AR) e gioco a “pallone” da… più o meno sempre. Semplicemente ho iniziato ai tempi della scuola elementare e non ho più smesso! A parte una brevissima parentesi con il calcio a 11, ho sempre praticato calcio a 5. La mia carriera sportiva l’ho vissuta quasi tutta in amatoriale: all’inizio, e più per gioco, con una squadra di amiche, le Turbo Mas, nel campionato Anspi Valdarno; poi con il G. S. Calcio Pestello per 3 stagioni e a seguire con l’S.A. RealMadrink per altri 2 anni. Da tre anni faccio parte del San Giovanni Calcio a 5, squadra che attualmente milita in serie C.




Le ragazze del San Giovanni nella prima divisa blu, e nella seconda maglia bianca.

Cosa ti ha fatto scegliere il calcio a 5, o futsal? perché ti sei innamorata di questa disciplina?

Come ti dicevo, la mia esperienza nel mondo del futsal è iniziata abbastanza presto. Diciamo che in Valdarno, soprattutto per i bambini, è sempre stato più facile avere accesso a palestre e campetti sportivi perché ce ne sono diversi. Quindi già quando ero piccola le scuole avevano iniziato ad inserire il calcio a 5 nei propri piani scolastici. Questo mi ha dato modo di conoscerlo e appassionarmi fin da subito. La cosa che mi piace di più di questo sport è sicuramente il grande dinamismo di gioco. Qui non esistono tempi morti e ogni azione può essere da goal. Insomma, non ci si annoia mai!

Hai ragione, trovo questo sport davvero gagliardo e bello da vedere oltre che da giocare, ma purtroppo la campagna pistoiese non era attrezzata come il Valdarno e non ho avuto la fortuna di cimentarmi a mia volta.

Ci puoi dire cosa differenzia un portiere di calcio a 5 da un portiere di calcio a 11?

Il portiere di calcio a 5 lavora molto sulla rapidità e sui riflessi. Le azioni sono molto veloci e si trova praticamente sempre a ricevere tiri dalla breve distanza o ribattute. Date anche le dimensioni ridotte della porta, battere un portiere di futsal è più facile da vicino, magari in un due contro uno. Se ben posizionato tra i pali, è invece più difficile che un tiro dalla distanza possa impensierirlo. Quindi sicuramente capiterà più spesso di vedere un portiere parare un tiro basso e angolato con i piedi piuttosto che in tuffo. Tiri veloci e potenti necessitano di risposte altrettanto rapide. Inoltre, come la porta e il campo, anche la palla ha dimensioni ridotte rispetto al calcio a 11, per questo motivo molte di noi scelgono di giocare senza guanti, con le dita fasciate o con guanti senza dita per garantire di avere una presa più salda e sicura sulla palla.  




Molto precisa, hai chiarito veramente bene il tuo ruolo, tra l'altro i miei rimpianti di prima aumentano perchè ora so che sarei stato un portiere perfetto per il futsal, in quanto mi veniva istintivo parare di piede, facendo infuriare il mio allenatore che mi chiamava "piccolo Garella".
Nel calcio a 5 è importante saper usare bene i piedi, ti piace passare a portiere di movimento quando il gioco lo richiede oppure sei di indole più difensivista?

Effettivamente il portiere di calcio a 5 deve sapere usare bene i piedi, anche se ci sono delle regole che ne limitano l’intervento (non si può effettuare il retropassaggio volontario al portiere tutte le volte che si vuole). Diciamo che con i piedi non me la cavo malissimo perché in passato ho giocato anche in ruoli diversi: ad esempio, quando ero con il Calcio Pestello e con il RealMadrink per un periodo ho giocato sia come punta sia come portiere incaricato di battere le punizioni. Ho un tiro discreto ma non una gran tecnica e il portiere di movimento per essere efficace deve essere fatto molto bene. Mi piacerebbe provarlo in campo ma sono certa che richieda molto allenamento.




Tra i (tanti) miei talloni d'Achille c'erano i tiri di punta, assolutamente imprevedibili e insidiosi che erano l'incubo di tutti i miei pari ruolo, mentre  per te invece sono praticamente il pane quotidiano; insegnaci, come si interviene su una "Puntata"?

Dubito di essere in grado di insegnare! ;-) Il tiro di punta è quello più imprevedibile di tutti e anche nel nostro sport fa tante vittime. Personalmente, cerco di concentrarmi più sul movimento della palla e mi sposto solo all’ultimo momento. In questo caso la posizione del piede spesso potrebbe confondermi. È questione di riflessi e rapidità, per questo vanno allenati bene.




Quanti spettatori avete, di solito? c'è uno zoccolo duro di persone che vi supporta?

Da quando gioco con il San Giovanni Calcio a 5 devo dire che abbiamo un buon pubblico. Sicuramente un grande merito va alla società che ha saputo coinvolgere molte persone, anche grazie ai social. In più questo anno stiamo facendo un’ottima prestazione e molte persone si sono appassionate, quindi quando giochiamo in casa vengono spesso a vederci al palazzetto. Lo zoccolo duro, sempre partecipe, è rappresentato da fidanzati/e, parenti e amici che ci seguono anche in trasferta, senza contare che tutti membri della Società ci supportano continuamente. Menzione speciale la meritano sicuramente il Presidente Mirco Bossini, l’Allenatore Daniele Scarpellini e la nostra Responsabile della squadra femminile Noemi Cavuti che sono sempre al nostro fianco e si prendono costantemente cura di noi.


Un buon pubblico in ogni senso; un bello striscione per la promozione.

Menzione che apprezzo molto perchè ho veramente tanta stima di chi crea queste realtà e fa di tutto per tenerle vive, ed è bello sapere chi ringraziare.
Qual è finora il tuo ricordo più bello a livello individuale?

Di ricordi importanti ne ho tanti per fortuna, ma forse il più bello è stata una parata che ho fatto in Coppa Toscana questo anno. Stavamo giocando in semifinale contro il Signa 1914, una squadra molto forte e con giocatrici di grande esperienza. Dopo il pareggio per 1 a 1, la partita si è dovuta decidere ai supplementari. Nel primo tempo aggiuntivo con il goal su punizione della mia compagna Ilaria Borghesi siamo passate in vantaggio per 2 a 1. Ovviamente la pressione del Signa è aumentata. Infatti proprio sull’ultima azione del secondo tempo le avversarie si sono fatte di nuovo pericolose e d’istinto, non so neppure come, sono riuscita ad impedire che pareggiassero. Ci siamo aggiudicate la finale di Coppa e, anche se poi siamo state eliminate, è stata un gran bella soddisfazione.


Giulia durante la finale di coppa

Ci credo, i miei complimenti. E la più grande soddisfazione a livello di squadra? 

Sicuramente la più grande soddisfazione come squadra l’abbiamo avuta questo anno: venerdì 28 febbraio 2020 vincendo per 7 a 3 contro il Futsal Pistoia, il San Giovanni Calcio a 5 si è guadagnato la vittoria del campionato di serie C con 4 giornate di anticipo, staccando il biglietto per la promozione in A2. È stato un momento davvero emozionante e spero di riuscire a tornare in campo con le mie compagne. 



Foto durante la festa per la promozione, dove Giulia coglie l'occasione per presentare compagne e compagni di viaggio.

Sono davvero contento che siate salite di categoria!
Aiutaci a scoprire qualche tua compagna di viaggio; le calciatrici più forti con cui giochi e hai giocato?

Ce ne sono tante! Le mie compagne di squadra sono tutte delle giocatrici molto valide, non solo per doti calcistiche ma anche per la grande forza di volontà. È un grande onore per me giocare con ognuna di loro. Per questo motivo, se mi permetti, vorrei spendere due parole su ciascuna:
Margherita Bazzini, classe 2003 e Anna Staiano, classe 2001, le più giovani del gruppo, con grandi abilità tecniche e sicuramente un bel futuro davanti.
Silvia Berlingozzi, classe ‘91, abile nel pressing e sempre disponibile ad aiutare la squadra.
Il capitano Francesca Tanzi, classe ’90, imbattibile sulla corsa.
Eleonora Innocenti, classe ‘96, che quando parte palla al piede è difficile da fermare.
Milaqi Marsida, classe ‘83, portiere abile e di grande esperienza.
Giulia Pacitto, classe ’81, altra mia compagna di reparto con esperienza anche in calcio a 11, e che in termini di riflessi è davvero imbattibile.
Ilaria Borghesi, classe ’95, Maria Costanza Aterini, classe ’93, e Ilaria Ciofini, classe ’86, tutte con grande esperienza nel calcio a 11 e per me dei veri fuori classe.
Alessandra Medori, classe ‘83, classica punta abile nel girarsi e tirare con ottimo tempismo. 

Inoltre mi sento di nominare anche una cara amica ed ex compagna di squadra, Daria Nannelli. Con lei ho avuto modo di giocare solo il primo anno a San Giovanni. Oltre ad essere stata una persona speciale per tutte noi, posso dire che aveva un grande talento e grinta da vendere. La portiamo sempre nel nostro cuore.




Foto di squadra anche con Daria Nannelli


Grazie mille, Giulia, per averci presentato la tua squadra, con una promessa, che non appena sarà possibile verrò a vedervi giocare e voglio conoscervi una a una, te in primis, e siete già prenotate per un selfie collettivo!!

E invece, le avversarie più temibili da affrontare?

Personalmente stimo molto Sara Pili del Signa 1914, che è una giocatrice molto versatile, con un grandissimo controllo di palla e una tecnica davvero invidiabili. Quando dicevo che un portiere di futsal  "difficilmente" viene impensierito da tiri dalla distanza pensavo proprio a lei! 



Sportivo saluto proprio con Sara Pili.


Parliamo adesso della Giulia tifosa. Siccome frequenti i vari gruppi sulla Fiorentina women's, nei quali ho avuto tra l'altro il piacere di conoscerti, suppongo tu sia sostenitrice delle ragazze della Viola; le segui spesso, tempo permettendo?

Le seguo sempre. Quando posso vado allo stadio o in trasferta, anche se purtroppo ultimamente tra lavoro, sport e impegni personali ho avuto poco tempo per farlo. Tuttavia non mi sono mai persa una partita e le ho sempre seguite su Tim Vision.  

Giulia con la tifosa DOC Claudia Matassoni, che colgo l'occasione per salutare.


Quali giocatrici ti piacciono di più nella nostra serie A? E a livello di portieri, le tue preferite?

A livello di serie A, posso dire che ci sono tante giocatrici che trovo davvero forti: Valentina Cernoia, Valentina Giacinti, Elisa Bartoli ad esempio; prime fra tutti restano però le giocatrici Viola, bomber Ilaria Mauro, Lana Clelland, Alia Guagni e Alice Tortelli. Come portieri ammiro molto Stéphanie Öhrström, la nostra saracinesca, e Katja Schroffenegger. 

Steph è Steph, non teme confronti!! Tornando al calcio a 5, quale futuro prevedi per questa disciplina, anche alla luce dell'emergenza coronavirus?

Come tutti gli sport di squadra anche per il calcio a 5 prevedo purtroppo un futuro tutto in  salita. Il Coronavirus ci ha dato una bella batosta e non sarà facile uscirne. La chiave per farlo è seguire le regole. Anche quando la situazione sarà migliorata non dovremo dimenticarci di farlo, anzi probabilmente dovremo pensare ad un nuovo modo di giocare a futsal. Ma questo non mi spaventa, siamo giocatrici e siamo brave a non mollare davanti a niente. Quindi torneremo più forti di prima!

Ti posso dire una cosa Giulia? voi ragazze avete una forza spaventosa, non vi butta giù proprio nulla, non è un luogo comune da baci perugina, io seguo il femminile proprio perchè ho ritrovato la vera poesia che in questo sport si era perduta, sono orgoglioso di voi e non smetterò mai di ringraziarvi.

Per finire, quando ricomincerete a giocare e potremo venire a vedervi, cosa diresti a chi esita per convincerli a seguire il futsal?

Sarebbe bello vedervi sugli spalti a tifare per noi! Il futsal è uno sport davvero bello e appassionante. Dategli un’opportunità! Se verrete a vederci, sapremo farvi innamorare di questo sport. 

Il San Giovanni vi saluta così

Beh, se dopo aver letto questa intervista non avete almeno una sana curiosità, allora dovete rivedere il vostro status di calciofili/e. Grazie alla nostra ospite il mondo del calcio a 5 ora non sarà più ignoto ai lettori di questo blog, ci ha parlato di tecnica, di passione, di storie, quelle storie che faranno di questo progetto una cosa davvero bella, e tutto grazie a persone come Giulia che accettano di mettersi in gioco non solo sul campo.

A presto, a prestissimo, San giovanni calcio a 5!!!



NOEMI CAVUTI, dirigente e responsabile.




Care amiche e cari amici del mio blog,

VI ricordate l'intervista dello scorso 2 maggio a Giulia Liguori, portiere del San Giovanni calcio a 5 e grande tifosa viola? in quell'intervista ho fatto in qualche modo intendere che mi sarei occupato ancora di quella squadra che Giulia è stata così brava a farci conoscere, e grazie alla grande disponibilità di alcuni vertici della società, con cui ho iniziato un percorso di collaborazione che si sta già trasformando in amicizia, ho potuto saziare la mia curiosità (che spero sia anche la vostra) su questo mondo affascinante, quello del Futsal in Valdarno.

Rieccoci al San Giovanni fresco di A2 in questa foto ormai storica (Noemi è l'ultima ragazza da sinistra a destra, col braccio sinistro proteso)


Questa intervista che segue sarà solo il secondo capitolo di un piccolo romanzo, quello del San Giovanni calcio a 5 femminile, che sarà un mondo a parte nell'affresco calcistico che presenterò, sia per la disciplina comunque diversa dal calcio a 11 che per seguirlo proprio "In presa diretta" portandovi dentro anche alle dinamiche societarie e alle vicissitudine incontrate dai membri dello staff e se vorranno collaborare anche delle stesse calciatrici, le prime attrici di questa bella realtà che dalla prossima stagione giocherà in A2, un campionato nazionale...quale momento migliore per iniziare a seguirla?.

Ringrazio per questa opportunità prima di tutto il presidente Mirco Bossini, che ha creduto nel mio progetto e mi sta dando una fiducia che spero di ripagare, e grazie anche alla ragazza che sarà la protagonista della nostra intervista di oggi, ovvero la responsabile della squadra femminile Noemi Cavuti, che ho il grande piacere di presentare su "Il viola e il rosa".

Vi avverto, se pensate di cavarvela nella lettura in pochi minuti vi consiglio di rivedere i vostri calcoli, perchè Noemi è uno splendido fiume in piena di pura passione e si è raccontata con grande generosità, quindi il mio consiglio è di gustarvi questa intervista con tutta calma. E non abbiate paura se è "solo calcio a 5", non morde, anzi è un mondo tutto da scoprire e che potrebbe piacervi davvero tanto.

Ma ora vi lascio prendere per mano da Noemi, che ci racconta la sua storia di quasi una vita intera insieme al Futsal;


Ciao Noemi, grazie ancora per essere qua con noi. Vuoi innanzitutto presentarti al pubblico?

Ciao Omar! oddio, mi scappa quasi da ridere, non mi ero mai trovata in questa situazione, ma accetto la sfida e mi metto in gioco con te! Ti avverto, però, che sono davvero un po’ logorroica e quindi, bah! io ti ho avvisato! Comunque torniamo a noi. 
Ciao a tutti, sono Noemi Cavuti, ho 25 anni, in realtà quasi 26 ma continuo a dire 25, fa più scena! in molti, soprattutto dove abito, mi conoscono come “la nipote del fattore o di Primino..”  ed ho una passione sfrenata (a tratti penso che la mia sfiori la patologia) per il Calcio a 5 o meglio per il Futsal.. forse è stato proprio Primino, mio nonno, a trasmettermela; anzi ne sono certa! È tutto merito o colpa sua… dipende dai punti di vista !  

Non è una patologia, se ti fa sentire così felice! e poi, come accaduto a te, da mio nonno ho ricevuto tante cose belle, anche se purtroppo non amava il calcio.

Il tuo ruolo è quello di responsabile della squadra femminile del San Giovanni calcio a 5, che come ho detto è una squadra della quale mi è rimasto la curiosità di approfondire, anzi di scriverne, anche col tuo aiuto, un piccolo romanzo calcistico in attesa di potervi venire a tifare. ma dicci, in cosa consiste esattamente il tuo ruolo? puoi farci un excursus della tua carriera in tal senso?.

Prima di tutto di nuovo complimenti e grazie per l'intervista a Giulia! 
Poi, la mia carriera non penso che sia mai nata, anzi è difficile chiamarla tale, ma la mia storia in mezzo ai campi da calcio a 5 inizia davvero tanto tempo fa…
Il primo vero ricordo che ho di un campo penso risalga alle elementari, sempre con mio nonno d’estate nei famosi tornei proprio qui a Campogialli, il paesello dove abito. Mi ricordo che c’era Lui che prima allenava e poi gestiva  i ragazzi che si erano messi in testa di fare una squadra amatoriale e facevano i tornei estivi. 
Mi ricordo bene, però, che tutto partì quando (non chiedermi il perché, che non lo so) andando una sera con lui prima al campo vicino “alle scuole” e poi al nuovo campo dal niente gli chiesi “Nonno, ma perché si passano così tante volte la palla per fare goal?” lui sorridendo mi rispose solo “Topo, sono una squadra.”
 Ecco, queste parole mi hanno sempre accompagnato negli anni e forse è una delle pochissime volte che lo dico.

 Poi, più “grandicella” se così posso dire verso gli otto o nove anni la Barbarina (mia mamma) mi portava sempre a vedere il “Borgorosso”, allora era la squadra di Boss, ossia Mirco Bossini, il nostro attuale presidente. E si, ero piccina e tonda ma mi racconta sempre Mirco che già da piccola mi facevo sentire… povere le loro orecchie!
 Mio nonno e Boss ,sono stati proprio quelli che mi hanno sempre accompagnato alle partite, fatto sorridere e soprattutto mai giudicata perché sono una donna ed amo il pallone. Nel corso degli anni, purtroppo, mio nonno si è ammalato e ho continuato, da sola o con Mirco, ad andare nei vari campi.
  
Quando nel 2013 Primino morì, il Borgorosso non c’era già più, credo neanche il Dakota che era la squadra di soli ragazzi che avevamo creato successivamente per non far giocare i ragazzi in mezzo a una strada, ma avevo promesso a mio nonno che qualunque cosa fosse successa sarei andata contro tutti e tutto pur di portare avanti il nostro sogno. Così è stato: nel 2014, io e Boss arriviamo al San Giovanni calcio a 5 di Mirko Massi, attuale allenatore della prima squadra maschile e attualmente vicepresidente, e Francesco Notari, dirigente del consiglio direttivo, e iniziamo tutti insieme la bellissima avventura che prosegue ancora oggi. Una società abbastanza giovane allora, in cinque- sei anni siamo passati da una sola squadra a ben dodici tra maschile e femminile, risultando ad oggi uno dei settori giovanili più completi in  Toscana. Ovviamente non avrei mai potuto far nulla, senza il mio Staff: primo su tutti il mio “babbo calcistico” Mirco che mi ha accompagnato e fatto vincere il titolo di campione regionale allievi nel 2015, poi l'altro allenatore delle giovanili Gianluca Faraoni, anche con lui ci siamo divertiti con la Juniores e poi finalmente dopo tanto giovanile sono arrivata anche a vedere una partita (sempre dalla panca) delle prime squadre. Con Mirco, Francesco  e Daniele Scarpellini, attuale allenatore delle nostre ragazze, è iniziata l' avventura delle prime squadre, le trasferte da organizzare, le note da preparare e le macchine da contare.

Gli allievi campioni 2015

Abbraccio con Mirco Bossini

Con Mirko Massi e Mirco Bossini con la coppa del campionato allievi.

 L’anno scorso mi è stato proposto dopo quasi vent’anni di solo calcio maschile di approdare nel mondo femminile. Inizialmente sono sincera non volevo assolutamente andarci, conoscevo le ragazze ma qualcosa mi tratteva, poi Francesco e Daniele mi hanno fatto ragionare e mi hanno fatto capire che forse, per qualche strana ragione, ero la persona più qualificata per il ruolo, e quindi a Settembre è iniziata l’avventura più bella degli ultimi anni; non solo per i risultati (ovviamente aiutano tanto, non siamo ipocriti) ma è tutto il contesto, la magia che in qualche modo si forma, le amicizie che si creano e la consapevolezza vera (credimi, molto più che nel maschile) che dove non posso arrivare io ci sia una di loro pronta ad arrivarci al posto mio. Mi ci viene da ridere se penso a tutte le volte che mi hanno aiutato a portare il borsone, o la borsa medica! Eppure loro erano giocatrici ed io lo staff.. ma ci aiutiamo tutti per quanto possiamo. 

Ad oggi  sono la “responsabile” della squadra femminile, ma ho sempre detto loro che prima di tutto sono Noemi, poi la loro responsabile. Anche al Mister Scarpellini, che ormai sono due anni che passiamo insieme tutti i venerdì sulla stessa panchina (e speriamo che mi confermi anche l’anno prossimo...) ho sempre detto che prima sono Noemi. È strano ma credimi che anche con lui, nell’insieme, si è creata una magnifica amicizia. Lui ha “il potere” come dico sempre di capire le donne e quindi in qualche modo c’è stato davvero tanto quest'anno. Povero Daniele! Non sa in che casino si è messo.. alla fine siamo così, ci arrabbiamo perché è sempre in ritardo peggio delle donne, lo mandiamo a quel paese in campo, ma sotto sotto forse  ci vogliamo bene. Ma  ora che ci ripenso..ma poi, sono responsabile di che o di cosa ? 


Noemi con i suoi ragazzi e le sue ragazze; nella seconda foto un incontro amichevole con la nazionale Australiana juniores di Futsal femminile.


Hai ragione, in una "famigliona" come la vostra i ruoli tendono a farsi più sfumati, ma comunque una come te che faccia da sostegno e da parafulmini credimi, è importantissima.
Quante squadre conta la sezione femminile del San Giovanni calcio a 5? ce le puoi presentare?

Il femminile è stata una scommessa nata, forse un po’ per sbaglio un po’ per esigenza, grazie a  Daniele circa tre o quattro anni fa quando praticamente me lo sono trovato in cucina e abbiamo iniziato a parlare di creare tutto questo. 

Ad oggi contiamo una Prima Squadra, che prima dello stop a causa della pandemia aveva già vinto matematicamente il campionato in corso qualificandosi nel campionato nazionale di Serie A2. Da quest’anno sono arrivate anche le Pulcine! e sono allenate da Boss (che più che presidente è tutto fare, ma penso sia proprio la fortuna della nostra società avere uno come lui, l'umiltà fatta persona). Sono bellissime, credimi, è davvero una soddisfazione vederle giocare con tanto entusiasmo. E poi dovresti sentirle quando fanno i conti per quanti anni ci vorrà loro per venire il prima squadra e giocare con le ragazze. Nel mio piccolo, credo  di invidiare loro, oltre che la bravura (perchè fidati, non sono buona davvero col pallone tra i piedi) la loro costanza e spensieratezza.

Da piccoli si spera di crescere presto, e spesso poi si rimpiange di essere cresciuti..


E siamo in due a invidiarle, cara Noemi.
Parlando ora di prima squadra, c'è una bellissima foto che vi ritrae tutte e tutti insieme, calciatrici e staff. Giulia ci ha presentato le sue compagne da un punto di vista calcistico, ti va di presentarci tutte/i (staff compreso) in modo più approfondito, anche da un punto di vista umano? Giulia vi aveva presentato  sotto un aspetto più prettamente sportivo, tu cosa altro puoi dirci? per il nostro piccolo romanzo che verrà dobbiamo conoscerne bene i protagonisti.


Qui potete conoscere protagoniste e staff nome per nome (Si ringrazia la sempre gentilissima Giulia Liguori per il paziente lavoro)


Ma Certo! Oddio, speriamo che non si arrabbi nessuna/o! Come ti ho detto prima, siamo pochi ma buoni (ci muove la passione, non altri scopi) quindi tutti facciamo tutto, c’è Daniele Scarpellini che è il Mister, ma come ti ho detto prima è soprattutto un grande amico, uno di quelli che puoi chiamare perché ti piace una persona e lui ti risponde “ci troviamo lì e ne parliamo, ovviamente con uno spritz” oppure quello che ti chiama e ti dice "Ma quest' anno a Formentera ci si va o no?" Come se non ce lo avessi già portato!!  E' cocciuto a volte peggio di una donna, ma è un grande uomo.
Poi c’è Mirco Bossini, il Boss, come farei senza di lui… in questi anni ci siamo dati al massimo una pacca sulla spalla a vicenda; non ci vedrai  mai dirci il classico “ti voglio bene” è più facile, anzi, che tu ci senta urlare uno contro l'altro, ma credimi che siamo forze le persone più complici che conosco. So che ci capiamo con lo sguardo, lui capisce già a che penso, lsa cosa mi passa per la testa prima ancora che me lo dica, credimi che brontola ed anche parecchio ma a modo suo, per le piccole cose c’è sempre. Beh, forse Boss è la persona più testarda di tutti noi, a volte antipatico e atipico rispetto ad altra gente che conosco, ma è uno dei gradi pilastri della mia vita. 

Veniamo alle ragazze, alle calciatrici, che sono prima di tutto amiche.

Da chi parto? Fammi pensare..si da Francesca  Tanzi, ovvero Capitan Trilli: mamma, che tipa anche lei!! è strana..anche lei non ti dirà mai il "ti voglio bene" però per noi c'è sempre, non so davvero come faccia.  È questo il segreto di una buona amicizia, no? È la mia parte razionale nell’organizzazione delle cose, diciamo così! 
 Poi ci sono le “giovani” Margherita Bazzini  e Anna "Annuccia" Staiano.. beh, Marghe oramai è tanto che è con noi, la prima volta che l’ho vista aveva forse otto anni, è cresciuta nel nostro settore giovanile, senza mai farsi mettere i piedi in testa dagli altri.. Annuccia è un’uragano di emozioni; come dico io è la mia nipote matta! Con tutti quei selfie mi farà diventare scema prima o poi! 
Ci sono anche le storiche Come la Silvia "Berli" Berlingozzi, Alessandra "Medo" Medori, Giulia Liguori che tu già conosci e Marsida "Marsi" Milaqi, sicuramente senza di loro tutto questo non sarebbe potuto esserci, la squadra è nata grazie a loro tre anni fa! 
 E nonostante avessero visto negli anni passati forse solo due o tre volte hanno creduto in me, o ra voglio dire loro grazie davvero per essere rimaste, sono stati gli abbracci più strani e belli allo stesso tempo.  


Quest’ anno abbiamo avuto anche delle novità nella rosa ! ad esempio Giulia "Gatto" Pacitto è brava, ma davvero brava credimi. Mi chiederai perché gatto? Perché non ho mai visto nessuno essere così veloce a rialzarsi a 3… e si pensavi che te lo dicessi… hahah no, non potrei mai! 
C’è Ilaria “cuore dolce” Ciofini, che è prima di tutto una grande donna. È stabile, è la serietà fatta persona ed è anche un grande punto di riferimento sia in campo che fuori. Di solito è quella che incoraggia, che da la pacca sulla spalla.  Poi c’è Maria Costanza "Cocca" Aterini...ecco lei è la donna più insicura che conosca, avrà centomila paranoie, ma quando scende in campo,non so come fa, diventa tutta un'altra persona.. forse solo perché neanche lei conosce le sue capacità. 


E poi ci sono loro, ultime ma non per importanza, quelle de “Il trio SOS” ovvero Ilaria Borghesi, Eleonora  Innocenti e beh, l’altra sarei io, te lo avevo detto che eravamo amiche. Ci potrei scrivere un libro su di loro, sulla loro testardaggine, e permalosità, ma sono quelle persone che puoi dir loro alle quattro di notte  “Ho fame.. mi portate a prendere un cornetto?” e non si arrabbieranno mai, le stesse che puoi passare le serate a cantare e ballare che stai sicuro non scappa niente di quello che è successo!  
Te lo ripeto, siamo prima di tutto, un gruppo di amiche, con quella immensa passione per il pallone che ci ha portate ad essere quello che siamo.


"La vostre gloria, dieci ragazze, come un fiume d'amore orna il Valdarno" (semicit. Umberto Saba)


Vedi Noemi, non so come dirtelo, ma mi sono commosso. Forse perchè negli ultimi anni avevo perso un filo di fiducia nelle persone e nell'amicizia, ma che esistano realtà come la vostra mi scalda davvero il cuore. Ok, smetto di fare il sentimentale, perchè io del vostro gruppo sarei quello ansioso e che consola tutti e tutte, il classico magazziniere bonaccione con una parola per tutte.
Torniamo a noi, so che sono stati anni molto belli, con  qualche delusione ma anche grandi gioie, come la recentissima promozione in A2 ottenuta con largo anticipo. Nell'arco dei tuoi anni da responsabile, quali sono i momenti magici, quelli da ricordare?


Immagini del memorial Daria Nannelli del settembre 2019.


Certo, ovviamente come in tutte le cose ci sono stati alti e bassi. Non rimpiango niente e nessuno, sono stati utili tutti, anche quelli che apparentemente ci “hanno fatto male” ci hanno insegnato qualcosa, ovvero come non bisogna fare e come una cosa non deve essere.
 E ci sono stati anche tante cose belle, anzi sono quelle che ci sono state di più, come la vittoria del campionato allievi nel 2015 insieme a Boss, e le nazionali in Sardegna, ma anche l’essere riusciti a togliere un ragazzo dalla strada e a quasi quindici anni con tanto impegno e due allenamenti in più avergli fatto finalmente prendere il diploma di terza media. La mamma ci disse “senza l’impegno che ha visto in voi nello sport, probabilmente ancora era per la strada e non stava studiando”. Ecco questo è uno dei miei grandi successi, anche più di una partita vinta. Sono cose che ti rimangono, cose che ti insegnano e che ti fanno capire che stai facendo la cosa giusta. Ci sono stati tanti episodi belli, anche per esempio, la C1 di due anni fa che eravamo terzi.. e poi questa stagione è stata come la ciliegina sulla torta.. PERFETTA!

E tu pensavi di non avere niente da dire, e invece hai narrato una delle più belle storie di tutto questo progetto di interviste..mi continui a far commuovere, antipatica!! scherzo ovviamente.
Parliamo in fattispecie dell'ultima stagione, veramente positiva e da ricordare, almeno prima dell'arrivo di Marzo; ci puoi raccontare le fasi salienti che l'hanno resa memorabile?

Non penso ci siano state delle fasi, credo piuttosto che ci sia stato un percorso di crescita sia sportiva che personale di tutte le ragazze e di noi compresi. Ti dovessi dire però le partite che mi ricordo più di tutte ce ne sono un paio.. c’è stata quella a Viareggio, quella contro il Montecalvoli, penso che sia stata la nostra svolta, quella contro il Pisa in casa loro, la finale persa, perché nonostante il brutto risultato per assurdo ero sicura che quello sarebbe stata la nostra fortuna! Poi Signa, un giorno che non si arrivava mai, e la chiamata a mia mamma urlandole che avevamo vinto! 

 E il 28 febbraio 2020 alle 22:30 San giovanni – Futsal Pistoia.. beh penso di ricordarmi tutto, ogni goal, il tifo, ogni canzone messa apposta per il riscaldamento, le facce delle ragazze, la grinta, la rabbia e la voglia di riscatto nei loro occhi, le solite parole dette al mister per scaramanzia, il “BENVENUTE ALL' INFERNO SIGNORE MIE”,  la maglia di Boss ed io che sono più scaramantica di Annuccia mi ero messa le stesse cose come tutti i venerdì ed avevo esattamente fatto tutte le stesse cose. Ricordo che al triplice fischio ho lasciato le maglie alle ragazze ho messo i Queen  a tutto volume ed abbracciato Boss urlando “Abbiamo mantenuto la promessa, ce l’abbiamo fatta”. Poi abbiamo iniziato a piangere e ballare tutti e sono finita sotto la doccia.. ma me l’avevano promesso! Quella sera tutto era concesso!

L'orgoglio e la voglia di celebrare un traguardo.


Sono emozioni che solo chi le ha provate sa cosa vogliono dire, ma grazie di avercele fatte arrivare anche a noi, credo che tutti i lettori proveranno una fitta di dispiacere per non essere stati parte della vostra festa. Accipicchia, mi sembra di vedere tutto, e vi ho visto solo in una foto! Ma ci siamo fatti una promessa, appena sarà possibile verrò a vedervi, e io le promesse, lo scoprirai, le mantengo, specialmente queste.

Dopo i bei ricordi, devo farti qualche domanda meno piacevole. Purtroppo la pandemia, tra le altre cose, ha spezzato tanti sogni sportivi, e ricominciare sarà dura, specialmente per gli sport indoor come il futsal. Cosa prevedi per il futuro della disciplina?

Ed io che mi ci stavo abituando alle “belle domande”..sinceramente però me la aspettavo, era inevitabile.
Beh, sarà sicuramente dura come in tante altre discipline, confido in chi di dovere tenga conto un po’ di tutto, diciamo così.  Ma purtroppo mi sa che la strada  è ancora lunga…

La percorreremo tutti insieme al vostro fianco, tutti noi tifosi e appassionati vogliamo solo che tutti voi, società e atlete, torniate alla normalità, perchè la vostra normalità sarà anche la nostra, e non temete, vi prenderemo per mano e vi sosterremo come se fosse passato solo un istante. Non vi dimenticheremo e saremo con voi, e credo di poter parlare a nome di tutte e tutti.

Quando ricomincerete la nuova stagione in A2 ( e lo voglio dare per scontato, sono ottimista) probabilmente ci saranno parecchie partite a porte chiuse. Quanto vi mancherà il vostro pubblico, e che rapporto avete con esso? che ci dici delle persone che vi vengono a vedere, e delle quali come ti ho già detto spero di fare presto parte anch'io?

Il nostro pubblico, che bello! Sono stati sempre presenti ed efficienti. Ti dico solo che a febbraio in palestra cerano striscioni, cuori, bandire di tutto, una vera festa sugli spalti!
Credo che il nostro rapporto sia principalmente di fiducia; noi crediamo in loro e loro credono in noi. Semplice, no? Sicuramente dovessi ad ora pensare di giocare senza di loro, che ti ripeto orami sono parte integrante della squadra mi manca l’aria, ma se così sarà ce ne faremo una ragione.. ma ci mancheranno tanto credimi.  Sicuramente non il sentire “Forza Ragazze” delle nostre ultras..ma no, quali ultras, sono le nostre  amiche (G&G)!! ma davvero, scherzi a parte sarà strano, e sarà difficile. 

Comunque, certo, oramai ti aspettiamo! Devi venire per forza a conoscerci, oramai fai “parte di noi”, quindi benvenuto in questa famiglia di pazzi!

Vedi Noemi, secondo me no, non è semplice, la fiducia reciproca è la cosa più difficile da conquistare in assoluto, e se ci riuscite, se avete fatto innamorare delle persone di voi e avete vissuto insieme lo stesso sogno, avete già fatto il vostro capolavoro. E ti ringrazio tanto, ma tanto, si avermi detto che faccio parte di voi, siccome ancora non mi ero commosso...meno male siamo alla fine sennò mi ci voleva un altro fazzoletto! (si, sono un sentimentale, e allora?)

Concludiamo con un sorriso,che ci vuole sempre; quanto sarà bello ritrovarvi al primo allenamento di squadra, rivedervi anche senza magari potervi riabbracciare? quanto aspetti questo momento?


L'ultima foto insieme di questo splendido gruppo.


Guarda ne parlavo proprio stamani con cuore dolce (la Ciofini) sarà sicuramente strano, perché è una delle cose che facevamo di più, gli abbracci ed i sorrisi che ad oggi purtroppo sono nascosti dalle mascherine sicuramente mi mancheranno, ma credo che più o meno la pensiamo tutte allo stesso modo: il vedersi, seppure con tutte le precauzione del caso, passare un pomeriggio insieme ma distanti sarebbe vitale; ormai più che una squadra siamo diventate una grande strana famiglia.
Aspetto tanto questo momento, dopo (boh, ho perso il conto dei giorni...) sarebbe ossigeno puro in tutto l’assurdo che ci circonda.  

Hai ragione Noemi, è una nuova normalità quella che ci aspetta, ma credo che già riavvicinarsi sia importantissimo, come lo è usare tutte le precauzioni possibili; ma mai bisogna dimenticare la normalità di ieri, quella "vecchia" quella cara che fino ad ora forse non sapevamo quanto fosse cara, e che non dovrà mai essere soppiantata da nessun nuovo che avanza; i sentimenti, gli abbracci sconfinati ora interrotti, sono quelli che dobbiamo tornare a darci appena possibile, sia per festeggiare una vittoria che per consolare una sconfitta, perchè quando si creano realtà come la vostra, come il San Giovanni calcio a 5, la vittoria c'è già stata, e alla fine conta aver viaggiato insieme a voi più che aver raggiunto una meta. A presto ragazze e ragazzi, per altri viaggi e altri sogni.



GIULIA PACITTO, portiere.



Torna il San Giovanni calcio a 5, ormai una piccola saga a parte nel mio progetto di interviste che sono così orgoglioso di aver creato e di condividere con tutte e tutti voi.
Dopo il portiere Giulia Liguori e la responsabile Noemi Cavuti che oltre a parlare di loro ci hanno presentato la splendida realtà valdarnese voluta da Mirco Bossini, abbiamo un'altra dei tre portieri in forza al San Giovanni, Giulia Pacitto, che ha davvero una lunga e avventurosa storia da raccontarci, e lo fa con una generosità e una simpatia da lasciare sbalorditi.

Tutto l'orgoglio di Giulia dopo il trionfo dello scorso febbraio

 Ancora una volta, care amiche e cari amici, mettetevi comodi e facciamoci portare in giro da Giulia per mezza toscana, alla ricerca del suo centro di gravità permanente poi trovato nel San Giovanni, godiamoci insieme questo romanzo picaresco e forse più sentimentale di quanto l'intervistata stessa non voglia darci a vedere.


Ciao Giulia, sono veramente felice di averti qui su "Il viola e il rosa". Vuoi innanzitutto presentarti ai lettori?

Ciao Omar, innanzitutto grazie per questo spazio e per il blog che è veramente interessante e ben fatto. 
Mi presento, sono Giulia Pacitto, classe 1981, originaria di un piccolo paesino maremmano chiamato Scansano, conosciutissimo per il suo meraviglioso morellino in tutto il mondo. Sempre vissuta nelle mie zone, tra la scuola a Grosseto, l'università a Roma ed una parentesi di un anno a Milano, sono approdata ad Arezzo 4 anni fa, mi sono spostata per motivi lavorativi e qui devo dire penso di aver trovato la mia dimensione.

Parliamo di Giulia bambina; chi o cosa ti ha fatto innamorare del calcio? dove hai tirato i primi calci al pallone?

Penso che il pallone abbia un po' accompagnato tutta la mia vita fin da piccola. Mai stata una femminuccia che giocava con le bambole, mi sono sempre trovata meglio con i maschietti, a correre per i campi e rotolarmi nel fango. Ricordo che le domeniche andavo con i miei a casa di amici loro in un podere, avevano 2 figli ed inevitabilmente si giocava a pallone e chiaramente essendo la femmina di turno finivo sempre in porta….sbucciarmi le ginocchia non è mai stato un problema però..ed ogni domenica erano immancabili i cerotti.

Mi ricordi quella ragazzina che giocava con noi  maschi al cruentissimo "Porte piccole" una sedia per porta e quasi zero regole, piangeva sempre ma non si arrendeva mai e mi ribatteva colpo su colpo, e a modo nostro ci volevamo un gran bene e ci piacevamo quasi. Ci siamo persi di vista da molti anni, magari è diventata una calciatrice che è stata più forte di tutto e tutti noi brocchi, la stoffa c'era, non lo so ma mi piace pensarlo.
So che hai iniziato a praticare agonisticamente questo sport a 15 anni con il calcio a 7, o calcetto; cosa ci racconti dei tuoi anni giovanili? giocavi in squadre maschili o avevate già compagini tutte al femminile?

Ho iniziato a giocare a calcio a 7 in un campo di patate tutto in discesa a Grosseto, avevo 15 anni e quindi sono passata direttamente a squadre femminili.
I miei, soprattutto la mamma, non erano particolarmente felici di questa scelta, quindi diciamo che ho iniziato pure troppo tardi.
A dire la verità mi avevano preso per giocare come fascia, correvo tantissimo ed ero anche abbastanza veloce e serviva qualcuno in quel ruolo. Poi la svolta, un giorno è mancato il portiere e mi sono proposta per rimpiazzarlo...da li diciamo ho iniziato a capire che forse forse come ruolo mi piaceva di più.
Riuscivo ad esprimere tra i pali quello che non riuscivo ad esprimere normalmente, sono una persona molto timida e riservata, ma un portiere non può permettersi di esserlo e quindi negli anni sono riuscita piano piano anche a cambiare il mio carattere, smussando alcune riservatezze, grazie a questo sport e questo ruolo in particolare.
Da Grosseto poi ci siamo spostati a Scansano, ero riuscita a coinvolgere ragazze del mio paese con la stessa passione e qui abbiamo creato un bel gruppetto, partecipando ogni anno ai campionati uisp e csen nel grossetano.

Poi sei passata al calcio a 11, a Castiglione della Pescaia, dove hai giocato per sei anni; cosa ci racconti del tuo periodo tra campi verdi e scarpe coi tacchetti?


Giulia nella stagione 2004-2005


L'idea del calcio a 11 è stato un bel cambiamento, come ben sai il portiere di calcio ha un'impostazione completamente diversa da quello del calcio a 7 o del calcetto, non solo per la grandezza dell'area e della porta, ma perché lavora su altri fondamentali...io sono piccolina con il mio metro e sessanta mi sono dovuta veramente reinventare e puntare tutto sull'agilità e sulla reattività...quando sono riuscita a toccare la traversa la prima volta è stata veramente un'emozione.
Sono stati anni molto belli e pieni di sacrifici, gli allenamenti finivano tardi la sera, tornavo a casa all'una di notte e la mattina ripartivo col bus per andare a scuola con sveglia alle 6, ma sono stati anni di tante soddisfazioni e soprattutto gli anni in cui ho creato quelle amicizie che mi hanno accompagnato fino adesso. Con alcune di loro ho giocato fino l'anno scorso nel campionato FIGC.
Nel 2006 poi mi sono trasferita a Milano per un'esperienza lavorativa e dovetti smettere, ma ogni weekend tornavo e sono riuscita in estate a fare un torneo..quando si dice la passione...o la pazzia.
L'anno successivo la mia esperienza era già conclusa e la prima cosa che ho fatto è stato ritornare a giocare. Chiaramente il mio ruolo era stato rimpiazzato da un portiere molto più bravo di me, ma volevo giocare e quindi ho fatto un anno da terzino..tutto un altro ruolo. Era più la panchina che il campo, ma non mi importava, non saltavo un allenamento, correvo dietro al pallone e mi divertivo e questa era la cosa più importante. Non ho mai avuto dei grandi piedi, sempre pensato di averli montati al contrario, quindi fare battimuro e giocare con le mie compagne mi ha insegnato a vedere il calcio anche da punti di vista diversi e nel complesso credo che anche questa parentesi mi abbia fatto diventare il portiere che sono adesso.
Se dovessi raccontarti aneddoti e momenti da ricordare, non mi basterebbero libri, posso dirti che i momenti più belli erano quelli sul pulmino per andare in trasferta, i mitici panini di Emi, i canti a squarciagola, le curve su due ruote di Roberto che andava come un matto, eravamo un bel gruppo dentro e fuori dal campo.
La vittoria più bella sicuramente in un derby con il Livorno, sempre finiti a botte dentro e fuori dal campo...sotto di 3 a 0 alla fine del primo tempo, al rientro dagli spogliatoi non avevamo veramente più nulla da perdere ed abbiamo giocato col famoso coltello tra i denti..ebbene all'ultimo minuto abbiamo ribaltato il risultato in un roboante 4-3 finale...ti puoi immaginare il delirio. 

Giulia alla Castiglianese


Mi sto immaginando tutto quello che hai raccontato, e credimi è bellissimo, uno spaccato di vita da paura, avessi avuto solo un decimo del tuo coraggio per vivere tutto questo. E adesso ho pure voglia di un panino, colpa tua.
Concludendo col calcio a 11, quali sono state le compagne e avversarie più forti con cui hai giocato, o anche coloro che ti hanno insegnato di più? vuoi farci qualche nome?

Per quanto riguarda le compagne direi che ho cercato di prendere un po' da tutte, se devo farti qualche nome ti direi sicuramente Lavinia Calchetti, bomber di razza con un dribbling e soprattutto un tiro dalla potenza micidiali, Alessandra Falcini, grande senso del gol e della posizione, da loro ho capito come si muovono gli attaccanti ed ho imparato che mai e poi mai si deve andare a terra e lasciare la porta libera. Simona Zorzi, storico capitano con un grande senso del dovere e trascinatore, Serena Vincenti, che è stata il nostro capitano negli ultimi anni di calcetto a 5, sicuramente un esempio per forza fisica e tattica e grande grande carisma.
Fra tutte poi il mio modello di portiere, Mariana Malos, da noi chiamata Mutu perché rumena, matta a livelli improponibili, ma pazzesca tra i pali e fuori, grande atleticità e completa su tutti i fronti.
Tra le mie avversarie ho avuto il piacere di giocare contro il Siena che poi finì in serie A..e giocatrici forti come Jessica Migliorini e Valentina Fambrini non ne ho mai ritrovate, senso tattico, piedi vellutati, tiri potenti e calibratissimi, un piacere ed uno stimolo grandissimo per un piccolo portiere come me.  
 
E mi unisco al saluto a tutte le ragazze che hai rammentato, se leggessero queste righe e avessero voglia di raccontare la loro storia sono qua.
Poi inizi la tua avventura nel calcio a 5, in quali squadre hai militato e per quanti anni,prima di approdare poi al San Giovanni?

Premetto che in tutti questi anni di calcio a 7 e ad 11 il calcetto mi ha sempre accompagnato perché i tornei definiti minori ci tenevano occupati non solo l'estate ma alcuni anche l'inverno..un doppio ottimo allenamento.
Durante questi anni di calcetto ho ricevuto tanti riconoscimenti come miglior portiere dei vari tornei, ma i trofei ai quali sono più legata sono il Premio Fair Play, che venne dato solo per quell'anno ed il miglior portiere nel torneo nazionale che perdemmo in finale contro una squadra torinese.

Una sorridente Giulia mostra il trofeo di miglior portiere alle nazionali del 2013


Ricordo con piacere il Fair Play perché mai prima o dopo venne più istituito..ti racconto l'episodio incriminato.. durante una rimessa laterale la palla finì nella mia rete, l'arbitro annullò perché come ben sai non si può segnare direttamente da fallo laterale nel calcetto...alzai la mano e dissi che l'avevo toccata...la cosa bella è che tutti, anche le mie compagne, applaudirono. Bella sensazione.
Per tornare alla tua domanda, diciamo che il calcio a 5 ho iniziato a praticarlo in maniera più seria 5 anni fa. Con le compagne del calcio a 11 sapevamo che ormai quella strada era arrivata a termine e per non abbandonare il nostro sport preferito abbiamo creato la usd Marsiliana dove ho giocato per 2 anni, con le stesse ragazze poi ci siamo spostate a Grosseto in quella che conosci come Atlante Grosseto, che vanta anche un ottimo settore giovanile e maschile, 2 anni fa il maschile era approdato in serie A.


USD Marsiliana (sopra) e Atlante Grosseto Marsiliana.

Ed infine, sono approdata al San Giovanni, con firma ufficiale il 7 luglio del 2019.   

Quello che hai raccontato del tuo fair play è meraviglioso. Davvero nessuna compagna ti ha insultata, nessun allenatore ti ha guardata male, e il pubblico non ti ha mortificata in nessun modo? è bellissimo e quasi incredibile...anzi no, è credibilissimo, è calcio femminile.
Ci puoi descrivere meglio il ruolo di portiere nel futsal? Giulia Liguori lo ha già fatto egregiamente, ma una seconda lezione non guasta mai.

Il ruolo che ricopro ormai da tanti anni è il portiere. E' un ruolo particolare, non tutti possono ricoprirlo secondo me, ci vuole quella giusta dose di coraggio e pazzia, ed allo stesso tempo calcolo e sangue freddo, ma soprattutto è un'immensa responsabilità. Il portiere è la base ma anche la fine del gioco di una squadra, un rilancio calibrato perfettamente al tuo pivot può innescare un contropiede micidiale per gli avversari, ed una parata decisiva può salvare il risultato e gli sforzi delle compagne.

Il portiere è genio e sregolatezza....

E' sacrificio e dedizione, costanza e pazienza, ma soprattutto è un'insegnamento di vita, ti aiuta a crescere, a tirare fuori quelle parti di te che sono celate, ti aiuta a stare al mondo...a me ha dato tanto sotto questo aspetto.
Il lavoro del portiere di calcio a 5 è molto diverso come ti dicevo da quello del calcio a 11, quindi negli anni ho dovuto ridimensionarmi, lavorare tantissimo sulla velocità e reattività, addominali e dorsali come se non ci fosse un domani, elasticità ai massimi livelli,  ma mai sottovalutare il lavoro sulla potenza e precisione nei tiri, è un lavoro a tutto tondo...si perde un po' di fiato perché si corre meno, ma ti posso assicurare che non esco mai dal campo con la maglia asciutta, la tensione e lo sforzo mentale sono ai massimi livelli.
Altro aspetto fondamentale di un portiere...devi conoscere le tue compagne, devi metterle sempre nella posizione di poter giocare al meglio ed in totale tranquillità, quando una squadra si fida del suo portiere è tutto molto più semplice e tutta la squadra gioca molto più serena.
Credo sia uno dei ruoli più gratificanti però, comporta tanta responsabilità perché sei l'ultimo elemento della squadra, da te fondamentalmente dipende il risultato.

Per come lo descrivi tu deve essere (e lo sarà)  un qualcosa di stupendo e faticosissimo al tempo stesso, troppo ad esempio per il sottoscritto che ha sempre odiato gli addominali, ma per chi è motivata o motivato i tuoi consigli saranno veramente utili e di grandissimo stimolo.
 Veniamo adesso al San Giovanni, so che ci giochi da questa stagione appena dichiarata conclusa anzitempo; che ambiente hai trovato? parlaci delle tue compagne o di chi altro vuoi.

La foto ormai simbolo di questo gruppo meraviglioso


Quando mister Scarpellini è venuto a bussare alla mia porta ero un po' titubante, da un lato l'ignoto ma la comodità di avere una squadra vicino a dove abito adesso, dall'altro invece avevo una vita con le compagne storiche di sempre ma allo stesso tempo sentivo che non avevo più stimoli e stima. Dopo il primo allenamento avevo già deciso. Ho trovato un ambiente sereno, un progetto importante, un'idea ed un'organizzazione societaria molto diversa da quelle a cui ero abituata, ragazze molto capaci e qualcuna di loro già la conoscevo, perché chiaramente non mi sono fatta mancare i tornei uisp anche ad Arezzo per migliorare i miei allenamenti e riempirmi tutte le serate della settimana. 

La vittoriosa rappresentativa uisp di Arezzo nel 2019

Per quanto riguarda le mie compagne beh parto sicuramente da Ilaria Ciofini, con lei ho giocato nella rappresentativa uisp di Arezzo ed insieme abbiamo vinto regionali e nazionali nel maggio 2019, la stimo tantissimo come giocatrice, abbiamo un ottimo dialogo in campo e fuori, siamo state ribattezzate la difesa più naif del campionato..un onore per me. 
La difesa piu' naif del campionato..Spesso questa parola viene grossolanamente inquadrata come sinonimo di ingenuo. Ma racconta tanto, tanto di più. (Didascalia by Giulia)


Come me lei era una dei nuovi acquisti, oltre a Costanza Aterini, lei non se lo ricorda, ma già la conoscevo dai tempi del calcio a 11 quando giocava nell'Arezzo, grande corsa e potenza, bellissima persona anche fuori dal campo, un mastino. Ilaria Borghesi, il bomber, giovane ma con grande esperienza, è una forza della natura. Anna Staiano, annuzza, senza di lei veramente lo spogliatoio non sarebbe così solare, verace nella maniera più genuina del termine. Margherita Bazzini, grande promessa...oddio come mi so sentita vecchia quando ho saputo l'età, ma un'umiltà tale ed una voglia di imparare come la sua difficilmente si trova nelle ragazze della sua età.


Selfie a go go

Capitan Trilli, piccina piccina ma ragazzi con una forza ed una grinta da vendere. Eleonora Innocenti, un portento, instancabile, correrebbe anche dopo aver finito la partita, grandissimo cuore, lei da tutto e anche di più di quello che ha in campo. Silvia Berlingozzi, snodatissima, entra in campo e magari con un lampo di genio ti fa i gol più impensabili della storia. 


Alessandra Medori, attaccante esperta, tanta dedizione per questo sport, una delle veterane del gruppo, fa spogliatoio. Le mie compagne di reparto, Giulia Liguori e Marsida Milaqi...a differenza di quello che si può pensare c'è stata tanta collaborazione, la giusta dose di competizione sana, durante gli allenamenti e soprattutto durante le partite erano le prime che sentivo applaudire ed incitare, un supporto importantissimo. Sono stata felicissima quando Giulia ha portato il San Giovanni in finale di coppa con una sua prodezza, credo che in fondo questa sia stata la nostra forza durante tutto il campionato.
Tutte persone semplici ma di gran cuore, se ci sono state problematiche ne abbiamo parlato insieme e trovato soluzioni.

Appetitosi post allenamenti del mercoledi..finite tutto da sole o avete bisogno di qualcuno che vi aiuti con la schiacciata ripiena? per sapere....


Poi c'è la dirigenza...Noemi Cavuti è la numero uno, dirigente si ma lei è Noemi, qualla che piange e va abbracciata a fine partita, dolcissima dal cuore tenero, la colonna portante e morale di questo gruppo. Mirko Bossini, il boss, il motore della società. Ed infine, ultimo ma non per importanza, Daniele Scarpellini, il mister, ordine e disciplina direi, ma con quella dose di simpatia che non guasta mai.

L'ultima cena pre-covid.

E' un bel gruppo, quasi la metà erano nuove, non era semplice creare qualcosa di così bello , molto lo ha fatto la passione comune e la voglia di fare bene, difficile sentirsi inadeguati in una realtà così.

La quarantena non attenua la voglia di stare insieme...


Io non finirò mai di ringraziare Giulia Liguori per avermi messo in contatto con voi, non mi era ma capitato di tifare per una squadra e delle persone che non ho mai visto o conosciuto di persona, ma sento veramente dell'appartenenza ai vostri colori. E mi avevano detto che dopo i 35 anni di solito si perde del tutto la capacità di sognare ed emozionarsi quasi come dei ragazzi...ma chi è mai cresciuto, alla fine?
Tornando a voi, quali sono i tuoi più bei ricordi col San Giovanni calcio a 5?

Oddio, per me è stato tutto bello ed indimenticabile, perché arrivare alla soglia quasi dei 40 anni e toccare la serie A con mano è impossibile possa dirti qualcosa che non sia fantastico e memorabile. In ogni partita per un portiere c'è sempre una parata o un movimento da ricordare, perché ognuno di essi ha portato la squadra a risultato.
Posso dirti che tra i momenti più significativi ricordo con piacere il rigore parato a Jessica Balleri, Pelletterie B , che comunque ricordiamoci sempre è una giocatrice di serie A. Come dimenticare le ultime 3 partite di campionato, soprattutto la trasferta contro il Pisa vinta per 2 a 1....gli ultimi 10 minuti ci avevano veramente messo sotto con il portiere in movimento, sono stati minuti interminabili ed hanno provato più volte il tiro verso lo specchio, ma tutte le volte ho risposto presente e quei 3 punti ci hanno veramente dato un morale pazzesco. Trasferta a Signa, 1 a 0 per noi soffertissimo, difficile dimenticare che a pochi minuti dalla fine un pallone sbucato all'improvviso, l'ho toccato quel tanto con la punta delle dita per farlo finire in angolo. Il doppio intervento sul mio ex capitano Serena Vincenti nello scontro con l'Atlante, parata a terra, tiro potente non lo trattengo lei ritorna sul pallone e calcia, da terra alzo il braccio e la spedisco in calcio d'angolo.
L'assist a Ilaria Borghesi direttamente con le mani, palla sui piedi, si gira, calcia, gol.
Le uscite poi sono la mia specialità, mai avuto paura ad uscire sui piedi, direttamente sul corpo dell'avversario per coprire la porta..quella più spettacolare...direi uscita in anticipo sull'avversaria e rilancio al volo di sinistro, tra poco segno..ed io col sinistro nemmeno mi ci appoggio.
La partita del 28 febbraio, la vittoria schiacciante contro il Pistoia, non tanto per il risultato che non è mai stato in bilico, ma perché al triplice fischio sono scese le lacrime, tremavo, non avevo mai provato un'emozione così per una partita.

Pistoia strapazzato bene bene...

Unico rammarico, per motivi di lavoro non ho potuto partecipare alla fase finale della Coppa, ma ho fatto di tutto per essere con le mie compagne il giorno della finale, sugli spalti a tifare, incitare e soffrire per loro.

Grande! Ma ci pensi se tutti questi ricordi col tempo si fossero sbiaditi? grazie di averli scritti e condivisi per noi.
Venendo dalla provincia di Grosseto, il Valdarno è decisamente lontano; come fai, o come hai fatto se oggi vivi nei paraggi,  a organizzarti per allenamenti e partite?

Allora, mi sono trasferita ad Arezzo per lavoro quasi 4 anni fa, quindi per me quest'anno è stato decisamente facile. Diciamo che la parte difficile è stata farsi 2 anni da Arezzo a Grosseto...chiamala pazzia, passione, non lo so, fatto sta che per due anni smontavo da lavoro alle 7 e partivo per andare agli allenamenti ed alle partite, post partita del venerdì andavamo anche a cena, e quindi rientravo a casa verso le 2 le 3 di notte..e chiaramente il sabato mattina si lavorava. Senza dimenticare che nei giorni che non giocavo in figc..giocavo qui ad Arezzo in uisp.

Wow, chissà se in quel periodo ti è capitato di dormire, una volta ogni tanto!
Nell'intervista a Noemi Cavuti so che lei ti chiama "Gatto", ma non mi ha voluto dire il motivo, "non potrebbe mai..." ce lo vuoi raccontare tu?

Allora nessuno fino a quest'anno mi chiamava gatto, il mio soprannome storico è GRANCHIO, ma per cose extra calcistiche. Quando sono arrivata al San Giovanni, le mie compagne mi hanno raccontato un episodio risalente all'anno prima quando ci siamo scontrate come avversarie...durante il riscaldamento le mie attuali compagne mi avevano guardato e si erano dette 'raga tiriamo che il portiere non mi sembra un granchè'...a fine primo tempo però avevano cambiato idea..'un gatto raga, è un gatto'...e da li penso sia partito il tutto. Diciamo che il mio punto di forza è la reattività...e come ha detto la Noe...impensabile per una della mia età, ne vado molto fiera del mio nuovo soprannome. 

Il gatto affila le unghie...

Fantastico, valore mostrato sul campo e bella lezione, mai giudicare un libro dalla copertina, o un portiere dall'età!!
Oltre al calcio, ti sei dedicata o ti dedichi anche ad altri sport?
Sono un'appassionata di sport in generale, seguo il calcio da anni e sono tifosissima della Roma, quando posso vado allo stadio e tra le cose che ho fatto negli ultimi 2 anni..il giovedì abbonamento Europa League, immancabile. Chiaramente Francesco Totti è il mio numero 10 per eccellenza. Seguo il calcio femminile da anni ed il mio idolo indiscusso è l'ex portiere della nazionale USA Hope Solo.
Ho praticato tennis da piccola ma mai a livello agonistico, quando posso ci gioco volentieri e vederlo mi rilassa, adoro Federer.
Altra passione, il nuoto, sono arrivata a farlo a livello di gare regionali, ma poi varie vicissitudini mi hanno allontanato, soprattutto perché la piscina era lontana ed avevo difficoltà ad arrivarci.
In generale, basta che ci sia sport e per me va benissimo.
Negli ultimi anni ho scoperto il trekking, le camminate e la pace della montagna...la vecchiaia incombe.

Se ti può consolare io trekko e scarpino da quasi vent'anni e ne ho uno meno di te, quindi sono un vecchione niente male al tuo confronto. Complimenti per la fede giallorossa, tra l'altro l'unica squadra della capitale, non ne conosco altre...
Ultima domanda; quali sono i tuoi obiettivi sportivi e non? quanti anni prevedi ancora di giocare? e quando smetterai (il più tardi possibile) ti vedi a ricoprire un qualche altro ruolo, tipo quello di allenatrice?

Smettere per il momento non ci penso, mi diverto ancora come una ragazzina e penso di poter dire ancora la mia e soprattutto penso di poter dare ancora molto, a inizio campionato avevo dichiarato 'voglio portare il San Giovanni il più in alto possibile'...direi che volere è potere è sempre il mio motto preferito.
Ho avuto ultimamente qualche contatto con qualcuno che mi ha fatto vedere una parte di me che forse non conoscevo e ti dico che sicuramente quando arriverà il momento di uscire dal campo, sicuramente quello che vorrei fare è l'allenatrice di portieri, mai nella vita ho vissuto sensazioni come mi ha dato quel rettangolo di gioco e quella porticina.
Nel mio futuro c'è sicuramente il calcio.  

Giulia e il San Giovanni vi salutano così, con la loro festa promozione.


E noi ne siamo veramente contenti Giulia, il movimento calcio femminile, a 11 o a 5 che sia, ha bisogno come il pane di donne come te, che hanno decenni di esperienza e sanno capire alla perfezione l'ambiente, il gioco e le giocatrici, ti auguro prima di tutto di continuare ancora a lungo a giocare, e poi davvero di dare il tuo contributo come allenatrice dei portieri.
La tua storia fantastica mi ha veramente coinvolto ed emozionato ( Tra l'altro sei una narratrice nata, potresti scrivere quel libro che hai detto sarebbe stato troppo lungo scrivere per questa intervista, pensaci... e non te lo dice proprio l'ultimo dei pirla) e sono stato davvero felice di conoscerti attraverso le tue parole, nell'attesa di farlo anche di persona, che il primo selfie lo voglio con te, le altre e gli altri si mettano in fila! (si, come no, ci sarà l'assembramento, ahahahha).
Ciao Granchio, ciao Gatto, ciao Giulia, a presto.



FRANCESCA TANZI, laterale e capitano.


Care amiche e cari amici,

oggi abbiamo sul blog una calciatrice davvero interessante e simpatica, della quale è stato un vero piacere conoscere la storia e le storie.
Francesca è una di quelle donne che lo sport non si limita a praticarlo, il suo approccio è a 360 gradi visto che è laureata in scienze motorie e anche allenatrice di squadre giovanili; uno di quei profili, conosciuti per caso all'interno del progetto San Giovanni calcio a 5 così entusiasticamente sostenuto dal presidente Mirco Bossini, che senza saperlo si rivelano poi perfetti per il progetto in toto; quelle storie di sport e di vita che nobilitano questo blog, oltretutto raccontate divinamente da Francesca Tanzi, il capitano del San Giovanni, che poi per tutti è capitan Trilli...ma lasciamo che il motivo per cui è chiamata così ce lo dica Francesca stessa, a cui ora cedo la scena;

Francesca Tanzi si presenta, tutta in azzurro San Giovanni.


Ciao Francesca, sono veramente felice di averti qui su "Il viola e il rosa". Vuoi innanzitutto presentarti ai lettori?

Ciao a tutti, mi chiamo Francesca Tanzi e ho 30 anni (anche se spesso me ne danno 20). Sono laureata in Scienze motorie e lo sport è la mia vita. Adoro ogni tipo di sport e se potessi li proverei tutti, mi piace mettermi sempre in gioco, trovare nuove sfide e prefiggermi obiettivi da superare. Sono una persona molto attiva, estroversa e mi piace ridere e far ridere gli altri. Un’ altra mia grande passione è la musica nella quale mi cimento con clarinetto e sax soprano.

In effetti della tua simpatia ero già al corrente, visto che chi ti conosce non manca mai di sottolinearlo, nello spogliatoio una come te ci vuole sempre. E complimenti anche alla passione per la musica, adoro il clarinetto da sempre e mi piacerebbe ascoltarti.
Dunque, so che sei arrivata al calcio abbastanza tardi, che prima hai coltivato un altro genere di passione, ovvero il connubio perfetto tra sport e arte, la danza; vuoi raccontarci del tuo passato tra classica, moderna e hip hop?

Sono cresciuta in un piccolo paesino, dove non c’era possibilità di scegliere molto, così i miei genitori mi hanno portata a provare la danza classica, avevo sei anni e da quel momento mi sono appassionata a questa bellissima disciplina, ci vuole molto controllo del proprio corpo, armonia, memoria, concentrazione e ritmo e poi non parliamo dell’utilizzo delle punte (che dolore ai piedi, a paragone le scarpette da futsal sembrano ciabatte). La danza è sia un’attività di gruppo che singola e ognuno deve sapere cosa fare; non c’è il compagno come nel calcetto che può aiutarti e, in un saggio di danza, se sbagli si vede. Dopo qualche anno ho iniziato anche la danza moderna e l’hip hop nel quale mi divertivo a ballare con blocchi e isolazioni del corpo. Ho ballato fino ai 19 anni e devo dire che mi manca, purtroppo le giornate sono di 24 ore e bisogna fare delle scelte, non si può fare tutto. Sicuramente questa disciplina ha formato una parte preponderante della mia personalità, amo poco le sorprese, devo sempre sapere cosa fare in modo organizzato come quando si fa uno schema nel calcetto.

Francesca nelle versioni Hip Hop e Classica (mi perdonino i puristi, ma mi piace più l'Hip hop, più dinamica e sensuale)


Sono d'accordo, la danza o il ballo che sia aiutano molto a dare una regola al nostro corpo, alla nostra mente e alla nostra stessa esistenza, parlo per sentito dire eh, visto che John Wayne sarebbe stato un Nureyev in confronto a me.
Poi dopo i 20 anni inizi ad appassionarti al calcio; puoi raccontarci come e grazie a chi è nata la tua passione?

Il calcio mi è sempre piaciuto fin da piccola, ho il babbo che è stato portiere e poi arbitro. Tifiamo da sempre la Fiorentina (Brava!) ho anche la maglia di Batistuta e quando ero piccola ogni anno facevamo l’album figurine insieme. 

Scarpette viola...appartenenza.

Mi ricordo che andavo sempre al mare in Liguria dalla nonna e in spiaggia giocavo sempre a calcio con i maschi che mi snobbavano perché femmina finché non si accorgevano che ero portata. Poi a 21 anni all’università ho conosciuto una ragazza, Selene Margiacchi, una delle mie migliori amiche, lei giocava in una squadra di calcio a 5 amatoriale nell’Anspi, le MissK (un nome tutto un programma) e ho iniziato ad allenarmi con loro. Ero felice perché data l’età non avrei mai pensato di poter iniziare con un nuovo sport. Il mio sogno si era avverato.

Per fortuna tua e per fortuna nostra, che possiamo ammirarti in campo.
Hai iniziato col calcetto, militando diversi anni in squadre amatoriali; cosa ci racconti della tua avventura nel calcio a 5 prima del San Giovanni?

Con le MissK al torneo di Bellaria


Ho giocato per quattro anni nell’Anspi nella squadra MissK (PS adoro questo nome!!), il terzo anno abbiamo vinto il campionato 

Vittoria del campionato Anspi

e siamo andate ai Nazionali a Bellaria, rappresentando la Toscana e qualificandoci seconde. 




Memorie da Bellaria.


L’anno successivo la squadra ha cambiato diverse giocatrici e anche il nome: Ottaviano Pazzi. 

Primo anno all'Ottaviano Pazzi.

Il nuovo allenatore Daniele Scarpellini  voleva fare le cose in modo più serio, insegnandoci il vero gioco del calcetto partendo dalle basi come la tecnica individuale e i primi movimenti in campo. 


Francesca all'Ottaviano Pazzi.


Dopo un anno di Anspi abbiamo deciso di alzare il livello e metterci in gioco nel campionato FIGC serie C. Da quando ci ha allenate lui è cambiato tutto, allenamenti seri e specifici ed è iniziata la mia effettiva crescita come calciatrice. Da questo momento mi sono veramente appassionata e mi sono impegnata al massimo cercando di migliorarmi sempre più. L’anno successivo, per sopraggiunti problemi,  abbiamo cambiato società e siamo approdate nel San Giovanni calcio a 5, dove siamo stati accolti dal Presidente Mirco Bossini. Devo dire che dopo tre anni che faccio parte di questa società mi sento come in una grande famiglia grazie soprattutto al Boss.


Altre foto del periodo Anspi....


Aspetto con gioia le risposte che mi invierà Daniele, un tecnico di ottimo livello come lui sarà perfetto per parlare di futsal a tante persone che ne sanno poco o niente, io stesso non posso certo definirmi un esperto, e da voi ho tutto da imparare, con le vostre risposte io e i lettori stiamo scoprendo un mondo. E grazie anche a Mirco Bossini, sono felice di curare la vostra storia perchè di lui mi è arrivata subito, pur avendolo solo sentito per telefono, tutta la passione di un uomo che ha creato una vera famiglia, non solo una società, e sono i sognatori come lui che rendono grande lo sport.
 Bene, adesso saremmo molto felici di conoscere i tuoi primi passi con il San Giovanni.

Sì, tre anni che sono in questa società che non mi ha mai fatto mancare nulla. Il primo anno sono ci ha allenate Mister Scarpellini, abbiamo dovuto lavorare duramente e ricostruire tutti gli equilibri perché erano cambiate alcune giocatrici e ne sono arrivate di nuove. L’anno successivo l’allenatore era Mister Bossini e poi a metà anno da Mister Donati. È stato un anno difficile e travagliato, eravamo poche e alcune giocatrici si sono infortunate, me compresa (mi sono dovuta fermare per due mesi per una caviglia). Diciamo che è stato un anno di transizione, cerco sempre il positivo in tutto, in quell’anno ho imparato la difesa a zona (dico poco). Poi il terzo anno è cominciato a giugno con il ritorno di Mister Scarpellini (ah ah sembra il titolo di un film).

Ma infatti ogni nuova stagione calcistica è come un film, a volte non riesce molto bene, a volte è un capolavoro da annali, come la vostra  ultima stagione.
Che ruolo ricopri attualmente in campo? ce lo puoi descrivere, visto che di futsal quasi tutti sanno poco o niente?

Il mio ruolo è la fascia, sono sempre stata un esterno fin dall’inizio. Sono una giocatrice che corre anche molto veloce (ho una discreta accelerazione). Quando gioco in campi piccoli spesso non mi basta il campo. Il Bossini mi chiama il giocatore disciplinato, metto ordine in campo. E le mie compagne quando provo un movimento nuovo mi identificano come il “manuale” perché sono piuttosto precisa. Mi hanno soprannominata Trilli (la fatina di Peter Pan) perché da come sono veloce l’avversario non mi vede e non mi riprende più.

Soprannome geniale!! a me mi chiamavano "pachiderma" ah guarda non chiedermi perchè, non lo immagino davvero...
 Parliamo adesso di persone; che rapporto hai con le tue compagne? mi date l'idea di un gran gruppo, forte e coeso, me lo confermi? e c'è qualche ex compagna che ti va di ricordare e salutare? 

Partiamo dal primo anno nel San Giovanni calcio a 5, come dicevo prima alla rosa sono state aggiunte delle giocatrici, fra queste Daria Nannelli (DN4), una persona eccezionale che con la propria allegria contagiava tutto lo spogliatoio, lei che diceva sempre “allora sei una brutta persona” e faceva le sue vocine (modificava il timbro), era un gran pivot con un tiro micidiale. A fine campionato il dramma, quelle cose che non dovrebbero mai succedere e che non hanno senso, la sua vita strappata via da un incidente stradale. Ricordo ancora il mister che mi chiama al telefono e mi dice che Daria è morta. L’incredulità della cosa e la forte rabbia perché non esiste andarsene a trentatré anni. Questo episodio ha unito molto la squadra, siamo andate tutte insieme a darle l’ultimo straziante saluto fra palloncini e tra le note della canzone Angeli di Vasco. La società, ci è stata sempre vicina e ci ha supportato, ha organizzato anche due Memorial, il primo a settembre del 2018 e poi l’anno successivo. 


Dolore e memoria.


Memorial Daria Nannelli 2019

Adesso passiamo a quest’anno. La rosa si è nuovamente rinnovata con ben sei new entry, quindi tutto un nuovo gioco da ricostruire e nuovi equilibri da ritrovare (più che altro per le veterane come la sottoscritta). Fin da settembre con la preparazione questo gruppo è cresciuto e piano piano è diventato sempre più unito ed affiatato. Le citte (ragazze in valdarnese) per me sono uniche, tutte diverse e speciali, ognuna di loro apporta qualcosa che rende il tutto favoloso. Non avrei potuto desiderare una squadra migliore con cui arrivare a vincere un campionato. 

Stagione 2018/2019

Voglio bene a tutte, alle veterane Silvia (una crocerossina dal cuore immenso), Marsy e Medo con loro sono anni che gioco e provo un affetto nostalgico, poi Eleonora una forza della natura e la Giulia, una super amica con i nostri mille viaggi insieme agli allenamenti parlando dei nostri problemi. Le nuove: la piccola Marghe che ho anche allenato per due anni, una ragazza giovanissima che dimostra una maturità fuori dal comune, poi la Ciofa e la Pacio, le cip e ciop della squadra, le due sagge del gruppo. La Ciofa è una teatrante nata con le sue imitazioni, poi la Cocca, un’altra forza della natura, che ci contagia con i suoi stati d’animo multipli, Annina un agglomerato di emozioni del sud travolgenti (se avete bisogno lei vi porta le mozzarelle quelle bone), ultima ma non meno importante la Borghe, lei ha l’età della mia sorellina e mi sento responsabile, è una testona. Ci tengo a salutare la Selene Margiacchi che ha giocato con me molti anni ed oltre che brava era molto versatile nei vari ruoli, Ilaria degli Innocenti un’altra persona per me molto speciale che purtroppo per problemi di salute ha dovuto smettere ma ci siamo sempre l’una per l’altra, Elisa Olmastroni anche lei una veterana, il capitano che mi ha preceduto e con la quale abbiamo passato delle belle serate. Non posso dimenticarmi della Lelo (Eleonora Bini), la nostra nutrizionista, e Lisa Banchetti con le quali ho giocato fino allo scorso anno, Sofia Peruzzi anche lei grande giocatrice e la super Feia, per lei sono la Nana. Infine saluto Marina, Sara e Claudia che ci hanno lasciate diventando delle super mamme. La lascio per ultima ma non per importanza, lei non gioca ma è sempre in campo, come dice sono la sua parte razionale, per nulla ansiosa e logorroica si è dimostrata una persona estremamente precisa, minuziosa e con un gran cuore, grazie Noemi.

Il tuo ricordo di Daria Nannelli, della quale proprio ieri ricorreva il secondo anniversario della scomparsa, va oltre ogni emozione, va oltre ogni elogio, tutte e tutti coloro che l'hanno conosciuta e  amata ti ringrazieranno dal profondo del cuore per questa tua importante testimonianza.
Quest'ultima stagione, che non ho vissuto da spettatore ma ormai conosco per osmosi, vi ha viste vincere matematicamente il campionato già a febbraio per approdare in A2; puoi dirci il momento (o anche più di uno) più bello dell'ultima stagione, l'attimo che hai cristallizzato nel cuore?

Finale di coppa di quest'anno.


I momenti, forse più belli, li ho sentiti da capitano quando abbiamo disputato la finale di Coppa Toscana all’Estraforum di Prato e la partita di ritorno contro il C.S. Gisinti Pistoia in cui quel sogno della vittoria matematica era diventata realtà. Per una ragazza ex ballerina che ha iniziato per divertimento nel campionato amatoriale, pensare di giocare il prossimo anno in un campionato Nazionale lascia senza fiato. Voglio dirti però che per me ogni allenamento e ogni partita vissuta con le mie compagne è stato un pezzettino cristallizzato, come dici te, nel cuore. Abbiamo lavorato tutte insieme duramente, ci siamo supportate l’una con l’altra rimanendo sempre con i piedi per terra e l’umiltà di chi sa che basta un attimo per cadere. Ci sono stati anche momenti meno belli, come nelle migliori storie d’amore, ci sono i litigi e i confronti e questo ci ha rese il gruppo unico e affiatato che siamo. Il gruppo è tutto, senza l’unione siamo singoli giocatori in campo.



Questa ultima tua risposta, Francesca, sarebbe da incorniciare e appendere nel vostro spogliatoio, veramente BELLA.
Veniamo ora a un aspetto veramente molto interessante, in quanto so che alleni anche squadre giovanili; come è nata la passione per il ruolo da allenatrice? hai qualche bella storia da raccontare al riguardo?


Allenatrice dei giovanissimi del San Giovanni

Mi è sempre piaciuto lavorare con i ragazzi e seguirli nel loro processo di crescita. Ho iniziato ad allenare nel 2013 insieme a mio cugino Matteo, che mi ha proposto l’attività e per due anni ho seguito i piccoli amici nella società della Marzocco sangiovannese. Il secondo anno ho fatto anche parte dello staff come allenatrice che ha creato la prima squadra femminile di calcio a 11 sempre della Marzocco. Poi nel 2017 quando sono entrata nella società del San Giovanni calcio a 5, ho chiesto al presidente Mirco Bossini se avevano bisogno di aiuto per allenare le squadre giovanili così il primo anno ho seguito il gruppo degli esordienti, il successivo i giovanissimi (under 15) e quest’anno ho seguito il gruppo degli allievi (under 17) come preparatore atletico e secondo mister. Un aneddoto che ricordo con molto piacere è stato con il gruppo dei giovanissimi quando siamo andati all’isola d’Elba per una partita, ci siamo divertiti a pranzo poi in spiaggia a giocare sempre con la palla fra i piedi e infine a disputare quella gara in cui abbiamo sofferto, siamo andati anche sotto col risultato ma i ragazzi non si sono dati per vinti e alla fine abbiamo vinto per 4 a 2; ero orgogliosa di loro. 

All'isola d'Elba.

Sono emozioni uniche, parti con un gruppo, ci lavori e poi vedi i loro progressi e la loro crescita calcistica ma anche personale, mi piace poterne far parte.

Con le ragazze della Marzocco Sangiovannese.


Mi fa veramente molto piacere sentirti così felice, spero davvero che farai molta strada in questo campo.
Credi che la sospensione causa pandemia possa in qualche modo fare perdere smalto al vostro gruppo, o invece la distanza forzata servirà a rendervi ancora più unite e irriducibili? Non mi sembrate persone che si fanno fermare da un virus fetente...

Ci siamo sentite diverse volte con super chiamate su Zoom durate ore a ridere e scherzare. Ci manchiamo tutte tremendamente così come manca una famiglia, ci mancano gli allenamenti, le partite, lo spogliatoio, gli aperitivi e le cene ma siamo sempre super unite e appena sarà possibile ci sbaciucchieremo tutte alla faccia del virus. Premetto che io sono allergica ad abbracci e baci, sono un po’ orsetto, come ha detto Noemi nell’intervista non dico mai che ti voglio bene, non lo esterno ma te lo dimostro ogni giorno. In questo caso penso che farò un’eccezione.

Sono come te riguardo alle esternazioni, più per timidezza che per carattere, ma appena sarà possibile correrò ad abbracciare il mondo pure io, te lo assicuro.
Ultima domanda, ci sono ancora persone che guardano al futsal con  indifferenza e sospetto, cosa vuoi dire loro per convincerli a venirvi a vedere?

Posso dire che ho avuto modo di provare il calcio e sono proprio due sport completamente diversi. Sono entrambi belli e ti fanno appassionare se gliene dai modo. La bellezza del Futsal sta nella partita in cui non hai mai attimi per annoiarti, il gioco non si ferma. È un gioco prevalentemente anaerobico, dispendioso e molto tecnico, tutto uno scatto, tutti attaccano e tutti difendono, la velocità di pensiero è fondamentale, la concentrazione deve essere sempre al massimo, in una partita tirata, si sta con il fiato in gola fino al fischio finale perché fare o subire un goal è un attimo, quindi mai rilassarsi o sentirsi al sicuro. In campo non ci si ferma mai, si ruota ci si scambia di posto e ruolo per non dare punti di riferimento agli avversari, ecco perché dicevo che il gruppo è tutto, ognuno deve sapere cosa fare ed avere fiducia nel compagno. Vorrei direi a tutti di venire a vedere una partita e poi decidere effettivamente se il futsal non piace, dateci una chance, non ve ne pentirete. 
Omar ti ringrazio per l’opportunità che ci stai dando per raccontarci e per far conoscere questo bellissimo sport. È stato un piacere per me rispondere alle tue domande.

Capitan Trilli vi saluta con tutta la sua grinta.

Grazie Francesca, da parte mia posso solo dire che questa sosta forzata è uno di quei casi in cui "l'attesa moltiplica il piacere" non appena si potrà tornare sugli spalti non mi perderò nessuna partita, calcio a 11 o a 5 che sia, e voi ormai per me avete la precedenza assoluta, spero che tanti altri miei lettori decidano di seguire il futsal femminile grazie a voi, perlomeno di darvi una chance, ma nel mio caso la paura è più quella che si crei una "dipendenza" che non di rimanerne deluso, visto che è uno sport che mi è sempre piaciuto e quando lo danno (raramente) in televisione lo seguo sempre.
Che dirti ancora? è stata un'intervista bellissima da leggere e da curare, sei una persona limpida e di cuore, è stato un vero piacere averti sul mio blog, grazie davvero per tutto, e quando verrò a vedervi e ti chiederò un selfie (dopo che lo avrò chiesto a Giulia Pacitto, ormai il primo è con lei..)  mi raccomando non scappare via come Trilli, che non ce la faccio a rincorrerti!


ILARIA CIOFINI, centrale difensivo.

Di Ilaria Ciofini, appena la conosci anche solo virtualmente, ti arriva subito la simpatia, il dinamismo, la voglia di fare e di mettersi in gioco nella vita come sul campo. Poi leggendo le sue risposte scopri tante belle storie, tanta vita sportiva vissuta stagione dopo stagione e stagione dopo stagione amata, e adesso che il suo presente è quello di centrale del San Giovanni calcio a 5, la realtà che davvero amo raccontare attraverso chi lo rende meravigliosa partita dopo partita, Ilaria ci ha raccontato il suo oggi e tutto il suo ieri con la generosità tipica di tutte le intervistate del San Giovanni, forse per appartenenza, forse perchè innamorate della loro squadra, queste interviste sono meravigliose, un roseto a parte nel giardino di questo progetto.

Ilaria Ciofini si presenta..con un po' di mistero.


Ma ora veniamo a Ilaria e ai suoi racconti, con me che in casi come questi mi limito ad accompagnare, al dare il la a un palpitante concerto di vita.

Ciao Ilaria, lasciami esprimere ancora il piacere di averti su "Il viola e il rosa" vuoi innanzitutto presentarti ai lettori? E chi, o cosa, ti ha fatto innamorare del pallone?

Ciao Omar, innanzitutto volevo ringraziarti per questa intervista e per avermi dato l'occasione di raccontarmi un po'. Mi chiamo Ilaria Ciofini e beh, che dire..la mia storia calcistica è iniziata da circa 15 anni. Dunque partiamo dall'inizio come mi chiedi. No ho iniziato in realtà in età piuttosto matura, ovvero a 19 anni. Prima di quel momento la mia esperienza calcistica era stata nei parchi  contro i ragazzi. Però per ben cinque anni in  fase adolescenziale avevo praticato un altro sport ovvero la pallamano. Sono approdata al calcio da grandicella, avevo sempre avuto la passione per questo sport grazie a mio padre che fin da piccola mi ha insegnato i primi "rudimenti" se così si può dire. Ricordo ancora oggi dei pomeriggi invernali infiniti in cui non essendoci altri bambini al parco con cui giocare lui si metteva lì ad insegnarmi a colpire di collo o di piatto. Devo a lui questa passione e anche se penso che nella formazione di una bambina giocare nei settori giovanili coi maschi l'aiuti estremamente a formarsi come giocatrice. D'altro canto penso che ci voglia anche un'esperienza al di fuori di essa, in quanto può  aiutarla a diventare meno omologata ed a sviluppare un'istintività da riportare in futuro al di fuori da schemi e tatticismi.   

Vedi, forse in età "matura" se 19 anni può veramente definirsi tale in qualsiasi contesto, avrai iniziato col calcio ufficiale e con tutte le regole, ma il calcio da strada è già aver giocato a calcio, come dice anche Gattuso ai ragazzi di oggi manca giocare con gli amici, si affinano tecnica, istinto, si imparano i trucchi; io sono uno scarpone unico, te lo assicuro, ma negli uno contro uno qualche fintaccia me la ricordo bene, e potrei dire la mia, pur essendo improponibile in qualsiasi altro contesto. E anch'io, quando non avevo nessuno, giocavo con mio padre, e sono stati tra i miei più bei momenti di sport, come credo lo siano stati anche per te; evviva quindi tutti quei genitori che hanno regalato il tempo ai loro figli, trasmettendo loro passioni che poi si sono portati fino all'età adulta.
E che ruolo ricoprivi nel calcio a 11? è sempre stato il tuo o ne hai provati altri?

Guarda Omar voglio risponderti a questa domanda con una citazione di una mia grande amica e compagna Serena Chellini (in arte il "Giaguaro") con cui abbiamo condiviso veramente tanti, se non quasi tutti questi anni di calcio, la quale mi ha sempre definito una giocatrice molto versatile: so giocare a centrocampo, a centrocampo ed anche a centrocampo. Ho sempre giocato come mediano se così si può dire..negli ultimi anni come vertice basso davanti alla difesa che è il ruolo che in assoluto preferisco. Ho giocato anche in altri ruoli, trequartista, punta, fascia, centrale di difesa, persino una volta terzino..ma come ti ho detto la mia dote principale non è la versatilità..sono sempre stata una centrocampista e forse nonostante la mia esperienza col calcio a 11 si sia conclusa lo sarò sempre...quella visuale di campo appartiene in un certo senso al mio modo di essere.

La tua "vita da mediano" merita tutto il rispetto del mondo, perchè i mediani sono quelli che ti fanno vincere le partite, alcune tra le mie giocatrici preferite ricoprono quel ruolo.
Hai militato per otto anni nella Stella azzurra, importante squadra femminile dei dintorni di Arezzo, dove tra l'altro ha giocato anche Elena Bruno, una delle persone che più mi sono vicine col mio progetto e che colgo l'occasione di ringraziare pubblicamente, e della quale sei stata anche capitano; cosa ci racconti di questo lungo periodo con questa maglia?

Una giovanissima Ilaria nella Stella Azzurra


Elena Bruno la conosco anch'io e colgo l'occasione per salutarla, ma non ci siamo incrociate perchè la mia esperienza con la Stella Azzurra si è chiusa quando lei è arrivata, ovvero nel campionato di Serie B. La Stella Azzurra è stata la mia "casa" per otto anni. La mia famiglia...il mio tutto. Sono stata onorata di esserne per molto tempo capitano e soprattutto di aver portato, insieme alle mie compagne, una realtà così piccola dalla serie D alla serie B. Una squadra nata in un paesino vicino ad Arezzo che è arrivata a giocare nello stadio cittadino e ad essere la prima squadra della città..sono soddisfazioni indelebili. 

Fiera capitana della Stella Azzurra


La Stella Azzurra mi ha cresciuta come una  vera e propria famiglia, sono arrivata da bambina e non dico di esserne uscita donna ma sicuramente più matura e consapevole. Di aneddoti in otto anni ci vorrebbe un libro intero probabilmente, ed io non ho il dono della sintesi. Siamo sempre state in primis un gruppo di amiche, io ho vissuto diciamo un passaggio di due generazioni diverse ma le "cavolate" pre e post partita sono sempre state all'ordine del giorno. Racconterò poco per non imbarazzare nessuno, posso solo dire che a distanza di tempo ciò che ti rimane sono davvero questa cavolate ed ancora nelle cene e nei ritrovi queste storie riprendono vita. Ho avuto la fortuna di vivere molte emozioni con questa maglia, promozioni, vittorie ma se dovessi sceglierne una direi sicuramente la vittoria della nostra prima Coppa Toscana nel 2012. E' stata una vittoria epica, una stagione sfortunata con tanti infortuni, ci ritrovammo con una rosa molto esigua e ci presentammo contro le favorite dell'Agliana (già vincitrici del campionato) veramente decimate e stremate da tutto l'anno sportivo. Ma la nostra forza di volontà ha prevalso su tutto...voglio ringraziare le mie compagne di allora...per avermi fatto sollevare quella coppa, ancora oggi a parlarne ho gli occhi lucidi.

Stella Azzurra ovvero appartenenza.



Vedi, credo che anche quando vi ritroverete tra 50 anni queste storie salteranno fuori, e vi emozionerete ancora per quella coppa contro l'Agliana, certe cose inumidiranno sempre gli occhi ed è bellissimo così, grazie per averle condivise con noi lettori, la vostra felicità adesso è un po' anche la nostra.

Dopo la Stella Azzurra  hai giocato per sei anni in un'altra squadra nota ai calciofili toscani, il San miniato Siena; cosa ci vuoi raccontare di quest'altra esperienza?

Ilaria nel San miniato 


Il San Miniato è stata per me una seconda pelle. Dopo la Stella Azzurra non pensavo di riuscire a coinvolgermi così epidermicamente con un'altra squadra ed un'altra società. Invece così è andata. Diciamo che parte del mio "vecchio" gruppo della Stella Azzurra ha condiviso questi anni con me quindi tutto ciò mi ha facilitato. Anche lì siamo partite dalla serie D per poi ottenere due promozioni nel corso dei sei anni in cui ho vestito questa maglia, siamo arrivate fino all'Interregionale. L'anno scorso abbiamo vinto praticamente tutto, Campionato, Coppa Toscana e Coppa Italia col San Miniato (NB;che triplete fantastico!!) poi nazionali con L'Alter Ego e finali regionali e nazionali con la Rappresentativa Uisp; anche questa è stata una grande soddisfazione, oltretutto ottenuta con la fascia da capitano dopo molti anni di partecipazione alla selezione della Rappresentativa Uisp di Arezzo,.è stato un anno veramente irripetibile. 


Vittoria da capitano della rappresentativa Uisp di Arezzo...fenomenale Ilaria!!!


Una partita su tutte...difficile citarla. Da un punto di vista di traguardo calcistico forse ti direi la vittoria in finale di Coppa Toscana l'anno scorso al Buozzi, perchè è stato il primo risultato importante conseguito dalla squadra fino a quel momento.

Qui con il portiere del San Miniato Siena e grande amica Valeria Mazzola.

In mezzo a questi sei anni di San Miniato ho giocato per un anno in Casentino, con le mitiche CCF. E' stata una parentesi breve ma importante soprattutto a a livello umano.Poi ho chiuso con il calcio a 11 tornando per un ultimo anno in terra senese. 

Non ho veramente parole, sei davvero una specialista di coppe e promozioni (ultima ma non ultima quella in A2 col San Giovanni appena conquistata) mi fa piacere per te, si parla sempre di giocatori e giocatrici "che non hanno vinto mai" per dirla alla De Gregori, come se contassero solo i blasoni e i campionati di prima fascia, ma questi non sono trofei, non sono vittorie, non sono momenti da portare nel cuore come se fossero uno scudetto in serie A o una Champions? Sei una vincente, tu e tutte quelle col tuo cuore e col tuo coraggio.
 Per concludere col calcio a 11; ti va di ricordare compagne e avversarie più forti con le quali hai incrociato il tuo cammino?

Qui Omar dovrei veramente citare l'elenco del telefono perchè credimi che per quanto può sembrare banale e buonista..ogni compagna mi ha dato qualcosa, ovviamente intendo di quelle con cui ho condiviso più anni insieme. Io ho letteralmente imparato dalle mie compagne, o un gesto tecnico, o l'attitudine alla fatica e al lavoro, o la voglia di far gruppo e stare insieme. Su questo punto cito nuovamente Serena Chellini, un motore, una fucina di simpatia, vitalità e calore umano. Imprescindibile in ogni squadra. A livello tecnico sicuramente tra le persone più forti e blasonate con cui sono stata onorata di giocare cito Valentina Fambrini storico capitano del Siena e la ex Nazionale e ex Fiorentina Serena Patu. Poi voglio citare le persone splendide con cui ho condiviso tante vittorie in questi anni, che mi hanno permesso di vincere tanto, perchè senza gruppo penso che nessun singolo può essere valorizzato. Giulia Bruci, Valeria Mazzola, Simona Giorgini, Clara Meattini, Francesca Solazzo, Giulia Martini, Francesca Pecorellii , Andrea Toppi, Jessica Marraccini Costanza Mascilli potrei continuare per ore.. queste sono alcune delle persone con cui sono cresciuta calcisticamente e con cui ho condiviso moltissimi anni in varie maglie insieme. Sono parte del mio percorso e non sto citando tutte (non voglio che chi non cito ci resti male) perchè la mia lista è veramente infinita e voglio ringraziare tutte le persone che sono state mie compagne in tante splendide vittorie ed altrettanto amare ma formative sconfitte. 

Ti ringrazio per tutte coloro che hai citato, adoro i nomi, adoro che persone che hanno macinato una vita calcistica con passione e coraggio siano nominate, che purtroppo nessuna Gazzetta ha mai celebrato le vostre imprese se non con occasionali e mortificanti trafiletti.
Adesso mi interessa moltissimo, e credo anche ai lettori, il tuo percorso parallelo al calcio a 11, ovvero la tua storia di capitano e presidente dell'Alter Ego, una squadra di calcetto UISP completamente autofinanziata con la quale hai vinto molto, compreso un titolo a livello nazionale. Ti va di raccontarci la storia decennale dell'Alter ego abbondando in particolari? sono queste le storie che amo più far conoscere.

La grande avventura dell'Alter ego.


Dunque il capitolo Alter Ego...diciamo la saga potrebbe riempire un'enciclopedia! 
L'alter Ego è nato circa  dieci anni fa..ne sono sempre stata il presidente e il capitano. E' stata dura portare avanti questo impegno nel campionato Uisp per tutti questi anni, ovviamente molte società di calcio a 11 non vedono di buon occhio una esperienza parallela alla loro attività, temono infortuni e un calo di rendimento. Ma io in questi anni non ho mai ceduto, se questa sia stata una scelta coraggiosa o una scelta che un po' mi ha escluso da un certo tipo di professionismo chi lo sa..forse lo capirò nel tempo.


Ilaria in azione in giallorosso



 Per me è sempre stata ricchezza. Ricchezza di esperienza, ricchezza a livello formativo perchè ritengo che specialmente a livello tecnico il calcetto possa aiutare molto ad affinare la tecnica. Ma soprattutto che è sempre stato l'aspetto più importante della mia intera carriera calcistica, ricchezza a livello umano. E' una squadra nata da NOI, amiche di una vita, compagne, senza grandi sponsor, senza società alle spalle, in molte ricopriamo altri ruoli dirigenziali oltre che giocare. Abbiamo vinto molti campionati UISP provinciali ad Arezzo, può sembrare presuntuoso da dire ma ho perso il conto. Abbiamo vinto quattro titoli Regionali ed anno scorso a fine giugno è arrivato anche il tanto agognato titolo Nazionale. 

Campionesse nazionali!!!


Ci abbiamo provato per tre anni consecutivi e finalmente siamo riuscite a cucire lo scudetto nei nostri petti. Vincere in questo modo, diciamo da "sole", autofinanziandosi, inventando ogni anno qualche lotteria da cui attingere la quota per partecipare ai campionati nazionali, andando contro il volere talvolta delle nostre società di appartenenza, ma soprattutto vincere con amiche, non compagne saltuarie con cui ti ritrovi a giocare in un'annata calcistica (e magari nemmeno sotto sotto tolleri molto) ma scegliere ogni anno di portare avanti questa maglia è stata negli anni una soddisfazione per me impagabile. L'Alter Ego Omar è un pezzo del mio cuore, le mie compagne lo sanno. 

Mi hai fatto venire letteralmente la pelle d'oca, che storie meravigliose che posso raccontare grazie a voi. Immagino i sacrifici, il lottare contro chi non vedeva di buon occhio il progetto, e poi le gioie immense; un film bellissimo che mi sta scorrendo davanti agli occhi anche senza aver mai visto e conosciuto le protagoniste, sei stata travolgente.

Poi per te arriva il San Giovanni calcio a 5; raccontaci il tuo percorso in questa bellissima realtà, i momenti più belli, i rapporti che avete stretto tra compagne; tutto quello che ti interessa che rimanga nella memoria.

Qui e nelle foto successive; centrale nel San Giovanni calcio a 5

Siamo arrivati ai giorni nostri più o meno, è stato un viaggio lungo ma spero non troppo, purtroppo mi viene facile dilungarmi. Ti dico cos'è per me il San Giovanni calcio a 5. Per me il San Giovanni rappresenta quelle storie d'amore improvvise che ti arrivano tra capo e collo quando meno te lo aspetti e ti ritrovi disillusa o cinica nei confronti della vita. Ma la vita è sempre lì a ricordarti la sua imprevedibilità purtroppo o per fortuna. Volevo un'esperienza nuova e volevo mettermi in gioco dopo il calcio a 11 ma non avevo un'aspettativa precisa. Pensavo un po' che gli anni migliori fossero andati ecco...Ciò che è avvenuto da settembre 2019 in poi è stato una magia o come direbbe il mio mister che saluto un "incanto". Un gruppo splendido, eterogeneo, di ragazze ognuna diversa, ognuna disposta a sacrificarsi per l'altra e ognuna originale sia in campo che fuori. 


Vorrei spendere qualche parola sulle mie compagne...innanzitutto vorrei ringraziare la parte tecnica, diciamo sia il mister Scarpellini che la dirigente Noemi che soprattutto il presidente Mirko Bossini. Senza queste tre figure niente di quello avvenuto quest'anno sarebbe stato possibile. 
Partiamo dai portieri, Giulia Liguori un'emblema di costanza ed umiltà. La mia "collega naif" il muro Giulia Pacitto con cui abbiamo costruito una grande intesa dentro e fuori dal campo. C'è il gruppo poi delle "storiche" della squadra e, senza di loro, il San Giovanni non solo non sarebbe qui, ma non sarebbe proprio esistito. 
Marsida Milaqi, sempre portiere, la punta di diamante Alessandra Medori, e la fascia instancabile e imprevedibile Silvia Berlingozzi. 
Menzione particolare la voglio fare per capitan Trilli Francesca Tanzi, un cuore e una generosità difficilmente trovabili. 
Poi Omar ci sono le "piccine", la piccola ma grande Marghe che secondo me è già un'adulta nella testa e la bomba ad orologeria Annina Staiano.. Chiudo con "rabbia" Eleonora Innocenti...un toro, forza fisica incredibile ed instancabile anche nella testa.
 L'altro tornante è Mariacostanza "Cocca" Aterini..che ti devo dire, con gente che corre così tanto sono nella bambagia da giocatrice più vecchietta e ultima e non ultima la "nostra" Borghesi Ilaria. Il nostro Di Caprio le dico sempre, diva, in grado di decidere con una giocata una intera stagione sportiva. Grazie a tutte voi citte per questo sogno.


Per me la partita più bella è stata quella contro il CUS Pisa al ritorno di quest'anno dove abbiamo alzato un vero e proprio fortino e abbiamo difeso per un tempo intero. Diciamo che ce la siamo un pò fatta sotto ma questo sforzo è stato ripagato è stato un tassello davvero importante per la vittoria finale del campionato. Maria Costanza Aterini detta Cocca che gioca laterale nei primi 5 minuti era un po' in palla..aveva lo sguardo del cerbiatto prima di essere investito in tangenziale. Ha stranamente sbagliato qualche stop. E' durata poco già dopo 5 minuti si era ripresa, ma il pensiero della sua faccia mi fa ridere tuttora. E l'epilogo della partita ancora di più. Tra di noi la cosa che apprezzo maggiormente è come ci prendiamo in giro..come riusciamo a scherzare sui difetti dell'altra quando sbagliamo, come riusciamo a "fogarci" anche nelle partitelle e poi a sfottere la squadra perdente. 



Non c'è omertà, non ci sono non detti. Secondo me rivela un grandissimo attestato di stima, il saper scherzare con intelligenza sui difetti altrui, e il riuscire a comprenderli e a livellarli in campo trasformandoli nell'unica entità che ha forza: la Squadra.

Dammi un attimo Ilaria...quando mi sarò ripreso da tutto questo turbine di forza e bellezza sportiva proseguirò nell'intervista, che farà emozionare tutte le tue compagne...e ti costerà un'entrataccia da Mariacostanza alla prima partitella contro, ma il dolore passerà, tranquilla :-)

Dunque, mediana nel calcio a 11, e nel calcio a 5 invece che ruolo ricopri?

Gioco centrale Omar. Anche qui per i motivi di cui sopra...la versatilità non è davvero il mio  forte, so fare solo quello. 

Ma almeno lo sai fare bene, ed è questo che conta.
Ancora prima della pandemia avevate già vinto il campionato di serie C conquistando un posto nel campionato nazionale di A2; puoi dirci il tuo ricordo più bello della partita scudetto (Match che ormai mi pare di aver vissuto anche a me..) l'attimo che hai cristallizzato nel cuore?

Beh, l'ultima partita che abbiamo giocato prima del lockdown che è stata quella che ha sancito la promozione, e penso che non me la scorderò mai. Non stavo bene quella partita..avevo rimediato un infortunio muscolare che non mi ha dato tregua per una settimana. Non sapevo onestamente se ce l'avrei fatta a scendere in campo, era un'impresa abbastanza ardua come tempi di recupero. Mi disturbava anche l'idea di non trovarmi fisicamente al cento per cento per quella sfida ma è proprio vero che dove non arriva il fisico arriva la testa. E se dovessi descrivere la mia esperienza calcistica o dare un consiglio direi questo. Non c'è un limite sportivo che la testa non possa risolvere o cercare di livellare. Se vuoi fortemente qualcosa è il 90 per cento di ciò che ti serve per ottenerla (intendendo in questa la volontà e l'abnegazione).   Il mister ha creduto in me e alla fine l'ho giocata praticamente tutta, è stata una soddisfazione incredibile, non sapevo prima di entrare in campo se sarei riuscita a tenere botta ma invece è andata come in una favola.  

Grande, concordo con te, e poi rimango ancora sbalordito su come combattiate voi donne su un terreno da gioco, sono calcisticamente "innamorato" di voi proprio per la vostra forza, la vostra mancanza di falsità, il non risparmiarvi mai e a volte andare anche oltre; il vostro è nobilissimo calcio femminile, quello dei "campioni" dell'attuale serie A  che non giocano per un'unghia incarnita è un calcio da femminucce.
Ultima domanda; cosa ti aspetti dalla prossima stagione? quanto ti sentirai "strana" a giocare senza pubblico? pensi che sarete comunque più forti di tutto questo?

Omar sinceramente non so bene cosa aspettarmi, purtroppo penso che fino a quando tutto questo non sarà finito la normalità anche nell'esercitare questo sport sarà un'utopia. Non mi spaventa giocare senza pubblico, ogni giocatore deve essere animato da delle  grandi motivazioni che devono venire fuori nei momenti di difficoltà. Noi le abbiamo, ognuna di noi ha lottato per questo obiettivo con le unghie e con i denti quindi dobbiamo solo guardare avanti con speranza ed essere pronte e al pezzo quando ci daranno il via per poter fare una delle cose che più amiamo nelle nostre vite. Sono convinta che le mie compagne, e io, quel giorno ci faremo trovare pronte.

L'ormai consueto saluto del San Giovanni (e di Ilaria)

Credo, anzi SONO SICURO che sarete pronte e consapevoli, e che abbiate in voi tutto quello spirito di resilienza che vi farà adattare a qualsiasi cambiamento pur di poter proseguire nel vostro sogno, pur di continuare nel fare ciò che amate, e con il subentro della normalità "antica" che appena dopo il vaccino riprenderà a mio avviso istantaneamente il sopravvento cancellando ogni traccia di questa che adesso è la (a)normalità attuale, riprenderete a giocare a Futsal come avete sempre fatto, ma con ancora più rabbia e più gioia.

Che dire, Ilaria? vedi, tu ti sei scusata molte volte perchè ti pareva di essere troppo enciclopedica e dilungarti troppo, e noi invece avremmo voluto avere il doppio, il triplo delle tue storie, dovresti scusarti, si, ma perchè non abbiamo modo di passare ancora più tempo con te, come un'ospite graditissima che se ne deve andare via prima del previsto.
Io ti ringrazio di cuore, come le tue compagne e tutti coloro che hanno creato la splendida realtà del San Giovanni calcio a 5, che è bello conoscere e far conoscere. Ci vediamo presto sui campi di calcio, alla prima occasione in cui sarà possibile sarò sugli spalti, vostro nuovo tifoso, per vivere insieme a voi un altro sogno targato San Giovanni.


MARIACOSTANZA ATERINI, laterale.


Care lettrici e cari lettori,


bisogna ammetterlo, ognuno ha i propri talloni d'Achille, e io ne ho tanti che due talloni non mi bastano, dovrei essere un millepiedi. Uno di questi è una certa vanità come scrittore, anche se poi sono più un grafomane della domenica, ma un grafomane con un suo perchè, insomma. In questo mese ho ricevuto interviste meravigliose, ma quello col bello stile mi sono sempre creduto io; ecco, con la nostra ospite di oggi mi sono trovato in seria difficoltà. Non tanto per la forma, io sono forse più lucido e organizzato, ma Mariacostanza Aterini ama scrivere e SA scrivere, ed ha il dono di arrivare al cuore delle cose con una frase mentre a me ci vuole un panegirico non indifferente.

Una radiosa Mariacostanza in black&white si presenta.

Curare questa intervista è stato quindi anche un po' una sfida, non una competizione perchè me ne sono goduto ogni istante, ma è stato comunque non facile essere alla sua altezza, all'altezza delle sue riflessioni argute, delle sue stilettate, dei suoi lampi di sentimento improvvisi.
Per cui sarà meglio che mi taccia, e godersi direttamente le parole di Mariacostanza, ex calciatrice tra l'altro della primavera del Firenze e ora in forza in quel San Giovanni calcio a 5 che ormai nemmeno ve lo presento più, tanto lo conoscete e spero gli vorrete, ormai, anche un po' di bene.

Ciao Mariacostanza, grazie di essere ospite del mio blog! ti va innanzitutto di presentarti ai lettori?


Ciao Omar, grazie a te per ospitarmi oggi nel tuo spazio. È sempre bello leggere delle mie compagne di squadra attraverso il tuo blog, mi rendo conto che ancora le conosco così poco, so molto meno di quel che potrebbero raccontarmi. Quindi ti ringrazio, questo è un modo prezioso per venire allo scoperto e nello sport declinato al femminile, come sai, non è mai scontato. 
Bene, mi presento, mi chiamo Mariacostanza Aterini, da sempre Cocca, da quando da bambina mi sono innamorata di Lady Cocca (la gallina nel cartone animato Robin Hood); da lì mia mamma, poi le mie amiche mi hanno iniziato a chiamare Cocca e non hanno più smesso. Ho ventisette anni e da poco meno di un anno mi trovo a giocare nella squadra San Giovanni calcio a 5. Spero che questo possa bastare come presentazione.

Si che può bastare, anche se sarà difficile d'ora in poi per me chiamarti Mariacostanza, una fatica proprio, visto che adoro Lady Cocca!!

So che sei arrivata al calcio a 11 piuttosto tardi, ormai maggiorenne; quale sport praticavi prima, e come mai questa folgorazione per il pallone? e tra l'altro la tua, come prima esperienza, non è stata davvero male...ce la vuoi raccontare?

Si, ho iniziato un po’ tardi, devi sapere che dieci anni fa non c’erano squadre di calcio a 11 o a 5 qui vicino. Fino a 18 anni ho giocato a pallavolo, magari la mia carriera sportiva sarebbe stata diversa se avessi fatto la scuola calcio, avrei imparato molto di più, a livello tecnico e tattico quanto meno; nonostante questo, ti dico la verità, mi sento molto grata alla pallavolo e agli insegnamenti che mi ha trasmesso. Come sai, è uno sport privo di contatto fisico, ti spinge a privilegiare la concentrazione e il senso di unione con le compagne. È uno sport che richiede tanta tecnica, tanti allenamenti, molto più del calcio, tutto deve riuscire perfettamente, e la squadra deve andare armonicamente, altrimenti la palla cade a terra. E poi, nella pallavolo trovi un rigore e una disciplina che il calcio non conosce, un rispetto dei ruoli e un’attenzione ai particolari che mi piace ricordare, custodire e, quando riesco, praticare anche nella vita di tutti i giorni. 
Poi c’è stato un cambiamento brusco, ho smesso con la pallavolo e iniziato calcio a 11, così dal nulla, a diciotto anni. Ho sempre giocato un po’ a calcetto con qualche amico, e anche con qualche amica, piccoli tornei ma niente di serio. Alla fine ho fatto un provino, se così si può definire, a Firenze.

Con la gloriosa maglia viola


 Mi hanno chiesto di rimanere nella rosa della Primavera e non ho potuto non accettare, è andata più o meno così. Quell’anno a Firenze, in quella che oggi è la Fiorentina, è stato intenso, rinfrescante ma anche molto difficile: ero indietro, tutte le mie compagne, anche più piccole, erano molto più brave di me, non avevo speranze di competere con nessuna di loro e a volte, per la mia incapacità, mi sono sentita in imbarazzo. Qualcuna delle mie compagne, tipo Ilaria Borghesi (attuale compagna nel San Giovanni e amica), mi prendeva un po’ in giro perché ero proprio scarsa e del tutto stridente con quell’ambiente in cui tutte sapevano giocare a calcio e fare un numero indefinito di palleggi, io invece ne facevo al massimo tre (adesso trenta, non è che sono migliorata tanto). Anche io mi sarei presa in giro, ero del tutto incapace. 
Ho comunque dei ricordi piacevoli di quell’annata, alcune delle mie compagne dell’epoca tra cui Isotta Nocchi, Costanza Razzolini, Costanza Esperti, Carolina Cosi, le ho ritrovate anche negli anni successivi (come compagne o avversarie), sono persone in gamba che si stanno affermando con grande impegno nello sport al femminile e per questo le ammiro e ammiro la loro tenacia.

Ancora a Firenze.

Quell’anno con la Primavera del Firenze, arrivammo seconde in Italia, dietro il Torino. Ho giocato poche partite, pochissime, ma ho imparato tantissimo, primo su tutti ho riconosciuto in me uno spirito di sacrificio che non conoscevo e poi, ho imparato che l’impegno, la volontà, la costanza ti possono veramente portare lontano, ma lontano davvero, dove il talento da solo non arriva.

Prima di tutto grazie per la sincerità, di solito si tende a sottolineare i propri meriti, tu invece non hai esitato a porre in evidenza i tuoi limiti, anche se per me forse hai pagato una mancanza di esperienza pregressa nel calcio a 11 piuttosto che di talento...secondo me iniziare di punto in bianco a diciotto anni ed essere comunque opzionata per rimanere in rosa è un risultato veramente ragguardevole, che ti fa onore.

Una sola cosa, ma quando parli di "Costanza che ti può portare lontano" ti riferisci a Costanza Esperti o Costanza Razzolini? (Scusate, è una freddura tristissima ma Mariacostanza mi ha autorizzato a lasciarla :-)

Dopo il Firenze sei comunque passata alla Stella azzurra di Arezzo, in serie C, una squadra di tutto rispetto; cosa ci racconti di questa compagine che ricorre spesso nei ricordi di voi calciatrici, e della quale sarebbe bello sapere di più?

Esatto. Sono andata nella “Stellina” dove ho conosciuto Ilaria Ciofini, mia compagna nel San Giovanni, tra le dieci persone più divertenti e sorridenti al mondo. Scelsi la Stella Azzurra perché avevo bisogno di giocare partite e non stare sempre in panchina. 

Alla Stella Azzurra.


Sapevo di essere indietro e non all’altezza di giocare in quella che sarebbe diventata la Fiorentina; mi son detta che un giorno magari ci sarei tornata, prima pero avrei dovuto imparato a giocare meglio. Ero ancora troppo inesperta, nonostante la stazza non reggevo neanche i colpi fisici. Avevo proprio bisogno di sputare sangue nel rettangolo di gioco e così è stato nei due anni alla Stella Azzurra.  Di quei due anni (di cui il secondo in serie B), il privilegio più prezioso è stato giocare al fianco di Serena Patu, un pilastro della storia calcistica fiorentina; mi faceva troppo ridere, una persona acuta oltre che un fenomeno calcistico, adesso è mamma di due bambini, scommetto che nell’essere mamma ha conservato la stessa grinta. Mi piace ricordarla con il fango in faccia che esulta l’ennesimo goal segnato. Altre figure calcistiche importanti sono state Elena Bruno e Martina Pitzus, due giganti del calcio di qualche anno fa, ma credimi quando ti dico che la loro grandezza, prima ancora che calcistica, era ed è umana. Tra me e loro c’era vent’anni, mi sono fatta trasportare dai loro insegnamenti e guidare dalla loro esperienza.


Credo che campionesse vere e donne di calcio a tutto tondo come quelle che hai citato possano offrire davvero un bagaglio immenso dal quale attingere, magari sono delle "dure" di vecchia scuola ma se hai l'umiltà e l'intelligenza necessarie puoi imparare da loro tantissimo, e sono persone come loro che secondo me sapranno salvare un calcio femminile che già sta iniziando a perdere un poco dei suoi valori e della sua purezza.
Dopo la Stella Azzurra, per te c'è stato l'amaranto Arezzo; cosa ci puoi raccontare della prima parte della tua esperienza con questa maglia?


Dopo il fallimento della stella Azzurra sono finita nell’Arezzo e non è stato amore a prima vista, devo essere sincera.

Mariacostanza di giustezza in maglia amaranto.


 L’amore è venuto poi, quando Chiara Tavanti, amica e presidente dell’Arezzo, ha deciso di dare una svolta professionistica alla società. Da quel momento, con promozione in serie B ci siamo avvicinate tanto al professionismo, sono stati anni intensi di grandissimi sacrifici di cui conservo ricordi potenti.

Formazione iniziale dell'Arezzo. Si riconosce, tra le altre, Ilaria Borghesi, attuale compagna di Mariacostanza al San Giovanni.


 Tanto del merito va a Manuela Tesse, allenatrice del calibro di Rita Guarino, che ha allenato l’Arezzo un anno di serie B. Manuela è stata un’allenatrice spietata, ti dico la verità, non accetta scuse, non accetta che tu rimanga indietro, Dio solo sa quante me ne ha dette in quell’anno e quanto ho pianto. Per lei una volta ero “grassa”, poi “scarsa”, poi “troppo distratta”, poi “poco diligente”, poi “lenta” e via dicendo.

I riposanti allenamenti di Manuela Tesse...

 Nonostante questo, quel suo modo spietato e crudelissimo ti permette di entrare in un loop mentale per il quale devi necessariamente superare i tuoi limiti, allenamento dopo allenamento, devi superare i tuoi limiti, correre più forte, arrivare sul pallone per prima, tirare meglio, difendere meglio e così via. 


In azione con l'Arezzo


Ti posso dire che lei mi ha insegnato tutto, probabilmente mi ha insegnato molte più cose di quante ne possa aver imparate. Con lei ho capito la tattica e anche il calcio e, alla fine, le ho voluto davvero molto bene nonostante, soprattutto all’inizio, non ci andassi tanto d’accordo. È stata dura con Manuela. Davvero. Poi, una volta mi ha detto, “fidati di me tiro fuori diamanti grezzi dal fango”. Così è stato, io non mi sento certo un diamante, mi sento decisamente fango, però già il fatto di poter arrivare ad essere diamante, a volte mi permette di trovare lo slancio per superarmi costantemente. 


Dopo i sacrifici e le lotte, c'è sempre una gioia.

Durante l’esperienza con l’Arezzo poi, ho preso un anno sabbatico per compiere gli studi a Barcellona, ho lasciato il calcio per un anno, è stato bello sentirne la mancanza ma anche ritagliarmi uno spazio mio, autonomo da lui, dal calcio.


Che prova deve essere stata..si, forse non sei un diamante, va bene, ma non sei nemmeno fango, te lo assicuro; sei una pietra comunque preziosa, come tutte le calciatrici.
Quali sono stati i momenti più belli sul rettangolo verde? trionfi di squadra, ma anche gioie a livello personale?

Tra i momenti più belli del calcio a 11 ricordo la promozione con la Stella Azzurra, ma anche il secondo posto (dietro il Florentia) con l’Arezzo che ci ha permesso di rimanere in serie B nazionale dopo la riforma dei campionati. Sono state annate intense. Un altro bel momento è stata la partita Arezzo-Genoa, lo scorso anno, era fondamentale vincere per non retrocedere e alla fine vincemmo davvero; pensa che il 25 aprile e il 1 maggio che hanno preceduto questa partita ci siamo allenate, non abbiamo fatto nessun giorno di festa per allenarci.. Vincere quella partita è stata una grande emozione, ci siamo sentite profondamente appagate, ci ha dato uno slancio di speranza meraviglioso; in quella partita, indossavo la fascia di capitano al braccio, e tutta quella contentezza  in me si è amplificata. 
Il momento più brutto, invece, è stato indubbiamente la retrocessione con l’Arezzo lo scorso anno, è stato un momento di grande delusione, tanti anni spesi ogni giorno dietro un pallone, tanto tempo passato a difendere una maglia per poi retrocedere amaramente. Però ero abbastanza serena, in quell’anno calcistico, ho veramente fatto tutto quello che era in mio potere, umanamente e calcisticamente, per rimanere in categoria; purtroppo, non ce l’abbiamo fatta, più di così non potevo fare. Dispiace perché era una squadra di grandi nomi la nostra (eccetto il mio), magari insieme avremmo potuto fare di più. Un detto brasiliano dice: “da soli andiamo più forte ma insieme andiamo più lontano”. Forse avremmo dovuto dargli ascolto, vabbè, non è andata. Il passato è passato.

Prima della battaglia.

Il bello del tempo che passa è che ci guarisce le ferite, anche se paghiamo il dazio di invecchiare.
Ci puoi parlare adesso del tuo ruolo di difensore? è forse quello più impegnativo, che meno glorifica una calciatrice, tanti sacrifici e poche gioie personali...

Il ruolo del difensore è pieno di responsabilità e rischi. Si toccano un sacco di palloni e è divertente. Si segna poco, ma quando ti trovi davanti alla porta non sbagli quasi mai. Ho segnato pochi goal nella mia carriera, per lo più di testa, o di rapina, nessuna grande azione, mi sono semplicemente trovata nel posto giusto al momento giusto. Quando giochi lontano dalla porta avversaria, ogni volta appena te ne avvicini, hai una gran voglia di far goal. La volontà e la grinta e lo spirito di sacrificio credo che siano le mie doti migliori, non ho talenti particolari, sono una persona comunissima e una sportiva come tante altre, però ecco se mi chiedi un tratto distintivo come giocatore credo che quelle siano le doti che mi distinguono.

Riscaldamento.


Una delle più belle descrizioni del ruolo che abbia mai letto...e comunque volontà e sacrificio sono delle gran belle peculiarità in una calciatrice.
Da difensore avrai certo incrociato molte delle attaccanti più forti degli ultimi 10 anni; quali sono state le più difficili da marcare in assoluto?


Essere difensore mi ha permesso di marcare attaccanti anche “famose”: ho marcato Baresi, Marinelli, Nocchi, Prugna, Cafferata e altre giocatrici che adesso militano in serie A; sono stati duelli difficili (che sicuramente ho perso, credo di aver tirato anche qualche spintone), mi piace ricordarli però, tutte loro hanno un futuro promettente, anche in termini di nazionale e di “donne nello sport”, mi piace pensare che, marcandole, possa aver contribuito, anche in minima parte, alla storia del calcio femminile.

Secondo me però tendi troppo a sminuirti, non ti conosco e non ti ho mai vista giocare, ma non credo che abbiano avuto vita molto facile con te. In ogni caso eri li a giocartela con loro, e come dici anche se le "ricordate" sono solo le più famose, credo sia giusto in questo caso onorare te che ti sei battuta con forza e tenacia.
Passiamo ora al tuo viaggio nel futsal, direttamente nel San Giovanni calcio a 5 di Mirco Bossini; cosa ti ha fatto scegliere questa disciplina dopo tanto calcio a 11?


Mariacostanza al San Giovanni calcio a 5


Si adesso eccomi qua, nel San Giovanni, dove credo che rimarrò per un bel po’. 
La mia esigenza di cambiamento è stata più che altro lavorativa, anzi più in generale avevo esigenza di cambiare vita, dedicarmi alla mia professione che adoro moltissimo, alle persone che amo e alle passioni che oltre al calcio compongono la mia vita. Non potevo più dedicarmi 7 giorni su 7 al calcio, e per quanto ami lo sport e per quanto lo sport mai mi abbia mai tradito, stavo letteralmente soffocando. Per questo motivo la scorsa estate sono finita al San Giovanni, senza aspettative. 

Verso un goal.


In realtà, pensavo che un ambiente troppo familiare non mi sarebbe andato tanto a genio dopo anni di rigore e disciplina. Invece, ho capito che era tutto quello che mi mancava, tutto ciò di cui avevo bisogno. Tornare un po’ alle origini, quando lo sport era un momento distensivo, in cui rilassarmi, esprimermi e stare bene. Per questo motivo ho intrapreso questa scelta e ogni volta ringrazio Daniele, la sua insistenza mi ha permesso di dare una svolta e ne avevo bisogno, non lo sapevo ma ne avevo bisogno.

Mariacostanza con Daniele Scarpellini, in uno dei tanti ritrovi di questa affiatatissima società.


A volte si trovano persone e società che possono regalarti molto quando meno te lo aspetti, credere e avere fiducia in nuovi progetti e nuove realtà a volte ripaga, ti sei gettata nel futsal senza pregiudizi dopo una vita di calcio a 11, e la tua attuale fortuna è tanto anche merito tuo. Hai ragione a ringraziare, ma devi anche essere ringraziata a tua volta, secondo me.
In che ruolo giochi nel calcio a 5?

Sono un’ala, un centrale. Non lo so, ancora lo devo capire. Più ala che centrale, forse. Tra i momenti più belli con il San Giovanni c’è sicuramente la promozione di quest’anno. Personalmente anche la prima partita o il primo allenamento sono stati dei bei momenti, ero emozionata come una bambina. Ambiente nuovo, facce nuove, tipo il primo giorno di scuola, la stessa sensazione.

Intermezzo; come ho già anticipato nell'introduzione sei anche una scrittrice (si, non me lo hai detto tu, l'ho scoperto per caso in rete mentre cercavo notizie su di te...) particolare che non poteva non colpire la mia attenzione essendo a mia volta un appassionato fabbricante di parole. Cosa ci racconti della Mariacostanza narratrice? Hai scritto un diario della quarantena che mi ha letteralmente rapito il cuore, te ne ringrazio profondamente in quanto sei riuscita a rendere poetica una cosa che è stata tutto tranne che quella, e per me che l'ho vissuta in prima linea è stato davvero un viaggio toccante, e ora finalmente associerò qualcosa di bello a tutto lo schifo di questo periodo.
 Ma ti si può trovare anche in libreria; ci parli del tuo libro, "Inchiostro e bignè" pubblicato da Leonida e disponibile su IBS per chi fosse interessato?

Accidenti, mi hai scoperta. Non è la prima cosa che mi capita di raccontare di me. Scrivere è un rito un po’ segreto, tipo un terapista personale. Mi permette di “guardarmi da lontano”, razionalizzare, e ordinare, almeno per un attimo, un sacco di sensazioni contrastanti. Non credo che sia niente di speciale, anzi penso che ognuno, in fin dei conti, sia un narratore di una storia, della propria e di altre storie che incrocia nel tempo. Quel piccolo libro di cui mi parli, l’ho costruito negli anni del liceo, adesso nel leggerne i passaggi quasi non mi riconosco più, però ci sono legata, è un pezzo di me, se vuoi lo cerco e te lo porto, dovrei averne una copia in casa.

Ti ringrazio molto, ma non so se avrò la pazienza di aspettare, mi interessa già a partire dalla descrizione in quarta di copertina, e smanio per leggere ciò che mi colpisce...

....e come si può notare, essendo mia la manona, non ho aspettato...

Torniamo ora al futsal e al mesto presente; Pensi che il calcio a 5 si riprenderà presto dalla batosta dello stop per pandemia? quando si potrà tornare a giocare (seppure a porte chiuse) pensi che il vostro gruppo tornerà a essere unito e coeso come se niente fosse successo, oppure sulle prime avrete difficoltà a ritrovare la migliore condizione e la concentrazione necessaria?

Credo e spero di ripartire presto. Anche solo incontrare di nuovo le mie compagne. L’alchimia di squadra è un affiatamento molto diverso dall’amicizia, si coltiva giocando, passando del tempo “sportivo” insieme e costruendo una fiducia e una fedeltà sportiva che non coincide proprio con l’amicizia. L’amicizia è un'altra cosa. È un legame diverso da quello che si crea tra compagni di squadra, non voglio dire che sia più o meno profondo, è solo diverso. Poi, ci può anche essere un rapporto d’amicizia, certo. E quell’affiatamento tra noi, se c’era, se era radicato, lo ritroveremo non appena inizieremo di nuovo a passarci la palla. 
La verità è che a livello di squadra non è stato scontato formarci e unirci. Ci sono state molte frizioni tra di noi che nel tempo abbiamo saputo superare. Tante persone con storie sportive e passati sportivi così lontani hanno un modo di concepire lo sport anche molto diverso. Quindi ognuna di noi ha smussato gli angoli del proprio carattere per il buon esito di quest’annata che ci ha regalato la promozione, anche questo significa essere squadra. Sono molto grata alle mie compagne, dalla prima all’ultima, davvero. Hanno saputo accogliermi e aspettarmi, capirmi, e a volte hanno accettato di stare in panchina quando ho giocato al posto loro; allo stesso modo, voglio dirti e voglio dire loro che sarei disposta a stare in panchina per permettere loro di giocare. E le guarderei volentieri dalla panchina perché sono proprio belle. In fin dei conti, nonostante abbia un pochino più di esperienza di loro, mi hanno insegnato tanto quest’anno, molto più di quanto sia riuscita a fare io con loro.

Se vi dico che questa è stata un'intervista difficile da curare perchè zeppa di riflessioni argute quanto di disarmante e commovente sincerità, adesso ci credete? Al prossimo allenamento ti aspetteranno dei pedatoni, perchè le avrai fatte piangere con queste parole, ma saranno ancora di più gli abbracci sinceri, l'avessi io un'amica come te che mi scrive cose come questa.

Per finire; come ti senti, MariaCostanza? quali obiettivi, sportivi e non, ti poni, tu che sei ancora giovanissima?

Giovanissima non proprio, ma grazie Omar. Mi sento le energie di una ventenne e questo mi spinge sempre a vedere e  a buttarmi un po’ oltre il pensabile. 
Forse ti deluderò nel dirti che i miei obiettivi si sono un po’ ridimensionati nel tempo. Per anni lo sport è stato totalizzante per me, per anni ogni giorno ho dedicato la mia vita e il mio tempo allo sport. Ed è stato maestro di vita, è stato un compagno prezioso, un bel posto in cui evadere un attimo. Per questo sarò sempre grata allo sport e al calcio, nella declinazione più “professionale” con il calcio a 11, e nel suo modo d’essere così semplice e leggero che ho conosciuto con l’esperienza a San Giovanni. Quest' ultimo anno mi ha permesso di avvicinarmi ad un ambiente puro, senza troppe robe sopra, in cui si gioca solo per giocare, per amore dello sport, e ne sono davvero contenta. Ma davvero. Spero proprio che la promozione (appena sarà confermata) mantenga questa purezza e quest’ingenuità del San Giovanni di cui, in quest’annata, mi sono un po’ innamorata.

Mariacostanza ci saluta con un bel sorriso e un sguardo verso il futuro..al San Giovanni calcio a 5


E meno male che il San Giovanni non è una persona fisica, perchè me ne sto innamorando anch'io e ti vedrei come una rivale...scherzi a parte, non sai quanto sono felice di avere incontrato una società come la vostra, io per il mio blog cerco appunto quella poesia e quella passione di cui parli, e anche se essa non manca mai in qualunque intervista riesca a pubblicare, nel San Giovanni calcio a 5 la ritrovo nella sua forma più pura. Francois Truffaut chiedeva al cinema di "stare nella vita per intero", ecco, Il San Giovanni sta nella passione pura per intero, e questo anche grazie a persone come te, Mariacostanza, che si sono consacrate alla causa con tutto il loro cuore.
Non sminuirti, e non avere paura di deludere qualcuno, io e qualsiasi altro lettore con la giusta sensibilità non penseremmo mai a obiettivi ridimensionati, perchè non è vero, tu ami veramente la tua maglia e questa è il tuo orgoglio, e i riflettori e i blasoni non valgono la tua felicità. Vai fiera di qualsiasi cosa tu abbia fatto e che farai, sei nella società giusta dove sentirti te stessa, pienamente serena e realizzata, ed è questo che auguro a te e a tutte le tue compagne, creatrici di sogni nei palazzetti.


DANIELE SCARPELLINI, allenatore.


Care amiche e cari amici,

Finalmente il mio progetto si arricchisce di una nuova figura che bramavo molto di presentare; l'allenatore di Futsal. So che tante calciatrici che hanno avuto la bontà di rispondere alle domande sono anche allenatrici, ma non avevo mai avuto un mister di ruolo in una prima squadra, e questa è una grande occasione per me e per il blog. Che poi Daniele Scarpellini non è un mister come tutti gli altri, è il mister del San Giovanni calcio a 5, e voi tutti sapete quanto ci tenga a questa piccola grande realtà del Futsal valdarnese. Daniele è stato veramente gentilissimo, esaustivo e coinvolgente, ed è con grande piacere che ve lo presento!!

Il Mister in azione

Ora lasciamo la parola al Mister, per tanti di noi è l'occasione per imparare qualcosa;

Ciao Daniele, è un vero piacere averti su "Il viola e il rosa" ti vuoi innanzitutto presentare ai lettori?

Ciao a tutti, sono Daniele Scarpellini, ho 37 anni, sono Perito meccanico e lavoro in una grande azienda qui del territorio.
Il Calcio fin da piccolo è sempre stato la mia più grande passione poi negli ultimi anni ho scoperto il mondo del Futsal e da subito me ne sono innamorato e appassionato.

Mi sto innamorando anch'io del futsal femminile, e solo grazie a voi.
Prima di un Daniele allenatore, c'è stato e c'è un Daniele sportivo? hai praticato calcio, futsal o altri sport?

Si c’è stato il Daniele sportivo dall’età di 7 anni, quando il mio babbo mi portò per la prima volta agli allenamenti di Calcio nella Squadra del mio paese Castiglion Fibocchi, e fu amore a prima vista.
Fino a 4 anni fa’ ho giocato in FIGC, e tutt’oggi mi alleno e gioco in una squadra amatoriale.
Nella mia storia calcistica mi sono tolto molte soddisfazioni, sia personali che di squadra, conoscendo molti ragazzi con i quali, grazie ai social, siamo ancora in contatto.
Il Calcio è stato una scuola di vita e parte  fondamentale,sono stati tutti quei Mister che mi hanno lasciato qualcosa d’importante e li ringrazio uno ad uno.
Nella mia carriera calcistica ero un attaccante, segnando più di 150 Goal nei campionati dilettantistici, dall’Eccellenza alla Terza categoria. 
Ho vinto 5 campionati, e se nel 2003 non avessi avuto un gravissimo infortunio al ginocchio destro, forse mi sarei potuto togliere altre soddisfazioni.

Ultima squadra dove ho giocato in FIGC Asd Ottaviano Pazzi (ero anche Capitano) NB le didascalie sono tutte di Daniele.

Come dico sempre “lo sport prende e lo sport da" era una frase di un mio vecchio allenatore!
Il Futsal però è sempre stato nella mia vita, tornei estivi, campionati invernali ( senza che le società lo venissero a sapere) ero affascinato da tutta quel mix di tecnica, velocità e coordinazione.

Complimenti, specialmente per le caterve di goal che hai segnato! Hai ragione, gli infortuni hanno fatto terminare anzitempo tantissime carriere, ma fortunatamente sei riuscito a reinventarti, tanti e tante non ce la fanno e lasciano del tutto lo sport, ed è molto triste.
Puoi raccontarci l'inizio della tua carriera da Mister, le prime squadre che hai preso per mano?

La mia carriera di allenatore è iniziata un po’ per caso, io e mio fratello Gabriele avevamo una società di calcio la “ASD Ottaviano Pazzi” e all’interno di essa una squadra di calcio a 5 femminile.

Prima squadra Da Allenatore, Rassegna Nazionale Calcio a 5 Femminile ( seconde classificate) Si riconoscono, tra le altre, anche Francesca Tanzi e Marsy Milaqi


Per alcune vicissitudini le ragazze rimasero senza allenatore, e da lì a poche settimane c’era la rassegna nazionale di calcio a 5 femminile.
In quel momento le ragazze mi chiesero di seguirle e da lì è partita la mia avventura in questo mondo.
Quel momento è stato come ripartire da zero, proprio come quella volta che il mio Babbo mi portò al campo di calcio.
 In quelle finali nazionali arrivammo secondi, è stato un vortice di emozioni incredibili.
 L’anno successivo, abbiamo fatto il campionato amatoriale sempre con lo stesso gruppo, però fin dalla preparazione improntai un lavoro molto più specifico, concetti tecnici, tattici e soprattutto di squadra.

Primo Campionato da Allenatore Asd Ottaviano Pazzi (campionato amatoriale)

La prima difficoltà che ho incontrato è stata, proponendo un nuovo metodo di allenamento,far cambiare l’approccio mentale delle giocatrici, però dall’altra parte c’era un gruppo di ragazze che aveva voglia di imparare e crescere.
A fine anno lo stesso gruppo aveva voglia di alzare ancora il livello e ci siamo iscritte al Campionato di Serie C Femminile, come Asd Ottaviano Pazzi Terranuovese.


Primo anno in FIGC Serie C Femminile Asd Ottaviano Pazzi


Quell’annata è stata molto positiva, due ragazze in rappresentativa regionale, Lovari e Peruzzi, e in campionato abbiamo battagliato alla pari con squadre veramente attrezzate e da molti anni in categoria, posizionandoci a fine anno  ottavi in classifica.

Credo che sia stato davvero un bel percorso, ne me aveva già parlato Francesca dell'Ottaviano Pazzi ed è stato bello saperne ancora di più.
Quando sei arrivato al San Giovanni calcio a 5? hai allenato subito la prima squadra femminile o anche compagini maschili?

Dopo l’anno con l’Asd Ottaviano Pazzi nella serie C Femminile, purtroppo alcuni eventi portarono ad approdare al San Giovanni C5 in blocco unico, Allenatore e Giocatrici.
Abbiamo Sposato il Progetto del Presidente Bossini, senza il quale, oggi non saremo qui a scrivere la storia del Calcio a 5 in Valdarno.

Passaggio al San Giovanni C5 qui con il Presidente Bossini (foto della presentazione)

Oltre la squadra Femminile ho avuto la possibilità di allenare i Giovanissimi 2003/2004 e ancora oggi seguo.



Oltre alle Ragazze i miei Giovanissimi 2003/2004

Trasferta all’Elba di quest’anno con i miei ragazzi dell’ Under 17


Ecco, mi piace questa tua frase, "Scrivere la storia del Calcio a 5 in Valdarno" fai bene a riconoscere i meriti tuoi, della società e delle ragazze, con la promozione in A2 state davvero scrivendo pagine memorabili e credo che ne scriverete presto altre.
Parliamo ora della tua avventura con le ragazze del San Giovanni; quali sono i momenti che vuoi salvare?

Primo anno a San Giovanni Calcio a 5 Serie C Figc


Il primo anno a San Giovanni è stato positivo, abbiamo continuato il nostro percorso di crescita, inserendo nella rosa giocatrici,che abbinassero esperienza e spirito di squadra e tra queste c’era Daria Nannelli.. 
Non ci sono parole per quello che è successo, una ferita che mi rimarrà per sempre, lei era una vincente, non voleva mai perdere, nemmeno le partitelle, si arrabbiava e sbuffava, quando si lavorava atleticamente mi avrebbe ucciso, però era una giocatrice fantastica che con la palla faceva quello che voleva.
Mi ricordo durante una partita ,eravamo sotto di un goal, ad un certo punto Daria mi si avvicina e mi dice: Mister ti posso dare un consiglio?!(mi propose di cambiarla di ruolo) Accettai il consiglio, è vincemmo la partita grazie a lei.
Da quel momento tutte le volte che devo prendere decisioni le chiedo sempre un consiglio..  

Questa è la partita in cui ho ascoltato il consiglio di Daria e abbiamo vinto!


Dopo quest’annata e la tragedia che ci aveva colpito, in accordo con la Società decisi di “farmi le ossa” e andare a fare il vice di Mister Massi nella C1 Maschile, lasciando le ragazze a Mister Bossini e poi Mister Donati.
Con la prima squadra maschile è stata un’annata molto difficile, a Dicembre da vice sono diventato Allenatore.
Tante belle partite ma poche vittorie, un gruppo da ricostruire e da riprogrammare, per me è stato comunque un anno che mi ha fatto crescere tantissimo sotto tutti i punti di vista.

Quest’anno sono ritornato ad essere l’Allenatore della Femminile ed ho voluto fare tutto con la massima serietà e precisione.
Un gran “calcio-mercato” ci ha fatto fare il definitivo salto di qualità, che era mancato in tutti questi anni.

Quest’anno al Memorial “Daria Nannelli” e il mio ritorno ufficiale sulla panchina delle Ragazze del San Giovanni.

Oltre al gruppo storico, sono state inserite giocatrici importanti e questo mix ha portato ad un’annata strepitosa; i numeri parlano da soli, tutte vittorie, due pareggi e una sola sconfitta, abbiamo vinto il campionato con 4 giornate d’anticipo.
Da Allenatore una soddisfazione immensa, una Squadra che ti segue in tutto e vedi le tue idee trasformate in campo, non potevo chiedere di più.

Durante una trasferta a Grosseto.

Le vittorie più belle sono state: a Montecalvoli (dove secondo me è stata la svolta del Campionato), a Pisa contro il CUS e senza dubbio in casa contro il Pistoia, una vera e propria dimostrazione di forza davanti ad un palazzetto pieno di tifosi e la matematica Vittoria del Campionato! Il Massimo che si poteva chiedere!

La Vittoria di quest’anno a Montecalvoli per 5 a 2 ( la partita della svolta)



Un ringraziamento speciale va al mio Staff che in tutta la stagione ha fatto un lavoro fantastico dal mio vice Di Caterino, dal preparatore dei portieri Capponi alla mia Super Dirigente Cavuti, senza la quale non saprei proprio come fare, mi organizza tutto prima che glielo chieda!Una Veggente!!! 

Con la Mia Super Dirigente Cavuti (foto della presentazione)

Grazie soprattutto al Presidente Bossini che ci è stato vicino dandoci supporto con la sua esperienza e la sua tempestività nel risolvere qualsiasi tipo di problema.

E infine un ringraziamento particolare anche a tutti i tifosi, genitori, amici e amiche che tutti i venerdì ci hanno incitato dagli spalti sia in casa che in trasferta facendo tanti km per stare con noi! Grazie a tutti!

La finale di Coppa Toscana



Grazie a te Daniele, sei stato veramente emozionante, un intervento meraviglioso! e ogni volta che ricordate Daria Nannelli ognuno di voi aggiunge qualcosa di lei, qualche sua sfumatura, il modo più bello per tramandare la sua memoria,e te ne ringrazio. Come ti ringrazio per i complimenti a Mirco e Noemi, ormai degli amici per cui ogni attestato di stima mi riempie di gioia.
Ora una domanda alla quale nessuno può rispondere meglio di te; raccontaci brevemente e in modo informale il calcio a 5, che molti lettori non ne conoscono nemmeno le basi. Quanti tempi ci sono, e di che durata? quante sostituzioni si possono fare? esistono le espulsioni dirette? e infine, quali sono i ruoli del calcio a 5? e puoi dirmi  i nomi delle tue ragazze che rispettivamente li ricoprono?

Pensieri prima delle partite...


 Il Calcio a 5 viene giocato innanzitutto 5 contro 5, 4 giocatori di movimento più il portiere, quest’ultimo può diventare di movimento, con delle regole ben precise e viene spesso usato dalle squadre che stanno perdendo negli ultimi minuti della partita “il famoso portiere di movimento”.
Nei campionati regionali i tempi sono 2 da 30 minuti, nel Nazionale sempre 2 tempi ma da 20 minuti effettivi. Le sostituzioni sono infinite puoi cambiare quante volte vuoi, ci sono ammonizioni ed espulsioni come nel calcio, l’unica differenza si ha quando un giocatore viene espulso, la sua squadra giocherà 2 minuti in inferiorità numerica, a meno che non venga subito un goal, in quel caso può rientrare subito.

I ruoli in questo Sport sono: Portiere, Difensore centrale, Laterale e Pivot. 

La mia rosa è composta da: 

Portieri: Pacitto,Liguori,Milaqi

Difensore Centrale: Ciofini.

Laterali:Tanzi,Berlingozzi,Innocenti,Aterini,Bazzini.

Pivot:Borghesi,Staiano,Medori.


Grazie davvero, il Futsal spiegato ai principianti in modo semplice, breve e conciso, come solo un esperto riesce a fare senza perdersi in spiegoni e panegirici. Hai dato a molti lettori le basi per seguire una partita di Futsal senza perdervisi, io l'ho visto poco e male in Tv quando si degnano di passarlo su Rai Sport, ma da quando vi conosco voglio diventarne un cultore, e tutto si impara dal principio.
Adesso devo farti domande meno liete; da Mister come hai vissuto la pausa forzata causa pandemia? soffri molto la lontananza dalle ragazze? e temi che col passare dei mesi il gruppo possa perdere fiducia e concentrazione?

La Pandemia è stata qualcosa di impensabile, come essere in guerra, il caos più totale nell’andare a far la spesa, l’impossibilità di spostarci, stare chiusi forzatamente in casa, un’esperienza che mi ha fatto riscoprire i veri valori, le cose serie a cui pensare.
Il divieto di non allenare e preparare le partite tutte le settimane è stato un bel colpo da assorbire, le Ragazze mi mancano, anche se con tutte ci sentiamo tramite video chiamate su Zoom oppure chiamate private con ognuna di loro.
Ormai le giocatrici hanno acquisito sicurezza e fiducia nei propri mezzi, l’unica cosa forse che saranno un po’ a corto di fiato come si dice in gergo, questo non è un problema, ci penso io! Vedo ancora lontana la possibilità di riprendere con gli allenamenti quindi avremo tutto il tempo per riaccendere i motori e la testa! 

Beh, con quel "ci penso io" non vorrei essere nei panni delle ragazze, te lo dico sinceramente, mi immagino gli allenamenti intensivi che proporrai loro...in fondo non è poi così male lo sport vissuto dagli spalti o dalla poltrona! scherzo ovviamente.
Cosa ti aspetti per il mondo del Futsal quando potrete ripartire? E come sarà giocare senza il vostro pubblico?

Per il nostro mondo del Futsal mi auguro di poter ripartire quanto prima, sono consapevole però che finché non avremo garanzie certe non ci faranno rientrare in palazzetti e palestre.
Giocare senza pubblico sarà meno bello e meno passionale, detto ciò siamo abituati ad allenarci senza pubblico, quindi faremo di necessità-virtù, diciamo ci sono cose più gravi nella vita.

Ultima domanda; cosa vuoi dire a chi esita ancora nel seguire il Futsal femminile?

Gli posso dire la mia esperienza, sei anni fa sono andato a vedere una partita di calcio a 5 Femminile e sono rimasto folgorato da come questo Sport esalta le qualità di una Donna.
Questo è uno sport che in cui serve molta applicazione e concentrazione; ci sono tanti movimenti schematizzati, e una donna su questo è molto più forte di un uomo.
Vedere giocare delle ragazze così bene, ti emoziona e ti fa’ innamorare di questo Sport!
Ultima cosa, ti ringrazio per avermi dato la possibilità di parlare della mia carriera, della mia Squadra e di questo bellissimo Sport! 

Un Daniele "docciato" durante la festa promozione vi saluta.


Sono io che ringrazio te Daniele, per la tua gentilezza e la tua competenza, hai mantenuto altissimo il livello delle interviste del progetto San Giovanni Calcio a 5, ogni persona una scoperta, grazie a te abbiamo imparato sul Futsal tutto quello che c'era di importante da sapere, e ci siamo emozionati con le tue storie, il tuo percorso, il tuo immenso orgoglio di fare parte di questa società, di essere il timoniere del San Giovanni, un tecnico che le ragazze stimano e ammirano e che le condurrà nella serie A2 col medesimo spirito vincente. Grazie a tutte le persone come te che rendono possibile queste realtà, e spero di poterti conoscere presto di persona, magari stringendoci la mano, segno che tutto sarà finito e una nuova epoca di divertimento e sport starà per iniziare.



MARGHERITA BAZZINI, laterale


Quando mi hanno parlato di Margherita  la prima cosa che mi hanno detto di lei è stata questa; "E' una ragazza che pensa già come un'adulta, in campo e fuori".
 Un giudizio che  ha fatto molto piacere per lei, ma che a volte viene concesso in modo un poco generoso o per simpatia, non c'è niente di male, anche io sono indulgente con chi ho caro e cara; ma mi è bastato leggere le sue risposte, semplicemente perfette e appunto di una maturità sbalorditiva, per capire che non c'era nessuna esagerazione nella frase suddetta.


Margherita Bazzini


Classe 2003, laterale o fascia dell'ormai iconica San Giovanni calcio a 5, Margherita è quello che si suol dire il prodotto del vivaio del quale la società va orgoglioso, la meglio gioventù cresciuta in casa, con Mirco, Noemi e Daniele che letteralmente l'hanno vista crescere (e, buon, per lei, di crescere non ha ancora finito) e con una sua compagna di squadra che prima è stata anche sua allenatrice...insomma, un romanzo calcistico e umano particolarmente bello, l'ennesimo della storia del San Giovanni calcio a 5, per cui sono lietissimo di presentare, su "Il viola e il rosa" Margherita Bazzini!


Ciao Margherita, grazie ancora di essere mia ospite! Ti va innanzitutto di presentarti ai lettori?

Ciao a tutti sono Margherita Bazzini, vivo a Loro Ciuffenna, ho 16 anni (ad ottobre 17) e frequento la terza superiore del Liceo Scienze Applicate. Sono una ragazza molto...troppo timida, ma quando si tratta di mettermi in gioco non mi tiro indietro. Da quando sono piccola ho praticato vari sport partendo da svariati anni di nuoto: quando mi è stato offerto di passare al livello agonistico, però, ho capito che non mi sarebbe piaciuto fare gare da “sola” con la testa sotto l’acqua. Infatti mi sono resa conto di aver bisogno di un gioco di squadra, del contatto con l’avversario, dello sguardo d’intesa con una compagna. 

Hai ragione, la predisposizione allo sport di squadra è un istinto che non si può sopprimere, ce lo hai dentro.
Chi o cosa ti ha fatto innamorare del futsal? come è nata in te questa passione?

La passione per la palla l’ho sempre avuta fin da bambina e, inaspettatamente a come si potrebbe pensare, mi è stata trasmessa da mia mamma, visto che mio babbo sta iniziando a capire ora come è fatto un pallone!! Fin da piccola mi divertivo con lei a casa e mentre magari le altre bambine giocavano con le bambole o iniziavano ad andare alle lezioni di danza io stavo fuori, talvolta pure in casa (fatto che tutt’oggi fa partire di testa il mi' babbo), a rincorrere, con una felicità incontenibile, quel pallone. 
Così crescendo non ho smesso di “sbombare” (come dico sempre con una mia amica) lungo le pareti di casa e quando mi si è presentata l’occasione di poter provare a fare ciò che mi è sempre piaciuto ho preso la palla al balzo. E facendolo sono entrata nel mondo della futsal con la bellissima famiglia, prima che società, del San giovanni Calcio a 5 alla quale sono legatissima da circa 5 anni (da quando facevo le medie, nel mio paesino). 

Diciamo che la palla al balzo l'hai presa in tutti i sensi!! E permettimi di dire che non potevi trovare società migliore.
Mi fa proprio piacere avere ospite una che, dalle giovanili alla prima squadra, ha giocato  sempre con una sola maglia. In pratica sei alla tua terza squadra all'interno della società, la prima tutta al femminile, ma prima ancora hai giocato con i ragazzi. Ci racconti le tue esperienze come unica bambina /ragazza coi maschi, qualche racconto divertente, qualche trofeo vinto?

Negli anni con la maschile ho vissuto un sacco di emozioni: agli albori abbiamo vinto il campionato 2015-16; nell’ultima annata con la mia prima squadra maschile abbiamo subito una dolorosa ed amara sconfitta ricevuta a Sangiovanni in una semifinale per la vittoria del campionato (contro una squadra con cui, ricordo ancora, avevamo vinto sia nel girone d’andata che in quello di ritorno)! 

La medaglia del campionato 2015/2016


Sotto l’aspetto del divertimento non mi sono mai stancata, nel periodo in cui giocavo con la mia seconda squadra i miei compagni, mezzi “grulli” (a cui voglio un bene dell’anima), mi facevano un ridere come una pazza. 
Ci siamo divertiti molto, per esempio, durante il viaggetto in traghetto (nel quale eravamo noi a dare un po’ di movimento), all’Isola d’Elba dove andavamo per giocare. Mentre eravamo là ricordo che cercavamo disperatamente un pallone e dopo aver pranzato girammo vari negozi e dopo essere riusciti a trovarlo, per giocare, andammo dietro una casa in un posto che sembrava abbandonato, ma che poi si rivelò una proprietà privata e dopo aver sentito il proprietario urlarci partimmo a corsa per mezza isola come se non ci fosse un domani.
In generale comunque sono rimasta molto unita ed anche in contatto con le mie ex squadre che quando posso cerco di andare a sostenere ed incoraggiare, notando che comunque anche loro ci tengono.

Margherita e i suoi amici.


Bravi, meravigliosi tu e loro!! che poi che male faranno dei ragazzi che giocano a pallone.. ce ne fosse di più di ragazzi e ragazze che giocano nei parchi, nei campetti e anche in qualche aia, alla faccia dei proprietari.
Quindi dai, il tuo rapporto con loro era affiatatissimo, sei stata dei loro fin da subito o comunque ci hai messo un pochino a farti accettare?

Il rapporto con i miei compagni è sempre stato ottimo perché, per farvi capire, erano stati loro stessi a dirmi di provare nel loro gruppo di calcetto. Infatti la maggior parte di loro erano miei compagni di classe che si erano accorti della mia passione perché, quando uscivamo, stavo sempre con loro a giocare nel campetto del “Circolo” del paese e vedevano che comunque me la cavicchiavo. Quindi non ho avuto problemi di inserimento, anzi, mi sentivo proprio a mio agio: poi è normale che ogni tanto venisse fuori la battutina, ma era sempre fatta in modo scherzoso!

Qui e nella foto successiva; Margherita coi suoi compagni e Francesca Tanzi.


Molto bene così, mi dai speranza per le nuove generazioni, alla faccia dei soloni che dicono (ma lo fanno da sempre, poi quando sarò "boomer" a mia volta lo farò anch'io, ormai mi manca poco...anche se non credo) che questi giovani  d'oggi non vengono su bene, invece io sono ottimista, perlomeno vi state liberando di tanti pregiudizi travestiti da "tradizioni", che i valori veri, quelli universali, sono un'altra cosa.
So che nella seconda squadra sei stata allenata da Francesca Tanzi, tua attuale compagna di squadra e capitano; cosa si prova a passare da essere una sua calciatrice a giocare al suo fianco?

Francesca è stata mia allenatrice nell’annata 2018-19 quando ero passata nella mia seconda squadra maschile, con i ragazzi di almeno un anno più piccoli di me. Già la conoscevo da un po’ di tempo, ma in quel periodo, essendo io il capitano, l’ho pure “affiancata” per tenere in riga i ragazzi. Come allenatrice è stata veramente brava e soprattutto giusta, perché quando era giusto ci riprendeva, ma in altri momenti stava anche agli scherzi e alle battute. Una sua dote che ho notato molto in quel momento è stata anche la pazienza perché se, durante l’allenamento, non ti tornava qualunque cosa, come uno schema, lei cercava di spiegartelo nel modo più semplice possibile.


Adesso invece è una mia compagna di squadra e anche un bravissimo capitano, che ti sa aiutare e dare la dritta giusta quando ne hai più bisogno (come ogni buon condottiero dovrebbe fare), sia sotto l’aspetto calcistico che sotto l’aspetto umano.   

Capitan Margherita


Meno male che ci sono persone come Francesca nel mondo dello sport, con la loro esperienza e positività sono indispensabili per formare le campionesse di domani.
Arriviamo adesso alla prima squadra tutta al femminile, ma prima voglio chiederti; qual è il tuo ruolo in campo? e da quando lo è diventato stabilmente?

Il mio spazio in campo è sempre stata la fascia, anche negli stage della rappresentativa mi hanno sempre usato in quella zona. In particolare sono quasi sempre messa nella fascia sinistra perché sono mancina e quindi quella è la mia posizione ideale, infatti ormai sono abituatissima a muovermi con la linea della rimessa laterale alla mia sinistra. 
Una delle mie pecche è il fatto di non riuscire molto a trovare spazio per il tiro perché lo specchio della porta si restringe abbastanza per un mancino da sinistra, nella fascia opposta la visione sulla porta sarebbe sicuramente più libera, ma è anche vero che  non essendo troppo abile con il destro (che cerco anche di allenare, anche se non è semplice) tenderei troppo a scoprire la palla al centro del campo. 


Bene, adesso sei praticamente la "figlioccia" di tutte le tue compagne, sei parte di una squadra esperta e quindi non proprio dall'età media verdissima; in pratica e toccandola piano, cosa si prova a giocare con delle vecchierelle? :-) E, scherzi a parte, quanto impari da ciascuna di loro?

Qui e nelle foto successive; Margherita in prima squadra.


Quando ho avuto la possibilità di entrare in questa squadra, sono stata subito onorata e quasi incredula di essere arrivata a questo punto, ma inizialmente (se devo essere sincera) mi è salita un po’ d’ansia perché comunque essendo ragazze più grandi avevo paura di sentirmi messa da parte. Poco dopo che le ho conosciute, però, sono immediatamente diventate le mie vecchierelle preferite e mi sono affezionata incredibilmente ad ognuna di loro! A volte infatti posso sembrare “distaccata”, ma quello deriva dalla mia timidezza (cosa che penso ormai le mie compagne abbiano capito) e dal fatto che penso una cosa cento volte prima di dirla per la paura che ho di sbagliare. Loro però mi hanno fatto sentire immediatamente a casa, e non lo dico per utilizzare una “frase fatta”, ma perché è la pura verità!


Sono tutte ragazze di grande esperienza sotto qualunque punto di vista, ma parlando dell’ambito calcistico posso dire che, quando siamo in allenamento, a volte mi imbambolo un po’ nell’osservare i loro movimenti e cerco di studiare le caratteristiche di ognuna per cercare di imparare sempre qualcosa (come anche il mister mi dice sempre di fare!). 

E il tuo è da sempre il miglior modo per essere accettate e supportate in una squadra, anche se hai compagne eccezionali una giovane deve sempre avere un atteggiamento giusto, e fin dall'inizio.
Mi hanno già presentato le tue compagne di squadra da tanti punti di vista, mi manca però il tuo di esordiente; ce le vuoi raccontare? e che ci dici di Mirco, Daniele e Noemi, coloro che si prendono cura di voi, che vi disciplinano e pretendono molto ma anche vi proteggono e si fanno in quattro per realizzare il vostro sogno?


Partendo dai “piani alti” della società molti possono pensare che questi rimangano estranei alla maggior parte delle cose sotto l’aspetto umano, be’ non è così nel Sangiovanni Calcio a 5.
 Un esempio è Mirco, il nostro Boss, che conosco sin dall’inizio: con lui ho un ottimo rapporto, infatti è una persona estremamente seria quando è giusto, ma è anche molto divertente (infatti spesso mi prende in giro parlando di un presunto fidanzato!!). Un’altra figura fondamentale è quella di Noemi, anche lei la conosco da sempre (è la mia “zia”, come dice sempre lei) ed oltre ad essere la nostra dirigente: che ci segue sempre e comunque portando la sua grinta, che quest’anno si è mutata spesso in lacrime di estrema felicità; è una grandissima donna dalla risata estremamente contagiosa che porta animo nelle serate. Parlando di Daniele posso dire che ci conosciamo ormai molto bene da un bel po’ di tempo e so che è un ottimo mister che ha saputo mantenere perfettamente in tiro mentalmente e fisicamente la squadra. È anche una persona con cui se hai un problema ne puoi discutere tranquillamente ed una sua caratteristica positiva è il fatto che le cose te le dice in faccia chiare e tonde!
Ma adesso veniamo alle mie compagne di squadra…partirò dalle veterane del gruppo tra cui: Silvia che rappresenta la tipologia di fascia che dà alle avversarie un pressing fisico esaustivo; Marsy che è uno dei nostri buoni portieri; infine la Medo che è la classica punta che si aspetta il pallone nei piedi per potersi girare e tirare. Poi abbiamo Giulia Liguori, lei è un buon portiere che quando chiamato in causa ha sempre risposto presente, inoltre è una buona amica con la quale mi confido molto piacevolmente nei viaggi Loro-Sangiovanni. L’altro portiere è la nostra Pacio, detta “gatto” per come riesce a lanciarsi per prendere qualsiasi tipo di tiro che cerchi di violare la sua porta (tranne, come le diciamo scherzosamente, negli allenamenti del lunedì  ;-). Poi abbiamo Anna, la più vicina a me con l’età (ma comunque già maggiorenne), lei è una forza della natura, non importa cosa le metti davanti, lei vi si scaglierà comunque, e se in partita hai bisogno di una persona che cambi il ritmo per spronare le altre lei è quella giusta. Parlando sempre di pivot abbiamo la nostra bomber, il capocannoniere della stagione, la Borghe: lei è la tipologia di punta che cerca di farsi vedere per avere palla e quando la prende se l’avversaria le lascia uno spiraglio sullo specchio della porta, lei la trafigge! Anche con lei faccio spesso, per non dire sempre, i tragitti Loro-Sangiovanni, durante i quali parliamo con in sottofondo la sua musica (la quale mi ha trasmesso i suoi generi musicali). Poi abbiamo il nostro capitano Francesca, della quale ho parlato prima, che magari alla vista risulta piccola ma con la sua forza e il suo carattere ti rigira come vuole. Un altro laterale è Eleonora che mi impressiona sempre (e fa sorridere) per la sua potenza esplosiva e soprattutto resistenza; mi ricordo, per esempio, quando in una partita aveva giocato sempre e nei minuti finali era in progressione in attacco e un secondo dopo entrava in scivolata nella sua area per difendere la porta! L’altra laterale, raramente difensore, è la Cocca che è mancina come me (ma li trova facilmente gli spazi per fare gol splendidi!!), lei è fortissima in quanto riesce a superare con facilità l’avversaria e dirigersi come un tornado verso la porta facendo anche una serie di finte che disorienterebbero chiunque. Infine abbiamo la nostra centrale, la Ciofa, giocare con lei è stupendo perché trasmette sicurezza ed è bello quando alle spalle hai una persona che ti può guidare al meglio e di cui ti fidi ciecamente!



Sai mi piacciono sempre tantissimo le "Presentazioni" che vi fate tra compagne, sono veramente belle e ogni volta aggiungete sempre qualcosa di nuovo. Naturalmente mi ci emoziono solo io eh, Noemi per esempio so che non si commuove per niente...
L'ultima stagione, la tua prima con la tua attuale squadra, è stata una cavalcata trionfale; vuoi dirci i momenti che ricordi con più piacere?

Quest’annata è stata stupenda e l’ho vissuta a pieno! Uno dei momenti più belli è stato l’esordio fuori casa nella seconda giornata di campionato, quella partita mi rimarrà sempre nel cuore perché il mister mi dette tantissimo spazio e fiducia e giocai quasi tutta la partita. Durante la quale mandai in rete con un lancio lungo Eleonora e poi riuscii a fare una doppietta personale con un gol, di mezza girata, che mi sono sognata più volte e che Daniele nominò Euro-gol! 

Qui e nella foto successiva; Margherita in azione.

Un altro momento di forte emotività è stata la finale persa di Coppa Toscana nella quale la dura semifinale del giorno precedente ha sicuramente influito lucidità del gioco nella prateria dell’Estraforum (palazzetto di Prato). In quella giornata mi ha segnato perché anche lì c’aveva seguito la nostra incredibile tifoseria(che ci ha sempre sostenuto con urla e striscioni) e il momento che mi ha emozionato di più è stato quando a fine partita, prima che ci consegnassero le medaglie di seconde classificate, c’è stato un momento in cui i rappresentanti della regione hanno detto al microfono “Ringraziamo il Sangiovanni...” ecco lì in quell’istante la nostra curva a iniziato a far tremare le gradinate in ferro, il cui frastuono rimbombava ovunque e guardandoli mi hanno fatto letteralmente tremare il cuore ed emozionare.
Infine naturalmente, l’ultimo grande ricordo, è la coronazione del nostro sogno nella perfetta serata del 28 Febbraio che è un qualcosa che non dimenticherò mai (come dice il mister i campionati non si vincono tutti i giorni!!), sia per la gioia derivante dal risultato sul campo (con la meritatissima rivincita contro la squadra che ci aveva tolto la Coppa Toscana) sia per i grandi festeggiamenti che aveva preparato la nostra splendida tifoseria per quella notte da incorniciare!



A ogni nuova testimonianza su quella sera aumenta il rimpianto di non essere stato li, di non avervi conosciuto ancora! Complimenti a te, e credo di poterti dire che sarà un ricordo indelebile anche tra 50 anni, il primo trionfo sportivo non si scorda mai, è come il primo bacio!
Credo che anche a te, pur essendo molto giovane, il virus abbia sconvolto parecchio l'esistenza, niente più scuola, niente più amici e niente più futsal, credo che alla tua età l'avrei resa molto peggio di adesso, si pensa sempre ai problemi degli adulti ed è giustissimo, ma come ha vissuto la lontananza dal pallone e dalle compagne una ragazza giovane?

È stata dura perché quando sei abituata a vivere una cerchia di persone che ti fanno sentire quotidianamente bene è scioccante separarsene da un giorno all’altro. Le mie compagne sono infatti diventate la mia seconda grande famiglia e sono certa che se mai avrò bisogno di qualcosa loro saranno disposte a darmi una mano.
Per cercare di colmare questa distanza abbiamo fatto varie video chiamate tutte insieme, ma quando sarà possibile ci ritroveremo anche se il sorriso sarà magari coperto da una mascherina.

La tecnologia riduce le distanze...


Ma sotto la mascherina il sorriso sarà sempre lo stesso, lo stesso sorriso di gioia e appartenenza.
Senti, parliamo di cose serie; se vengo tra 10 anni a vedere il San Giovanni calcio a 5 , ti ritrovo capitano? ;-)

AHAHAH me lo auguro, spero di diventare sempre più utile e importante per questa società! Infatti questa è la sfida che mi ha lanciato il Boss che mi dice sempre che le “Pulcine” (le bambine della squadra giovanile) fanno sempre il calcolo di quanti anni gli mancano per poter approdare in prima squadra e giocare con me. Personalmente è un fatto che mi rende molto felice, perché mi farebbe piacere riuscire a rimettermi la fascia al braccio, ma naturalmente non per vantarmi, bensì perché significherebbe che ho raggiunto un buon grado di responsabilità e “importanza”.

E ancora ci salutiamo così, con la foto iconica della storia recente di questa squadra.

E vista la tua maturità, ti vedo come una seconda Francesca, giocatrice, allenatrice dei giovanissimi o delle giovanissime, punto di riferimento assoluto; sei già presente e sarai il futuro.
Ultima domanda; cosa diresti a un tuo amico/a o compagno/a di scuola per convincerlo a venire a vedere una partita di futsal femminile?

Allora parto dal fatto che sono già venuti molti dei miei amici/amiche più stretti/e che devo dire, da quello che mi hanno detto, il giorno dopo a scuola, sono rimasti veramente stupiti, entusiasti e si sono divertiti molto nel vedere questa squadra divertirsi giocando e vincendo!
Comunque se dovessi convincere altri a venirci a vedere gli direi che la futsal femminile è un bellissimo mondo che non annoia, infatti le femmine non è che in campo stanno attente a non rovinarsi le unghie, anzi...
Concludo ringraziandoti di avermi dato la possibilità di parlare della storia bellissima che sto vivendo! 


Sono io che ringrazio te, Margherita, per la tua freschezza cristallina, il tuo entusiasmo non ancora alterato da qualche delusione (che arriverà, ma c'è tutto il tempo) questo vivere lo sport nella luce splendente della tua primavera. Avere il talento è fortuna, coltivarlo con Mirco, Noemi, Daniele e le tue compagne lo è altrettanto, puoi fare grandi cose con i tuoi piedi, la tua testa e le persone giuste vicino a te; il futsal è tutto tuo, non ti resta che farti avanti e prendertelo.



SOPHIE POLETTA, capitano delle pulcine.


Care amiche e amici de "Il viola e il rosa"
dopo tante vecchiett....giocatrici esperte che onorano il mio blog, oggi vi presento una novità assoluta per il blog, ovvero una giovanissima, una ragazzina davvero, che però è già una stella delle pulcine del San Giovanni calcio a 5, ed è anche il capitano della squadra..oggi è con noi, su "Il viola e il rosa" Sophie Poletta!
Adesso una domanda a tutti voi; cosa ne sapete del Futsal giocato dai giovanissimi, come si svolge, le regole e tutto il resto? esatto, quasi niente, ma oggi Sophie, che è stata davvero gentile, ci risponderà a domande su di lei e sul suo sport, e alla fine ne sapremo di più, ed è bello imparare da chi ne sa più di noi anche se molto più giovane; in fondo chi di noi a 12 anni era già capitano di una squadra di calcio a 5?

Numero 8 portato con orgoglio.


Ma ora lasciamo la parola a Sophie, e colgo l'occasione per ringraziare la sua famiglia e il San Giovanni calcio a 5 che mi hanno dato l'opportunità di intervistarla.

Ciao Sophie, sono proprio contento che tu voglia rispondere a qualche domanda. Ti va di presentarti ai lettori?

Sono Sophie Poletta (SP8) sono nata il 27/11/2008

Attualmente detieni il record di calciatrice più giovane ad apparire su questo blog, complimenti Sophie!
Come hai scelto di giocare a futsal? come ti è venuta la passione per questo sport, e chi ti ha consigliato di provare?

Ho iniziato a giocare a 6 anni, mi è sempre piaciuto giocare con la palla e mi sono appassionata a questo sport andando a vedere le partite della mamma.

Foto con Mirco, Noemi e la bomber Ilaria Borghesi.


Il buon esempio in famiglia! bene bene, mi fa piacere.
Sei la prima giovanissima che intervisto, e io il calcio a 5 dei bambini e dei ragazzi non lo conosco, ci devi insegnare te, a me e  a chi legge; quanti tempi fate? e di quanti minuti l'uno? per gli adulti sono due tempi da 20 minuti, per voi invece? E oltre a questo ci sono altri aspetti diversi rispetto al futsal degli adulti?

Quest’anno ho giocato nelle pulcine,negli esordienti e nei giovanissimi.In ogni categoria le regole e tempi di gioco sono differenti.Nelle pulcine ci sono 3 tempi da 15 minuti, il retropassaggio al portiere può essere effettuato più volte, negli esordienti ci sono 3 tempi da 20 minuti e sia nelle pulcine che negli esordienti non c’è l’arbitro, nei giovanissimi ci sono 2 tempi da 25 minuti, il portiere quando fa la rimessa dal fondo non può mandare la palla oltre la metà campo almeno che qualcuno non la tocchi o non batta prima in terra e c’è l’arbitro.


Mirco le sue ragazze non le lascia sole mai.


Perfetto, sei stata una vera prof e hai insegnato qualcosa a noi vecchietti, grazie mille Sophie!
In che ruolo ti piace giocare? e qual è invece quello che vedi meno adatto a te?

In questi anni ho fatto un po' tutti i ruoli ma preferisco giocare da esterno, il ruolo che meno adatto a me è quello del portiere (qualche volta l’ho fatto in qualche concentramento dei primi calci).



E io invece è l'unico che saprei fare, pensa te! Ora ci vuoi presentare la tua squadra? le tue compagne, il mister, gli altri dello staff..tutte le persone che vuoi.

 Anche se gioco in 3 squadre,la mia squadra anche per età sono le pulcine:
Gaia Bonchi (GB111),il portiere, è un pò matta ma secondo me molto brava.
Bianca Baldi (BB3) il difensore centrale, ha iniziato da poco ma è già diventata un muro.
Elena Massi (EM14),il difensore ,anche lei ha iniziato da poco ma è già molto brava e fa anche ogni tanto l’esterno
Melissa Calò (MC15)è arrivata la scorsa estate e sembra un agnellino ma in poco tempo è diventata una leonessa
Marianna Moccia (MM99) è arrivata da poco ma ha già fatto anche lei un notevole cambiamento, ha iniziato in difesa ma queste partite e allenamenti li ha giocati come pivot ed esterno trovandosi meglio
Asia Vannini (AV10)come la maggior parte della squadra ha iniziato anche lei da poco ma è diventata un forte pivot
Benedetta Redditi (BR7)ha iniziato da poco, è la piccola della squadra ma non va sottovalutata perché è molto forte.
Noemi ,è venuta a qualche allenamento e spero di rivederla il prima possibile come Alisia che ha iniziato con i più piccoli e spero che da settembre sia con noi. Mirco Bossini (MB),il mister che è anche il presidente, mi allena in tutte le squadre ed allena bene.Invece quando fa l’arbitro ci da sempre contro e come scusa usa:”ma tanto si vince uguale”.


Beh, ora le conosciamo tutte meglio!


Ha ragione, tu e le tue compagne avete avuto fortuna a trovare una persona come Mirco, quando avevo la tua età non mi piaceva obbedire ai Mister ma ora mi rendo conto di quanto alcuni di loro fossero bravi sia a livello tecnico che umano, e mi sono pentito di non averli ascoltati, ma so che tu e le tue compagne non farete il mio stesso errore!
So che tu sei il capitano della tua squadra, è bello per te portare la fascia?

Dopo 6 anni che sono in questa società quest’anno per la prima volta gioco in una squadra interamente femminile e sono anche capitano,la cosa che mi piace di più del portare la fascia è guidare il riscaldamento e tutte le compagne.



Brava, hai ragione, quando vado a vedere gli allenamenti della Fiorentina women's è sempre il capitano Alia Guagni che guida gli allenamenti, il capitano è una figura importante che trasmette serenità e disciplina alle compagne, ed essere scelta per questo ruolo è un grande onore ma anche una bella responsabilità.
Qual è la partita che ricordi con più piacere, che ti fa contenta a ripensarci?

Ce ne sono più sono di una, con il Pistoia dei giovanissimi, dove ho fatto il primo e unico goal in quella categoria con ragazzi di 2 o 3 anni più grandi.Negli esordienti contro la Marzocco sangiovannese,anno scorso dove feci 5 goal e dove giocai contro Gaia e Melissa che adesso giocano nella nostra squadra e ce ne sono state tante altre ma preferisco fermarmi qui.

Peccato, perchè eravamo curiosi! comunque 5 goal in una partita, fantastico davvero!!
Ora siamo tutti fermi, sportivi grandi e piccoli. Ti mancano le tue compagne e il mister? Sarà bello ritrovarsi un giorno,si spera presto?

Allora ovviamente mi mancano, mi manca anche fare gli allenamenti e le partite,mi farà molto piacere incontrarle di nuovo e magari riabbracciarle, in questo periodo ne ho viste alcune (Gaia e Bianca).

Le ragazze ci salutano con un momento di allegria. A presto!!


Davvero, sarà bello per tutti riabbracciarsi finalmente, e questo varrà dai bimbi piccoli ai novantenni!
Un'ultima domanda; se tra dieci anni vengo a San Giovanni a vedere una partita di futsal femminile, ci sta che ti trovi in prima squadra, sempre da capitana?

In prima squadra mi trovi sicuramente, da capitano non lo so con alcune delle mie compagne stiamo facendo il conto alla rovescia per andare in prima squadra.

E questa cosa che fate è bellissima, sai Sophie? quando me lo ha raccontato Noemi mi sono anche un poco commosso, alla tua età il futuro sembra sempre non arrivare mai, sembra che non si diventi mai grandi, poi tanti anni dopo ci piacerebbe, a volte, tornare giovanissimi e non lo si può più fare; a te e alle tue compagne posso solo dire di stare tranquille che il momento arriverà prestissimo, basta solo che voi continuiate a giocare con voglia e passione e stiate sempre a sentire Mirco e Noemi, che sono due persone che vi vogliono bene davvero, e non so quante ne troverete nella vita come loro.

Grazie mille Sophie per avermi dedicato il tuo tempo e per averci spiegato tante cose, questo blog aveva bisogno proprio di te, e appena si potrà verrò a vederti giocare e ci battiamo il cinque, sempre se usa ancora tra voi ragazze e ragazzi di oggi!


ILARIA DEGLI INNOCENTI, Laterale

Care amiche e cari amici,

oggi sono veramente lieto di presentare una calciatrice che, per cause indipendenti dalla propria volontà, attualmente non può fare parte della rosa del San Giovanni calcio a 5, ma che comunque ne fa parte lo stesso. Perchè? perchè Ilaria Degli Innocenti è un elemento imprescindibile della squadra in quanto è la persona in più nello spogliatoio, la prima tifosa sugli spalti, colei che supporta e aiuta in ogni modo le ragazze, un vero e proprio simbolo, vi basti dire che non essendo nella rosa ufficiale non potevo conoscere il suo nome e la sua storia ma sono state le sue compagne a gridarmelo a gran voce, Ilaria una di noi. Una ragazza tra l'altro sportiva dentro, fin da bambina, che vi travolgerà con i suoi racconti.


Ilaria degli Innocenti in blu San Giovanni.

E poi con Ilaria, ve lo confesso,ho avuto un feeling immediato in quanto abbiamo scoperto una comune passione per la saga del Signore degli anelli ed Harry Potter (su un terzo franchising invece non c'è stata intesa, come leggerete poi...) ma lei va oltre, essendo anche una fantastica cosplayer di moltissimi soggetti (certo il fisico perfetto aiuta nel suo caso, io posso fare giusto il cosplayer di Obelix....) insomma, come capita con tutte le ragazze del San Giovanni, una calciatrice che è anche molto di più.
Ma lascio che sia Ilaria a prenderci per mano e guidarci dentro alle sue avventure.

Ciao Ilaria, vuoi innanzitutto presentarti ai lettori?

Ciao a tutti, mi chiamo Ilaria e ho 27 anni. Sono laureata alla magistrale di Scienze motorie e pratico sport a livello agonistico da quando ho 6 anni. Sono sempre stata molto attiva e non mi sono mai tirata indietro di fronte a nuove sfide ed esperienze. Sono una persona positiva ed estroversa. Sono una nerd. Leggo fumetti (soprattutto manga) e adoro la letteratura Fantasy. Una mia grande passione è il cosplay e travestirmi durante le fiere e i raduni.   

Complimenti, vorrei avere un decimo della tua intraprendenza! i fumetti piacciono tantissimo anche a me ma non esco dai Disney e dai Bonelli, i Manga sono belli eh, ma non riesco ad abituarmi alla lettura rovesciata! (ve l'ho detto, sono pigro dentro...).
 Puoi raccontarci i tuoi primi passi nel mondo dello sport? inseguivi già un pallone fin da bambina oppure praticavi altri sport ?

No, non provengo dal calcio, ma dal ciclismo. Come ho imparato ad andare su due ruote, dopo poco tempo correvo per strada con la mia bici da corsa. 


Una giovanissima ciclista.



La passione per il ciclismo ce l’aveva mio nonno, cicloamatore per una vita. Tutti i nipoti sono passati dal ciclismo. Correvo nella G.S. Olimpia Valdarnese, associazione sportiva dilettantistica di Montevarchi. Ho deciso di lasciare questo sport a 12 anni, le competizioni si facevano sempre più toste e io passavo la maggior parte del mio tempo sui libri di scuola. Ero una bambina un po’ particolare, alcuni giorni ero una rider agguerrita e altri una graziosa ballerina; eh si, per cinque anni ho praticato danza classica e moderna (più un anno di hip hop, ma sorvoliamo) nella palestra delle elementari del mio paese. 


Ilaria danzatrice.


Non contenta nei mesi invernali, nei quali non salivo sulla mia bici, mi portavano ai corsi di nuoto. Dopo aver messo da parte la bici, ho provato con la pallavolo, nel Green Volley di Levane. Mio babbo era un pallavolista, così ho deciso di tentare anche io per quella strada, e per quanto pensi tutt’ora che sia uno sport bellissimo sia da giocare che da vedere non è mai stato il mio sport. Mi è sempre piaciuto il calcio, ma non quello alla tv (anche se sono una tifosa Viola), il calcio di strada, quello praticato nel cortile della scuola o ai giardini. Qualche volta andavo perfino a vedere le partite dei miei compagni di classe allo stadio a Levane. A 16 anni venni a sapere che una squadra di ragazze si allenava nella palestra delle scuole medie e provai anche io. Nonostante non sia mai stata una goleador non ho più abbandonato questo sport.  

Beh, hai praticato tanti di quelle discipline che già basta per poter capire che persona sei; una ragazza che ama lo sport vero, per quello che è, e che quando non si è sentita più a suo agio ha cercato nuove strade, nuovi stimoli, senza porre nessun limite a te stessa e al tuo spirito di iniziativa.
Ora veniamo al Futsal, disciplina nella quale, come il tuo capitano Francesca Tanzi ti sei consacrata ormai da parecchi anni. Ci puoi parlare del tuo percorso prima del San Giovanni?

Ho iniziato nell’Aspi nella squadra MissK, alcune amichevoli e qualche torneo e poi il campionato.


Con le MissK di Matteo del Sala


Guidate da Matteo del Sala, eravamo una squadra fuori dal comune. Mi sono divertita un sacco e porterò quei primi anni, così come tutte le mie compagne di squadra, nel cuore. Poi negli anni successivi, alcune compagne hanno smesso e se ne sono aggiunte altre. La squadra ha cambiato nome, Ottaviano Pazzi, e Mister, Daniele Scarpellini. Nel 2015 abbiamo vinto il campionato e partecipato ai Nazionali di Bellaria, rappresentando la Toscana e qualificandoci seconde. 



All'Ottaviano Pazzi con Daniele Scarpellini.


Dopo quest’ultimo anno di Aspi abbiamo deciso di “alzare il volume” e iscriverci al campionato FIGC serie C. I ritmi sono decisamente cambiati, allenamenti più impegnativi e specifici. L’anno successivo, abbiamo cambiato società e siamo state accolte da Mirco Bossini nel San Giovanni calcio a 5.

Mi piace tanto sentire parlare di MissK (adoro questo nome!!!) e Ottaviano Pazzi, nomi che tornano nelle varie interviste, destini che si incrociano, la vostra storia da vivere per tutti noi lettori.
In che ruolo ti sei specializzata nel calcio a 5?
Il mio ruolo è sempre stato la fascia. Sono veloce, non ho un gran piede, ma se voglio faccio girare le scatole.

Arriviamo ora al San Giovanni calcio a 5; come sei entrata in questa realtà? Ci vuoi inoltre presentare lo staff e le tue compagne? mi piacciono sempre le vostre risposte a questa domanda, è la chiave per capirvi, per entrare nel vostro mondo fantastico.

Foto di gruppo col San Giovanni calcio a 5


La mia esperienza nel San Giovanni purtroppo è stata completa solo il primo anno. Il secondo ho deciso di seguire negli allenamenti un’altra squadra e non ho potuto partecipare al campionato, ma non mi sono allontanata dal gruppo, prendendo parte agli allenamenti. L’ultimo anno invece ho potuto dare il mio supporto solo dalla tribuna. È stato un anno difficile e mi è mancato tutto: compagne, campo, palla e spogliatoio. Sono felice però di aver conosciuto persone meravigliose come Daria Nannelli, una grandissima persona fuori e dentro il campo. Divertente e solare. Una vita preziosa stroncata da un incidente stradale. Mi ricorderò sempre quel pomeriggio, sono passati esattamente due anni, in cui Francesca mi chiamò al telefono per raccontarmi cos’era successo. Questo tragico episodio ha unito molto la squadra e la società c’è stata molto vicina e ha fatto veramente in modo che il suo ricordo rimanga vivo per sempre. 
Devo ringraziare ogni giocatrice, compagna, amica, che ha condiviso con me parte di questo nuovo percorso. Dalle “anziane” (e non di età ma di affetto) del gruppo: da Francesca Tanzi a Giulia Liguori, preziose amiche dentro e fuori il campo, Silvia Berlingozzi che ho “molestato” ogni volta che avevo occasione, sempre pronta ad aiutarti, così come Elisa Olmastroni, Marsy (Marsida Milaqui), Medo (Alessandra Medori), Lelo (Elonora Bini) che mi chiamano sempre con il mio soprannome “Pise”, e l’implacabile Eleonora Innocenti. Le new entry di quest’anno le ho conosciute solo fuori dal campo, ma da spettatrice devo dire che sono molto valide, delle ottime giocatrici e sono soprattutto delle bravissime persone.
Un pensiero a Selene Margiacchi, brava in ogni ruolo, che ha condiviso con me momenti ed esperienze anche prima del San Giovanni e a Lisa Banchetti la nostra hair stylist. Chi ha giocato con me il primo anno Irene Mannelli, Elena Caldelli e Maria Basso. 
Un saluto alle mamme Claudia, Marina e Sara e al Jolly Sofia Peruzzi, giocatrice di grande talento.
Tornando alla Società non posso che ringraziare il Mister Daniele Scarpellini in primis, con il quale ho sempre avuto un buon rapporto anche di amicizia, il presidente Mirco Bossini, sempre molto disponibile e Noemi, con la quale purtroppo ho condiviso pochi momenti, ma che si è impegnata molto per questa squadra. 

Ti ringrazio, hai fatto tanti nomi di giocatrici del passato che è sempre bello ricordare, la vostra sarà anche una storia breve ma ha già avuto momenti importanti, e le vittorie di oggi derivano anche dai sacrifici di chi ha giocato prima e spesso non ha potuto, o voluto, nemmeno godersi i frutti.
So che l'ultima stagione non hai giocato, ma le tue compagne mi hanno detto tutte che sei stata di un supporto incredibile, la sesta in campo, e sei stata importantissima anche dagli spalti. Come è stato vedere le ragazze dominare la stagione? raccontaci del tuo anno da tifosa.

La vittoria di quest’anno è stata meritatissima e sono molto orgogliosa di aver fatto parte della tribuna e di aver tifato per loro. Purtroppo come ho accennato per me è stato un anno molto difficile. Ho una malattia cronica intestinale da quando ho 22 anni, che nonostante gli alti e bassi e le dosi massicce di farmaci che ho dovuto prendere, nonostante la stanchezza e i disagi non ho mai mollato o abbandonato un impegno preso. L’ultimo anno è stato molto impegnativo, ho praticamente passato gran parte del mio tempo in ospedale e sono stata sottoposta a diversi interventi. I messaggi, il supporto di amiche e compagne però hanno alleggerito il carico e quando non ero a spasso per qualche reparto ho indossato la mia tuta azzurra e mi sono presentata in tribuna per supportarle. È stata un’emozione assistere alla partita decisiva del campionato e ricevere la maglia, simbolo di promozione, con su scritto insieme a tutte le altre anche il mio nome. Ha significato per me molto e per questo ringrazio tutti dalle mie fantastiche compagne alla società.

Ai tanti abbracci aggiungo anche il mio, per quello che conta. Dici bene, in certi frangenti non essere sole è la cosa che conta, dove si va nella vita senza amici, senza persone che ti vogliono bene? Anche questa è una squadra, anche questo è lo sport, le società sportive migliorano la vita alle persone e il San Giovanni ancora più di altre.
Ma c'è anche un'altra Ilaria, perchè sei anche un'allenatrice, categoria da me molto amata, e sono molto curioso di saperne di più in merito;  ce ne vuoi parlare?

Ilaria allenatrice.


Si esatto, come vi ho accennato amo il calcio, ma non sono una tifosa da stadio. Quello che a me piace di questo sport è veder compiere i primi passi ai piccoli calciatori che hanno voglia di intraprendere quest’avventura. Sono responsabile dell’attività di base nella società (Polisportiva Bucinese) di una squadra del paese confinante con il mio e alleno bambini dai 5 ai 7 anni. È tosta, ve lo assicuro, i bambini, soprattutto di quell’età sono impegnativi, ma non farei a cambio con altre categorie. 

Con i bambini della Polisportiva Bucinese.


Ho avuto una breve esperienza come preparatore atletico nella prima squadra, ma non è niente di emozionante come veder segnare il primo goal a un bambino, o vederlo imparare a fare un dribbling, a superare un avversario o compagno in un 1 contro 1 o ancora semplicemente a vincere la paura della palla. Per qualcuno quest’ultima cosa potrà sembrare banale ma non lo è affatto. 

 Non lo è perchè ne avevo paura anch'io, e ci ha pensato mio padre a farmela passare con pazienza, anche se tuttora ho paura a colpire di testa. In ogni caso quello che fai è meraviglioso, i Mister dei bambini sono assolutamente persone speciali, hanno un compito immenso, trasmettere loro la bellezza dello sport, e lo dovete fare al meglio altrimenti rischi non solo di non trasmettere un bel niente e anzi, di respingere, e un bambino che respinge lo sport non sarà mai completamente felice, lo sport è tutto.
So che sei una ragazza molto attiva e intraprendente, oltre allo sport continui a praticare altre attività davvero interessanti, che hai già accennato ma che sarebbe bello far conoscere ai lettori con più dettagli.


Cosplayer di Merida, eroina del disneyano The Brave-Ribelle.

Qui nei panni di Aayla Secura di Star Wars (io avevo detto Avatar...me ne intendo)


Lo ammetto e lo ripeto sono una nerd, come ho accennato presentandomi leggo fumetti e mi travesto (sono una cosplayer) per hobby. Sempre legato al mondo dello sport, inoltre, l’anno scorso mi sono unita a un gruppo di fan di Star Wars come me e ci cimentiamo in combattimento coreografico con spade laser (è un mix diciamo tra la scherma e il combattimento medievale, senza entrare troppo nel dettaglio). Siamo i Florence Knight di Firenze e partecipiamo a fiere ed eventi sparsi per tutto il territorio toscano. 


I Florence Knight.


Ecco, come dicevo su Star Wars non andiamo d'accordo, mi sono addormentato a metà del primo (intendo il primo veramente, quello degli anni settanta) e non mi sono ancora deciso a concedere una seconda chance, mia moglie Starwarsiana mi detesta per questo! Ma chissà, magari vengo a vedere i vostri combattimenti e cambio idea...
 Ultima domanda; come ti senti adesso, Ilaria? pensi di tornare presto parte della squadra, oppure continuerai a stare loro vicino in altri modi e portare avanti altre tue priorità?

È una domanda alla quale purtroppo so dare male una risposta. Ancora la mia avventura negli ospedali non è finita e non ho potuto ancora chiudere questo capitolo, al quale ne seguiranno altri non meno impegnativi, dato che la fase successiva è sempre molto tosta. Purtroppo quando la salute non è delle migliori si fanno male programmi per il futuro. In tutto quello che faccio, ripeto, ci metto tutto il mio impegno e cercherò sempre di portare avanti i miei progetti, ho ancora dei sogni e cercherò con tutta me stessa di realizzarli. Però ho imparato ad ascoltare il mio corpo e non è detto che questo torni mai nelle condizioni ottimali. Quindi dovrò fare delle scelte. Sicuramente farò passare questo periodo più o meno lungo e quando avrò modo ricomincerò a piccoli passi. Per quanto riguarda la mia esperienza con il San Giovanni calcio a 5 e il tornare presto a far parte della squadra ad ora non posso dare una risposta. È molto probabile che se dovessi ripartire per la prossima stagione ricomincerei con dei semplici allenamenti, credo almeno per un altro anno di non poter fare di più. Sicuramente continuerò a dare il mio supporto alla squadra e a starle vicino. Poi si vedrà…

Esatto, si vedrà, anche se quello che ho capito di te Ilaria è che la tua malattia non avrà vita facile, gliela complicherai talmente tanto che sono dell'idea che prima o poi, più prima che poi, si stufa e se ne va, perchè una persona positiva dentro come te riuscirà a farcela. Nel frattempo spero gradirai la mia compagnia sugli spalti, in quanto appena potremo sarò a tifare San Giovanni con tutto il mio entusiasmo, sarà bello dividere la tribuna per un po', però  a me piace stare largo e comodo, quindi fammi il favore di passare prestissimo dalla tribuna al campo, che gli spalti sono per i pigri come me, non per le guerriere nate come te.



ILARIA BORGHESI, pivot.

Care lettrici e cari lettori,

Oggi ho il piacere di presentare colei che è uno dei talenti più cristallini del calcio toscano, una delle ultime fantasiste, di quelle che fanno emozionare le tifoserie, prima quella del Firenze e delle squadre di calcio a 11 dove ha militato fin da giovanissima, e adesso vera e propria star del San Giovanni calcio a 5, e non è facile essere considerata tale in una formazione che conta tante calciatrici di ottimo livello. Solo 25 anni ma tantissima esperienza, tra cui un europeo under 19 con la maglia della nazionale, e tante belle storie da raccontare; ladies and gentleman, oggi è con noi Ilaria Borghesi!

Tutta la potenza e la classe di Ilaria 


Adesso, come sempre, vi lascio alle parole di Ilaria, per l'ennesimo bellissimo viaggio assieme.

Ciao Ilaria, grazie ancora di essere sulle pagine de "Il viola e il rosa" vuoi innanzitutto presentarti ai lettori?

  Ciao a tutti, sono Ilaria Borghesi e sono una ragazza molto semplice e umile che ha avuto la fortuna, tramite il calcio, di vedere tante altre realtà e allargare i propri orizzonti. Studio ingegneria, e non è facile conciliare studio e calcio. Ho avuto e ho l'opportunità di vivere il calcio a 360 gradi, sia a undici che a cinque, e di questo sono molto felice.

 Come hai cominciato col calcio, chi o cosa ti ha fatto innamorare del pallone? Hai giocato anche con squadre maschili ai tuoi esordi?

Ho sempre giocato a pallone, sia davanti casa che coi miei amici alle elementari, e con loro ho deciso di iniziare nella Lorese a Loro Ciuffenna, i miei mi hanno portato a provinare e essendo i ragazzi già tutti miei amici è stato facile entrare nella squadra e nel gruppo, e qui ho giovato per 6 stagioni fino a 14 anni, quando una femmina non può più giocare coi maschi soprattutto causa differenze fisiche; sono andata quindi a provare ad Arezzo in una squadra tutta femminile, ed è stato un colpo di fulmine perchè coi maschi mi mancava lo spogliatoio, vivere vittorie e sconfitte, cambiarsi insieme, tutte quelle cose che potevo fare solo con altre ragazze, e appena in squadra mi sono accorta di quanto tutto questo mi fosse mancato in passato. 

Ci credo, come tante altre calciatrici hai ottimi ricordi dei tuoi trascorsi in squadre maschili ma credo che il limite dei 14 anni sia giusto non solo per motivi puramente fisici, ma proprio perchè una ragazza ha bisogno di normalità, di sentirsi parte di uno spogliatoio, non doversi cambiare e fare la doccia sempre da sola e vivere i festeggiamenti o le sconfitte assieme alle proprie compagne.
Veniamo adesso al momento che i numerosi lettori del blog di fede viola attendono; il tuo arrivo al Firenze. Hai esordito in viola nel 2009, nella primavera, nella quale sei rimasta due anni; che ci puoi raccontare di quel periodo?

Uno dei primi 11 di Ilaria


Il Firenze si interessò a me dopo una partita a San Marcellino in cui militavo nelle Juniores Arezzo-Siena che per quell'anno si erano unite, insomma a San Marcellino ero con la maglia a strisce bianconere,  gli osservatori del Firenze mi notarono, feci un provino in A2  e mi presero, e dal 2009/2010 ho giocato in primavera, la squadra era molto forte ed era un gruppo fantastico, con ragazze che tuttora giocano in serie A.
E' stato bello vivere un gruppo come una famiglia, eravamo unite e il mister stravedeva per noi, alcune compagne sono ancora tra le mie migliori amiche. Mi ricordo bene il primo torneo Arco di Trento, mi porto dietro lo scudetto 2013, altri ottimi piazzamenti e tutto il grande bagaglio umano arrivato da queste esperienze. Una partita che ricordo benissimo è quella contro la Roma, un quarto di finale, a Roma perdemmo 6-3 poi vennero a Firenze e vincemmo 5-1 passando il turno, fu una partita epica che ribaltammo contro ogni pronostico, me lo ricordo come fosse adesso, San Marcellino pareva una bolgia.

Trascinatrice del Firenze.


Tristissimo di non essere stato li, momenti meravigliosi che nessuno ha ripreso e sopravviveranno solo nei ricordi di voi calciatrici e dei fortunati che c'erano, per cui grazie di averceli raccontati, sono dei tesori da preservare.
Poi arrivi in prima squadra, dove disputerai 4 stagioni. Anche qui, cosa ci puoi raccontare di significativo? come è stato allenarsi e giocare con Alia Guagni, Giulia Orlandi e altre grandi calciatrici? e a livello sia tecnico che umano quali di loro ti hanno insegnato di più?

Sempre al Firenze, si riconoscono tra le altre Giulia Orlandi, Norma Cinotti e Francesca Baldini.


Arrivai in prima squadra sedicenne, ricordo la prima preparazione con Alia, Giulia Orlandi e le altre campionesse, una settimana da sogno, poi arrivò Mario Nicoli che mi chiamava spesso, conosceva noi giovani della primavera e, nonostante adattarsi alla prima squadra non sia assolutamente facile,  con Mario fu però tutto molto più semplice.
 Il livello tecnico della serie A di allora era alto, e quel Firenze da quando arrivò Fattori fece un gran salto di qualità, con dei risultati importanti.
Tra le mie compagne in viola voglio ricordare per prima Giulia Orlandi, per me è stata tutto, una guida spirituale e umana che mi ha dato tutto, ma mi ha anche messo davanti alla realtà delle cose, mi ha fatto capire lo spirito di sacrificio e accettare cose che non volevo sentirmi dire; Alia Guagni, che stimo tantissimo per tutto quello che ha fatto anche a livello di nazionale e di sponsor, anche lei per me è stata fondamentale; un aneddoto indimenticabile, partitelle primavera contro prima squadra, Alia giocava sempre al massimo come una partita di campionato, mi scontravo con lei e le pedate che mi ha tirato sono state incredibili in allenamento, veramente un test tremendo ma altamente formativo. Anche con Elena Linari sono in contatto, è stata anche mio capitano in nazionale, una ragazza ligia al lavoro e molto seria. Nonostante siano passati anni e il rapporto, anche a causa delle altre strade che abbiamo preso, giocoforza si è allentato, ma so che se avrò bisogno potrò sempre contare su di loro e questo è molto bello.

Grandi gioie col Firenze.


Si, è molto bello, le amicizie conquistate attraverso una comune passione e un comune obiettivo rimangono per sempre e donne eccezionali in tutto come quelle da te appena citate penso siano punti di riferimento sulle quali contare per una vita.
Che ruolo ricoprivi nel calcio a 11? punta pura o svariavi anche su fascia e trequarti?

Nel calcio a 11 ho cambiato diversi ruoli, partendo come centrocampista centrale, ma il ruolo che ho ricoperto più spesso è stato il trequartista, non tanti schemi lo prevedono, sono stata adattata a regista negli ultimi periodi ma il mio ruolo principe è e rimane il trequartista.

Che nostalgia per il ruolo del trequartista, che pian piano sta scomparendo dallo scacchiere tattico, con un calcio che sta acquistando in concretezza e velocità ma sta perdendo in fantasia, per me un prezzo troppo alto da pagare, per me i trequartisti sarebbero da salvaguardare come patrimoni Unesco, altro che limitarli.
Che poi nelle foto che mi hai fornito si vede tutto il tuo talento anche in fermo immagine, come ti poni in campo e verso la palla, la posizione del corpo al momento di controllare o calciare, sono frame assolutamente iconici, da copertina di un libro, i gesti di una fuoriclasse.
Come hai vissuto l'ultimo periodo in maglia viola e il successivo al Castelfranco prima ed Empoli ladies poi sotto la guida di Alessandro Pistolesi? cosa ci racconti della tua avventura in Valdelsa?

Il passaggio Firenze - Fiorentina non l'ho vissuto, fu un anno pesante per me a livello psicologico, dalla Fiorentina fu fatta una politica un po' invadente ed entrante, loro volevano investire e ci mettevano sotto pressione e ho deciso di cambiare aria e mi sono trovata a Castelfranco dove ho trovato una nuova casa e una nuova famiglia con Alessandro Pistolesi che mi ha trattato come fossi una figliola, a Castelfranco ho ritrovato me stessa e vissuto una seconda giovinezza, nel senso che (a parte alcuni periodi  opachi personali dovuti al cambiamento) sono andata oltre, e grazie all'aiuto di persone come Alessandro pur essendo tante di noi parecchio giovani siamo riuscite a raggiungere la serie A dopo averla sfiorata l'anno prima, mi ricorderò sempre di questo traguardo, dopo i pianti dell'anno prima vincerla è stato bellissimo; tre anni tra Castelfranco e Empoli bellissimi, poi siamo arrivati a Monteboro, è stato un sogno avere gli spogliatoi personali e uno staff che ti seguiva, era come vivere un sogno, toccare il professionismo con mano, è stato molto bello e stimolante anche se salendo l'ambiente diventa sempre più pressante e per questo bisogna essere mentalmente pronte.

Ilaria a Empoli, notare la classe e il tocco di palla, come vi dicevo...


Sei un'attaccante dai numeri imprevedibili, chi ha giocato con te e contro di te ti ricorda per un talento veramente cristallino, che segnava goal mai banali; qual è il tuo goal più tipico?

Non essendo una attaccante pura non saprei, io ho giocato molto d'istinto, se sono in giornata di solito sono un valore aggiunto altrimenti giocavamo in 10. Un goal tipico mio nel calcio a 11 è il tiro da lontano.

Altra merce rara in un calcio dove sembra obbligatorio entrare in porta col pallone...peccato non averti vista giocare, con queste caratteristiche saresti stata un mio idolo, te lo garantisco.
Parlando di avversarie; quali sono i portieri più forti che hai incontrato, quelle che ti negavano più speso la gioia del goal ma che poi era più bello riuscire a battere?

Il portieri più forti che mi sono trovata contro sono state Laura Giuliani contro il Como, e Katja Schroffenegger contro il Sudtirol. E poi, nel calcio a 5, è fortissima la mia amica Giulia Pacitto, che per fortuna gioca con me. E poi da compagna di squadra al Firenze Miku Matsubayashi, un gatto impressionante, agli allenamenti la volevo sempre avere con me, mai contro!

Ci credo, di Miku ho visto solo un allenamento con Sergio Innocenti su dvd e doveva essere veramente impressionante, meglio averla come compagna, così come Giulia peraltro che voi compagne avete soprannominato proprio "Gatto".
Nel 2018 indossi l'amaranto Arezzo, ultima tua esperienza, finora, nel calcio a 11; cosa ci racconti in merito?

Dopo Empoli sono infatti  tornata all'Arezzo, avevo qualche affaticamento mio personale dopo la serie A e avevo bisogno di staccare, di ritrovare una realtà più vicina a casa e in una serie meno stressante, in merito racconto che Arezzo è stata una realtà su cui mi sono trovata bene anche se l'annata non ha ripagato di tutti i sacrifici fatti, con allenatori che andavano e venivano, tutta una squadra nuova da amalgamarsi, però ho capito cosa volevo veramente, ovvero continuare a divertirmi.

Ilaria ad Arezzo.


Ci vuoi parlare adesso  delle tue esperienze nelle nazionali giovanili? Come è stato vestire l'azzurro? chi erano le tue compagne all'epoca? Hai qualche momento che vuoi ricordare?

La nazionale è stato un capitolo importante della mia vita calcistica e non, ricordo molto volentieri l'esperienza in Olanda, agli europei, con l'Under 19, con compagne di squadra come Valentina Giacinti, Elena Linari a Aurora Galli, che poi hanno fatto il mondiale. Mi ricordo le settimane passate ad allenarsi 2 volte al giorno, essere trattata come una professionista vera e propria, secondo me un'atleta, non solo nel calcio, se messo/a nelle condizioni di fare solo quello  può veramente rendere al massimo, in qualunque tipo di sport; non ti mancano mai vestiario, assistenza fisioterapica o medica, devi solo pensare ad allenarti e giocare, e questo tanti club ancora non riescono a garantirlo, ma ci sarebbero molte ragazze in più al top lavorando così. Mettere la maglia azzurra è un'emozione, quando suona l'inno e ti abbracci in quel momento senti l'emozione più grande, l'appartenenza a un qualcosa di meraviglioso. All'europeo arrivavo da convalescente, mi ero rotta il ginocchio e mi avevano operato pochi mesi prima, e per me era una grande rivincita, non ero al top della forma ma me la sono goduta ed è un momento che porto sempre nel cuore. 

Momenti indimenticabili in azzurro.


Ci credo, vestire l'azzurro è un privilegio assoluto e sei una delle pochissime mie intervistate che abbia avuto questa fortuna, sono veramente felice per te, un inno è emozionante già ascoltato da tifoso, ma da protagonista deve essere indimenticabile.
Poi passi al nostro caro San Giovanni calcio  a 5; come è stato l'impatto con il futsal? e con la squadra? Cosa ci racconti dello spogliatoio, delle tue compagne, del mister, di Mirco e Noemi? e qual è per te il momento più bello della stagione appena trascorsa?



Mattatrice al San Giovanni.


Adesso gioco a calcio a 5, è stata un'annata bellissima, non me lo aspettavo a essere sincera ma mi sono innamorata subito del futsal, vengo da un modo di giocare molto tecnico, molto empatico, ho bisogno del contatto col pallone e con la porta, non sono una calciatrice che viene fuori per le doti atletiche ma per quelle tecniche, e il futsal il quel senso ti valorizza tantissimo. 

Una finale di coppa persa contro il Montecatini, un momento di grande crescita per tutte (Didascalia di Ilaria)

Sono arrivata agli allenamenti con tanta voglia di imparare, e ogni volta che comprendevo uno schema o una tattica nuovi mi sono resa conto che questa è casa mia ed è stato come rinascere un'altra volta. Delle persone che ho incontrato qui posso dire che ho trovato persone che già conoscevo, come il capitano Francesca Tanzi che io ho sempre conosciuto perchè abitiamo nello stesso paesino e me la sono ritrovata come capitano, ed è stata una scoperta; Mirco Bossini che mi ha seguita fin da giugno e mi ha voluta fortemente; Noemi, che anche lei ha cercato di integrare le sue conoscenze venendoci incontro, è stata ed è il collante tra noi ragazze e la società, si è sempre fatta in quattro per noi. Daniele il mister, mi è venuta a cercare con il lanternino a fine maggio, abbiamo parlato e siamo diventati molto vicini come persone, mi ha ispirato subito fiducia e da li è stato un dare e un avere, ho preso tanto da lui tatticamente e in campo, e da me lui ha preso la mia esperienza nel calcio a 11, col San Giovanni tante persone mi hanno tirato fuori  cose che pensavo di non avere,  ancora sto imparando molto e posso migliorare ulteriormente. 



Ho avuto l'opportunità di giocare con compagne nuove dell'ambiente come Aterini e Ciofini, Pacitto anche loro veterane del calcio a 11, compagne che mi hanno ispirato come Eleonora Innocenti, la spensieratezza di Margherita e di Anna giovanissime, l'esperienza di chi fa questo sport da tanti anni come Berlingozzi, Tanzi, Medori, Giulia Liguori, tutte ragazze che sono nel futsal da una vita e dalle quali ho imparato praticamente tutto anche a livello di gestione, a muovermi nello spazio piccolo, l'essere poche e tutto il resto. 



Trionfi targati San Giovanni.


Che poi non ti limiti a giocare, ma alleni anche; ci vuoi raccontare qualcosa in merito?

Si, in quest'ultimo anno alleno anche i bambini del San Giovanni e grazie a questa esperienza  ho apprezzato ancora di più il calcio a 5 perchè posso dare loro le basi per imparare questo meraviglioso sport di squadra, e soprattutto far loro capire di fare parte di un collettivo, trasmettere l'importanza del lavoro di gruppo e dello stare insieme.

Il carisma di Ilaria allenatrice.


Onore a te che svolgi questo tuo ruolo con passione e dedizione,  i tuoi piccoli calciatori potranno recepire moltissimo da te.
Del San Giovanni adesso sei il micidiale Pivot; pensi di aver trovato una tua dimensione, oppure senti di voler ritornare un giorno al calcio a 11?

Io non mi pongo limiti, ho trovato una dimensione per adesso e mi sento a casa ma non escludo niente, adesso voglio continuare nel San Giovanni e l'ho deciso nei mesi dell'emergenza sanitaria, diciamo che vorrei trovare una dimensione nel futsal in quanto è uno sport che ha e da tante possibilità di crescita, e mi è sempre piaciuto. Però potrei, perchè no, anche ritornare al calcio a 11, non ci sono limiti se uno non se li pone, ma credo di voler provare a proseguire con questa strada.

Ma certo che non ti devi porre limiti, se te li poni a 25 anni è finita, puoi ancora fare tutto, puoi diventare una star assoluta del futsal e accompagnare magari il San Giovanni in serie A dove saresti senz'altro una delle top player non solo della squadra ma di tutto il campionato, oppure puoi ritentare l'avventura nel calcio a 11, magari con qualche anno in più di maturità e nuove esperienze che ti avranno fortificata, anche se il calcio femminile sta cambiando molto velocemente e sulle prime rischieresti di doverti "riambientare" ma chi ha avuto la fortuna di conoscerti, allenarsi e giocare con te mi ha assicurato la purezza del tuo talento e parla di te abbondando in superlativi, e non tifosi di passaggio, gente che se ne intende. Qualunque cosa deciderai sono certo che saprai sempre  domare al meglio quella sfera capricciosa che però quando arriva tra i tuoi piedi diventa docile, si addomestica e va dove vuoi tu, e questo lo farai a lungo e bene, non importa dove, tanto sarai l'idolo dei tifosi qualunque sarà la maglia che indosserai.


ANNA STAIANO, pivot.


Care amiche e cari amici,

oggi abbiamo con noi una delle giovanissime della prima squadra del San Giovanni calcio a 5, che con i suoi 18 anni compiuti da poco rappresenta, assieme a Margherita Bazzini, la linea "green" della squadra.
Anna è una pivot, ovvero un'attaccante, colei che cerca la porta e che finalizza le azioni, e di lei mi hanno parlato solo bene, un talento con ampissimi margini di miglioramento che arrivando dalla città che ormai trent'anni da fu baciata dal genio inarrivabile di sua maestà Diego Armando Maradona si spera davvero che porti con se una briciola di quella creatività luminosa che a Napoli si respira ancora per le strade.
Sono quindi molto felice di dare il benvenuto ad Anna Staiano, che spero possa scrivere la storia del San Giovanni calcio a 5 ancora a lungo.

Anna in azione.


Ciao Anna, grazie ancora per aver accettato di essere ospite su questo blog! Vuoi innanzitutto presentarti ai lettori?

Ciao sono Anna, ho 18 anni e vivo ad Ambra. Sono orgogliosamente napoletana e tifosa sfegatata della squadra azzurra.  Sono diplomata come parrucchiera e attualmente lavoro.
Caratterialmente sono una ragazza piena di energia e di vitalità, e che agisce sempre in modo impulsivo. Inoltre, quando mi arrabbio do il meglio di me stessa, ma sono altrettanto di cuore, a volte anche troppo, e sono ingenua.

Sinceramente mi meraviglierei se alla tua età fossi già triste e disillusa, belle le persone di cuore, che poi un po' di impulsività non guasta nemmeno per il tuo ruolo, basta che essa non prevarichi sui tuoi pregi calcistici.
Per quanto essere orgogliosa di essere napoletana, ci sono stato due volte tra cui in viaggio di nozze e per me è la città più romantica e colorata del mondo, alla faccia di chi la critica e basta senza conoscerla davvero.
So che nella tua vita non c'è stato solo il futsal, puoi dirci cosa ti appassionava prima di esso?

Da sempre mi ha appassionata il latino americano. Ricordo, più o meno, di aver cominciato a ballare intorno ai 7 anni. Il mio sogno era quello di poter diventare ballerina  di successo e trasmettere la mia passione agli altri insegnando loro un giorno.Tuttora, nonostante abbia intrapreso un' altra strada, quando vedo ragazze ballare mi emoziono ripensando a quando ero piccola, a quanto mi piacesse danzare.

Hai tutto il tempo di fare quello che vuoi, il ballo  è una cosa che hai dentro, che ti viene istintiva, te lo dice uno che non sa assolutamente ballare e invidia tantissimo chi sa farlo ;-)
Poi alcuni anni fa sei venuta a vivere in Toscana, e ti sei rivolta verso il pallone, a Bucine; cosa ci racconti della tua prima esperienza calcistica?

Quasi nove anni fa sono venuta a vivere in Toscana e, solo due anni fa ho avuto la possibilità di poter intraprendere la mia  prima esperienza calcistica presso Bucine. Per me è stato molto importante cominciare perché è stato  motivo di poter continuare, motivo di speranza per me.

Come ti ha scoperto il San Giovanni? ti sei proposta tu o ti hanno "corteggiata"?. E come sei infine approdata in quella che è adesso è la sua società?

La mia esperienza calcistica con il San Giovanni è iniziata quando, durante una partita di un torneo tenutosi presso il Sant'Andrea a  Montevarchi, il mio attuale  allenatore Daniele Scarpellini fu interessato ad avermi nella sua squadra.

Bellissima foto con Anna consolata da Sophie, la capitana delle pulcine, dopo la sconfitta in coppa.


Beh, è un onore essere cercate anzichè doversi proporre, sono molto felice per te, se un Mister esperto come Daniele ti ha cercata deve aver visto in te qualità davvero eccellenti.
Come è stato il tuo impatto con il San Giovanni? il tuo rapporto con lo staff e il mister, e con le compagne?

Io sono la più piccola del gruppo (dopo Margherita). All'inizio, ammetto che io fossi spaventata all' idea di far parte di un nuovo gruppo, ma se devo essere sincera da subito mi sono sentita accettata da tutti partendo da chi fa parte della società fino ad arrivare alle mie compagne. Senza tralasciare il pubblico, pronto sempre a darci carica durante tutte le partite.
Sia il mister che la mia squadra mi hanno sempre aiutata ad andare avanti senza mai arrendermi, imparando giorno per giorno sempre qualcosa di nuovo. 

Con la squadra (Anna è in basso al centro)


In che ruolo giochi? quali sono le tue peculiarità?

Il mio vecchio ruolo era ala destra quando giocavo nel Bucine, ma il mister mi ha sempre detto che sono adatta per fare il pivot, mio attuale ruolo. Sono abbastanza portata per fare il falli ahahah. No dai scherzo, non giocando da tanto non saprei individuare mie particolari peculiarità però, quando entro cerco di dare sempre il meglio di me stessa.

 E quello è l'importante, poi il resto viene da se.
Questa ultima stagione per voi è stata veramente impressionante, eravate già automaticamente prime e promosse in A2 ancora prima dello stop dovuto alla pandemia; secondo te, quale è stato il vostro segreto? e da esordiente, quanto pensi di aver contribuito a questo trionfo?

Non c'è  un segreto ben preciso, ma posso garantirti che dal primo giorno c'è sempre stata una squadra unita, pronta a tutto. 
Vorrei, inoltre, ringraziare la squadra e soprattutto il mister per avermi sopportato nonostante i miei continui sbalzi d' umore.



Magari più che sopportata ti hanno supportata, sei molto giovane e al primo anno e quindi ti hanno protetta, come fanno nelle società serie.
Ora è un periodo di grande difficoltà per tutti gli sport, così anche per il futsal...sei ottimista sull'immediato futuro? pensi che nonostante tutte le difficoltà riuscirete a ripartire di slancio? e cosa pensi di una probabilissima  prossima stagione a porte chiuse?

Sicuramente non sarà come sempre e posso immaginarmi quanto l' assenza del pubblico possa influire però, sono certa che tutti i tifosi sapranno farci arrivare il loro sostegno anche da casa e altrettanto noi cercheremo di dare il nostro massimo (come sempre del resto).

Ultima domanda; sei giovanissima Anna, quali obiettivi ti poni verso il futsal? pensi che questo sarà il tuo sport anche nel futuro?

Da questa esperienza posso solo che aspettarmi cose positive, con la speranza di poter arrivare in alto e lasciare un magico ricordo che nel tempo possa mai svanire nella mente e nel cuore degli altri.
Per quanto riguarda il futuro, non  mi piace prevederlo, perché semplicemente vivo giorno per giorno cogliendo l' attimo, lasciando che le cose accadano in modo spontaneo. 
Grazie a te e forza Sangio.

Ieri la serie A del San Giovanni è finalmente diventata ufficiale, quindi per salutare Anna e tutta la squadra non potevo che mettere questa foto!


In effetti Anna mi hai dato la risposta più sensata possibile, ora una giovanissima in Italia di progetti ne può fare pochi a qualsiasi livello, specialmente in un periodo caotico come questo, per cui spero solo che continuerai ad amare il futsal e il San Giovanni come li ami adesso, poi chissà fino a dove il tuo talento ti porterà, ma avere la fortuna di crescere in una società eccezionale sotto ogni aspetto è una grande occasione, l'avessi avute io alla tua età persone come Mirco, Noemi e Daniele, forse non mi sarei fermato..in ogni caso ti auguro il meglio, e se un giorno ti capiterà di dribblare tutta la squadra avversaria al completo, portiere compreso, e di insaccare a porta vuota non ti stupire, sono cose che succedono a chi nasce nella città di Diego!


MARSI MILAQI, portiere.

Care amiche e cari amici,

da oggi il mio blog è ben protetto contro virus, spam e compagnia bella, perchè è "difeso" alla grande da tutte e tre i portieri del San Giovanni calcio a 5, infatti, dopo Giulia Liguori e Giulia Pacitto, anche Marsida Milaqi con mio grande piacere mi ha concesso l'intervista, e con le tre portierone sono blindato alla grande!


Marsi Milaqi si presenta


Sapete, quella di Marsi è una bella storia, la storia di una ragazza che spesso ha dovuto cambiare, rinunciare alla sua dimensione e adattarsi a cercarne un'altra, ma il suo entusiasmo e la sua passione non sono mai venute meno, e ora che da una vita gioca a futsal ed è una delle grandi veterane del San Giovanni possiamo dire che Marsi ha vinto tutte le sfide a cui la vita l'ha messa davanti, anche se non sono certo finite, perchè l'A2 è dietro l'angolo ma per una donna col suo coraggio non sarà certo un problema affrontare la categoria.
Ma ora come sempre vi lascio alle parole di Marsi;

Ciao Marsida, grazie ancora per aver accettato questa intervista! Vuoi presentarti ai nostri lettori?

Ciao Omar, piacere mio e grazie per avermi coinvolta in questa serie di interviste, innanzitutto ti prego chiamami Marsi 😅 sono nata in Albania e sono una classe '83

Il piacere è tutto mio, Marsi, credimi. Quali sono stati i tuoi primi passi nel mondo del pallone? so che fino a 16 anni hai abitato a Durazzo,da bambina/ragazzina hai avuto modo di giocare a calcio anche solo con amiche e amici, o di praticare qualche altro sport?

I miei primi passi nel mondo del pallone sono ovviamente, come la maggior parte credo, le partitelle sotto casa...a me toccava implorare perchè mi facessero giocare...sai femmine e pallone non era proprio un'accoppiata vincente. La maggior parte delle volte pur di toccare il pallone facevo il raccatta palle ma ogni tanto quando mancava qualcuno per fare numero mi facevano giocare. In Albania il calcio è molto amato e sentito, quand’ero piccola io non ricordo ci fosse una squadra femminile, come dicevo prima non era una accoppiata vincente. 

Non lo era nemmeno qui, fidati, ho solo un anno più di te e la distinzione tra sport da "maschi" e da "femmine" era netta, non una ragazza ci chiedeva di giocare e se qualcuno di noi provava a intromettersi in una partita di pallavolo veniva schernito sia dalle ragazze che da noialtri; questo per dire che queste mentalità, specialmente nelle campagne, esistevano anche qua, fortunatamente poi in quello stesso paesino dove nessuno di noi, me compreso, aveva avuto il coraggio di infrangere le regole qualche anno dopo è arrivata una certa Rachele Baldi che ha spazzato via ogni pregiudizio.

Poi ti sei trasferita nelle Marche, a Senigallia, e so che in questo frangente hai iniziato a praticare calcio a 11, ci puoi raccontare in che modo ti sei approcciata al calcio, e parlarci della squadra in cui hai militato?

Si, a 16 anni mi sono trasferita nelle Marche e il mio professore di ginnastica di allora mi domandò se volevo far parte della squadra di calcio che stava cercando di tirare su e per me fu una manna dal cielo, arrivammo pure seconde e avevamo una punta di diamante che era uno spettacolo. L’aneddoto di quel periodo  è essere finita in porta a fare il paletto tra i pali (Ero sempre stata un'ala sinistra) perché il nostro portiere si era infortunata...."Ti vedo agile" mi disse il mister senza tenere conto del mio un metro e tanta voglia di crescere 😂Per fortuna vincemmo 5-2....quindi nel calcio a 11 in porta ci sono finita per una congiunzione astrale di quel momento.

Molte delle cose più belle nascono per caso, e poi tante dei portieri più forti che conosco hanno la tua stessa altezza, ma è la statura morale e la passione quella che conta.
Successivamente ti sei trasferita in Toscana; hai lasciato il calcio in questo periodo? quanto ci hai messo ad ambientarti nella tua nuova regione?

Si, ahimè...il trasferimento in Toscana è stato un trauma,nulla togliendo a questa regione eh....però per me è stato un doppio distacco da tutto e anche dal calcio, mi ci è voluto un bel po’ per ambientarmi e ricreare tutto....

Sai, io mi lamento perchè nella vita mi sono spostato di 40 chilometri dai posti dove sono cresciuto, ma persone come te che hanno dovuto abbandonare la propria terra e un posto dove stavano bene, un doppio lungo addio sarebbe tremendo da gestire per tanti, quindi lasciati dire che la tua forza d'animo, tua e della tua famiglia, merita solo tanti applausi.
Hai sempre giocato portiere anche nel calcio a 5? le due Giulie tue pari ruolo hanno già descritto la vita di un portiere di futsal, ma vuoi dirci qualcosa anche tu? com'è essere portiere di calcio a 5?

No, il mio essere portiere di calcio a 5 è nato perché una sera agli allenamenti il nostro portiere mancava e quindi mi sono offerta di starci senza stare a fare il solito giro di 5 minuti per uno come si fa in questi casi....da lì è cominciato il mio doppio allenamento campo-porta, porta-campo, una vera fatica e riuscivo a compicciare poco in ambedue i ruoli...non che in campo fossi una cima eh 😂 quel poco che avevo imparato nel calcio a 11 infatti l’avevo perso negli anni passati lontana da un campo e dalla palla.
Che dire il portiere è un ruolo avvero molto impegnativo, tanta responsabilità e un frullato di mille emozioni le quali però le devi affrontare a mente lucida....😰😰 un po’ come essere l’ultimo rigorista alla finale dei mondiali.

Una concentratissima Marsi presidia la sua porta.

Si, io l'ho praticato poco e male il tuo ruolo ma ricordo distintamente il dover essere sempre sull'attenti, gli attaccanti avversari che puntano la difesa ma tentano il tiro se non sei piazzato bene, la solitudine nella quale ti rialzi dopo aver subito una rete..ci vuole veramente una predisposizione al ruolo, come dico sempre.
Poi mi hai detto che hai iniziato con il calcio a 5, con una formazione dal nome che è tutto un programma, le Bischere; che ci racconti delle tue prime avventure nel mondo del futsal?

Eh oddio....è quando mi sono resa conto che sarei dovuta tornare indietro nel tempo e ripartire quasi da zero; era tutto molto piccolo rispetto a quello che, anche se per poco, avevo vissuto nel calcio a 11, dal campo alla porta notevolmente più piccoli, compagne e avversarie che praticamente erano gomito a gomito, la cosa è durata poco e ho smesso di nuovo....

Per tante, anche partite con più esperienza e sicurezze di te, il salto calcio-futsal è stato traumatico, quindi ci sta che alla prima non sia andata bene, l'importante è riprovarci, cosa che hai fatto, visto che per te c'è stato, grazie anche alla conoscenza con la tua attuale capitana Francesca, un altro percorso con le MissK , poi Ottaviano pazzi; cosa ci racconti di questo periodo?

Esatto, la Nana l’ho conosciuta perché, non essendo riuscite con un gruppo di ragazze a creare una squadra di calcio, io e alcune di loro siamo finite ad allenarci nel San Giovanni, dove lei allora allenava. Nel parlare le ho chiesto se conosceva qualche squadra di calcetto e mi parlò della sua squadra, le MissK e che stavano cercando ragazze. Così ricomincia la mia avventura nel calcetto...con le MissK abbiamo vinto il campionato Anspi,


Qui abbiamo ritirato la nostra coppa, la Nana, il capitano di allora Selene e io.... 


...ci sembrava giusto e doveroso festeggiarla così 😂

Quello stesso anno siamo arrivate seconde anche al torneo di Bellaria, al quale partecipavamo più per passare 4 giorni insieme che per il torneo in se, ovvio che però una volta scese in campo si lottava per vincere..


Poi arrivò la proposta di Daniele di fare il salto, un bel salto direi....alcune di noi decisero di non intraprendere la strada della Figc, ed è stato un gran dispiacere non averle più al mio fianco ma comunque sono state di grande aiuto dagli spalti.
Il primo anno è stato duro....eravamo passare dal confrontarci con squadre di paeselli ( non che non ci fossero giocatrici brave e squadre forti, ma il livello era comunque un po’ alla portata di tutte) con squadre che in Figc di esperienza ne avevano ed erano molto più forti e organizzate e con giocatrici brave e più esperte; un anno duro ma che ci ha insegnato molto, ci ha rafforzate e soprattutto non abbiamo mollato.

E con questo non mollare tu e quelle che più hanno tenuto duro siete arrivate dove siete adesso.
E poi, tre anni fa, dall'Ottaviano Pazzi approdi al nostro mitico San Giovanni calcio a 5; cosa ci racconti del tuo impatto con la società, con Mirco, Daniele e Noemi e poi con le tue compagne? è stato traumatico approdare in questa nuova dimensione? Ci vuoi raccontare qualcosa su di loro, o su tue ex compagne?

Il passaggio dall’Ottaviano pazzi al San Giovanni calcio a 5 non è stato traumatico, anzi. L’impatto con Mirco e Noemi è stato buono, le carte in tavola erano tutte in regola e le prospettive molto buone. Un’altro passaggio dove alcune compagne hanno lasciato e altre sono arrivate....il gruppo si ricreava e acquisiva nuove forze, nuove prospettive e nuovi obiettivi da raggiungere...due anni fa è stato un anno molto difficile sotto molti aspetti....per strada abbiamo perso alcune compagne ed eravamo rimaste in poche, il numero per le partite era spesso preciso o con pochissimi cambi, ma non abbiamo mollato lo stesso, in qualche modo siamo arrivate in fondo, e ad oggi di quelle ragazze ne sono rimaste veramente poche e non è più lo stesso....è un po come se mancasse qualcosa di fondamentale...delle compagne che hanno condiviso questo percorso vorrei ricordare e salutare: il mio ex capitano nonché insostituibile amica Elisa Olmastroni, Memole (Elena Caldelli), #NoMariaIoEsco (Maria Basso), Selengi (Selene Margiacchi), Irene Mannelli e Sara Delfino che spesso mi hanno fatta tornare a casa con la forma del pallone stampata addosso, Eleonora Bini, Lisa Banchetti, Marina la brasilengi, il super difensore che ancora rimpiango Claudia Cencetti e lei l’angelo biondo (Darietta) l’ho lasciata per ultima ma non per importanza ma perché lei te la voglio descrivere così;




Vorrei approfittare per salutare anche le mie compagne Uisp dell’Arcobaleno, un meraviglioso gruppo di ragazze unite dalla stessa passione da anni e che ti fanno sentire parte di una “strana” e simpaticissima famiglia come se ne facessi parte da sempre capitanata da Silvia Marzoli.

La cena di Natale 2019 mentre sfoggiamo il regalo di Angy a tema con il nome della squadra scattata dal mister a capotavola Luciano Leone

Sono rimasto letteralmente a bocca aperta dal tuo tatuaggio...non oso aggiungere niente, quello che hai fatto parla per te "E va bene così, senza parole" cantava Vasco.
Colgo l'occasione per salutare anche tutte le ex San Giovanni, onore a te per aver ricordato tante di coloro che hanno fatto la storia di questa squadra.
L'ultima stagione è stata meravigliosa, promozione strameritata e acquisita già a febbraio; quali sono i tuoi ricordi più belli legati a questo trionfo di squadra?

Un altro bel salto di qualità....i ricordi più belli sono i festeggiamenti nello spogliatoio a fine partita...ma non perché in campo non ci siano stati....ma perché l’adrenalina dopo era triplicata....la tensione allentava e lasciava spazio alla gioia e ai festeggiamenti. Per alcune di noi è stato un po’ più dura...ci siamo sentite più spettatrici che parte attiva ma questo non ci ha impedito di gioire ed essere felici per i risultati portati a casa. Specialmente nelle partite più difficili dove la “lotta” in campo sembrava non arrivare mai al fischio finale.

L'anno prossimo (se tutto va bene in questo periodo incasinato) ci sarà per voi l'A2, campionato nazionale; ti tremano un po' le gambe al pensiero o non vedi l'ora di spaccare il mondo?

Beh che dire....un po’ tutt’e due si può? Il livello di gioco sale e credo sia normale che insieme a questo salga un po’ anche la tremarella alle gambe ma nello stesso momento aumenta anche la voglia di spaccare il mondo...più aumenta il livello e più aumenta tutto il contorno che lo circonda no?!

Certamente si, mi sento elettrizzato io per voi che al massimo vi vedrò (speriamo) dagli spalti, figuriamoci per voi che grande emozione..dai, come ho augurato anche a Giulia Pacitto, spero che tutte voi in età non più verdissima (sempre e solo in anni calcistici ovviamente) riusciate a toccare con mano la serie A, sarebbe un coronamento di carriera stupendo.
Ultima domanda; come ti senti oggi, Marsi? quali sono i tuoi obiettivi calcistici per gli anni a venire? e cosa prevedi per il futuro del futsal, come ripartirà quando la batosta covid ce la saremo lasciata alle spalle?

Oggi mi sento nostalgica del mondo del calcetto....mi manca il campo, gli allenamenti, le partitelle, lo spogliatoio, e tutto ciò che ne concerne. Spero che tutto piano piano ritorni alla normalità e che la batosta Covid e i lividi lasciati siano solo il ricordo di un brutto incubo.
I miei obiettivi? Continuare a divertirmi e vivermi la mia passione per questo gioco il più a lungo possibile, l’età avanza ma il ruolo un po’ aiuta 😂...dove, quando è perché staremo a vedere....la vita è imprevedibile....guarda quest’anno cosa ci ha portato...

Ma certo che si, fregatene dell'età, puoi scrivere ancora pagine intere della tua vita sportiva, e tanto bello ha ancora da venire per te. Quando verrò a vedervi cercherò la tua chioma rosso fiamma, mi farà piacere saperti li, col tuo metro e tanta voglia di crescere come dici tu ma con la tua grandezza di guerriera del futsal che non si è mai arresa, come mai si sono arresi gli abitanti della tua terra delle aquile.


MIRCO BOSSINI, Presidente.

Ogni progetto ha un suo momento di arrivo, una fine che non è affatto una fine ma serve solo a delimitare una tappa, fissa un punto dal quale ripartire. Con il San Giovanni calcio a 5 finora sono stati due mesi e mezzo bellissimi, grazie al contributo delle ragazze, del Mister Scarpellini e della responsabile Noemi abbiamo viaggiato nella realtà di una squadra speciale in un anno di svolta nel loro percorso, abbiamo rivissuto insieme a loro le gioie per una promozione conquistata già a febbraio e il difficile momento in cui il coronavirus sembrava aver messo tutto in discussione, dal destino di alcune squadre alla promozione dello stesso San Giovanni; ma finalmente lo scorso 30 giugno è arrivata la sospiratissima conferma della promozione, e il San Giovanni finalmente è in serie A2, per la gioia di tutte e di tutti.


Mirco con le sue pulcine, il suo capolavoro del presente.


Ma tutte queste emozioni, tutta questa meraviglia e tutte queste storie ormai immortalate non sarebbero esistite senza la caparbietà e l'amore per lo sport di una grande persona, il presidente allenatore Mirco Bossini, detto il Boss, un uomo di calcio vero che ha portato San Giovanni ad aver ben 12 squadre tra maschile e femminile, tra pulcini e pulcine, primavere e prime squadre, una realtà solida dove tutti partecipano per amore e per passione, e tutto questo si sente, perchè non avrei raccontato tanto volentieri una società qualsiasi, per un progetto di tale portata serviva un contesto non comune, e il San Giovanni calcio a 5 lo è grazie innanzitutto a Mirco, che ha scelto questo blog per raccontarsi con una voglia incredibile, scrivendo un vero e proprio romanzo sul quale stavolta, davvero, non metto becco, mi limito a porgere le domande perchè Mirco ha veramente fatto lui tutto il lavoro. Buona lettura.
Ciao Mirko, innanzitutto ti vuoi presentare?

Mi chiamo Mirco Bossini, sono nato il 06-11-1966 ad Arezzo e da sempre residente a Pergine Valdarno, lavoro come impiegato nella società Alterini Gino dei F.lli Alterini S.r.l. di Arezzo, che devo ringraziare perché mi permette, con un orario flessibile, di poter dedicare molto tempo al calcio a 5 sia come allenatore che come presidente.

So che sei da decenni nel mondo del calcio, come calciatore, allenatore e presidente, ti va di raccontarci tutto il tuo percorso, a cominciare dalle prime squadre maschili che hai gestito fino ad arrivare ad oggi?

Sono nel mondo del calcio da oltre quarant’anni, infatti ho iniziato a giocare all’età di dieci anni nella squadra del paese (G.S.Pergine) ed ho continuato a giocare chiudendo con il calcio a 5 a 43 anni (stagione 2008/09). Più bello ed emozionante è stato il percorso di allenatore, in alcuni anni, sia nei campionati amatoriali che nei primi anni di calcio a 5 abbinato con quello di giocatore, iniziato a dicembre 1985 all’età di 19 anni, subentrando ad un allenatore nella categoria giovanissimi sempre nella squadra del paese e che sta continuando ancora oggi (è il 34° anno di allenatore visto che sono stato fermo solo nella stagione 1988/89 durante il servizio militare) prevalentemente nei settori giovanili. Tralasciando gli anni di calcio a 11 che ho lasciato nella stagione 2000/01 principalmente perché non mi piacevano alcuni comportamenti di genitori, allenatori e dirigenti (comportamenti che si vedono anche oggi) passo a parlare del calcio a 5.    Ho iniziato nella stagione 2001/02 con la squadra del mio paese (Borgorosso’97) che partecipava alla serie A UISP come allenatore giocatore; nella stagione 2003/04 abbiamo deciso insieme ai dirigenti di partecipare all’attività FIGC iscrivendoci al campionato di serie D ed a sorpresa abbiamo raggiunto i play off per la promozione nella categoria superiore, l’anno successivo abbiamo iniziato anche il percorso giovanile partecipando al campionato juniores ed abbiamo iniziato l’esperienza nel femminile, infatti per due anni abbiamo partecipato al campionato UISP. Ho continuato nella doppia veste di allenatore giocatore fino alla stagione 2008/09 quando la gran parte della vecchia dirigenza ha deciso di abbandonare la società ed a quel punto sono subentrato io con altri amici del paese, ho appeso le scarpette al chiodo ed ho continuato nella doppia veste di dirigente allenatore, abbiamo deciso anche di cambiare nome alla società passando da Borgorosso a Dakota e colori sociali, dal bianco nero al bianco celeste ma continuando a partecipare al campionato FIGC. Dalla stagione 2011/12 abbiamo deciso di dedicarci esclusivamente allo sviluppo del futsal nel giovanile cercando di espanderci in più zone e oltre che a Pergine Valdarno abbiamo creato un gruppo a San Giovanni Valdarno ed un gruppo a Firenze (Pian di Mugnone) cambiando denominazione da Dakota a United Dakota e l’anno successivo visto che nella nostra regione non vi era attività giovanile ufficiale abbiamo deciso di partecipare al campionato giovanissimi in Emilia Romagna, ottenendo un bellissimo terzo posto.

La maglia del campionato giovanissimi in Emilia Romagna.


 Questo fatto, la volontà di alcune società ed il cambio del Delegato Regionale ha fatto si che in Toscana ci sia stato un grande sviluppo del movimento del calcio a 5 che in pochi anni è passato da avere solo i campionati maschili (C1, C2 e D) e Juniores ad avere tutti i campionati maschili (dalle prime squadre a tutto il settore giovanile come nel calcio a 11) ed alcuni femminili (Serie C, esordienti e pulcini). Nella stagione 2013/14 è iniziata la nostra avventura a San Giovanni Valdarno, infatti la nostra società (United Dakota) si è unita al San Giovanni calcio a 5 e da due squadre di quella stagione (prima squadra in C2 e Allievi) e una trentina di tesserati  siamo passati alle dodici di quest’anno (prima squadra maschile e femminile, Under 19, Under 17, Under 15, Esordienti, Pulcini [solo femminile], primi calci e ben 4 di piccoli amici che doveva fare anche attività a 11) con oltre duecento tesserati (compresi quelli che fanno attività di ginnastica posturale e zumba). 

Come vedi non ci facciamo mancare niente, anzi siamo sempre alla ricerca di nuove idee; oltre tutto ciò da tre anni stiamo portando avanti un progetto ideato da Noemi, la pedagogia applicata al calcio a 5 nelle scuole elementari, e quest’anno abbiamo fatto alcune lezioni ad una V° al Liceo Scientifico Sportivo di Montevarchi.

 Tornando a me, negli anni di San Giovanni sono arrivato (stagione 2013/14) come componente del consiglio direttivo e sono stato nominato responsabile del settore giovanile e nell’ultima parte della stagione sono subentrato al tecnico degli allievi, che ho continuato ad allenare nell’annata successiva e dove ho ricevuto una delle più belle soddisfazioni della mia carriera da allenatore portando alla vittoria del campionato ed alle nazionali un gruppo di ragazzi che forse non erano i più forti del campionato ma che sicuramente hanno interpretato quasi alla perfezione il concetto di squadra dove i più forti aiutavano e non criticavano i più deboli e quando si sbagliava invece di brontolare si incitava il compagno; in questa stagione sono diventato anche il presidente della società, la stagione successiva ho continuato ad allenare gli Allievi e nelle due stagioni successive la squadra Juniores. 




Immagini dalla vittoria del campionato allievi 

Coppa del campionato allievi; oltre a Mirco vediamo Noemi e Mirko Massi, fondatore del San Giovanni calcio a 5 e attuale allenatore della prima squadra.



Siamo arrivati alla scorsa stagione dove a luglio mi è stato proposto di allenare la squadra femminile, ho accettato, era la prima esperienza, ed avevo anche un po' di timore per come rapportarmi con le ragazze e per come mi era stato descritto questo mondo ma devo dire che mi sono trovato benissimo ed anche se è durata pochi mesi è stata una bella esperienza; ho dovuto lasciare le ragazze a gennaio sia per problemi personali (la malattia e la morte di mio babbo), sia per problemi societari (a dicembre ho allenato anche la Under 21 e da febbraio la prima squadra maschile). Quest’anno sono ripartito dai piccoli, infatti ad inizio stagione dovevo allenare la squadra esordienti che era composta da un gruppetto di ragazzi integrato da tre ragazzine ma a settembre sono arrivate quattro ragazzine ed abbiamo deciso di formare una squadra pulcini tutta femminile ed iscriverla al campionato poi è cresciuto anche il gruppo degli allievi ed i più piccoli, insieme al gruppo degli esordienti hanno formato anche la squadra under 15 e quindi son partito a luglio che dovevo allenare solo un gruppo ed a settembre mi sono trovato a fare tre campionati; devo dire che i risultati ed i miglioramenti sono stati sorprendenti specialmente nel gruppo degli under 15 (il più giovane del campionato insieme al Futsal Pistoia) ed ancora in lotta per i play off ed in quello delle “pulcine”, mentre degli esordienti ero certo che avrebbero fatto bene (solo una sconfitta ed il resto tutte vittorie) visto che la maggior parte di loro gioca insieme da anni.





Altri momenti con gli allievi; qui una trasferta a Cagliari per la fase nazionale del campionato.


Niente da aggiungere se non i miei complimenti sinceri.
Parliamo più nello specifico delle squadre femminili; puoi raccontarci di come sono nate, tutto il percorso per creare una sezione femminile di futsal?

Il mio inizio con il futsal femminile è stato un caso, mi fu chiesto di formare una squadra in un torneo estivo a Loro Ciuffenna nel luglio del 2009 ed io pur essendo titubante accettai; furono solo due giorni, semifinali e finale, ma una bellissima esperienza, infatti ne parlai subito nella società in cui ero (Borgorosso) e si decise di creare una squadra e per due anni abbiamo partecipato al campionato UISP della provincia di Arezzo. Tornando a quel torneo, ripensandolo oggi, devo dire che mi è rimasto impresso non tanto per la vittoria finale (14-2) ma perché le reti della finale sono state tutte segnate da Anna Maria Lieti (mamma del capitano delle pulcine Sophie Poletta che abbiamo visto per la prima volta in culla) e Ilaria Borghesi (sapete tutti chi è) che la vidi giocare nel campetto, mi colpì talmente che gli chiesi se voleva giocare quel torneo nella mia squadra, avevo visto giusto mi pare. Da quando sono il presidente del San Giovanni calcio a 5, insieme agli altri componenti del consiglio, l’obiettivo principale non è quello dei risultati ma di creare una società più completa e con più squadre e settori possibili e quindi anche creare un movimento femminile faceva e fa parte del progetto ma non era semplice ed infatti è arrivato per caso. Nel mese di giugno del 2017 il delegato regionale del calcio a 5 (Antonio Scocca) mi chiamò e visto che sono anche il delegato provinciale mi chiese se potevo aiutare una squadra femminile della zona che era rimasta senza campo da gioco e quindi era in grossa difficoltà per poter partecipare al campionato successivo, io accettai e per la prima volta ho conosciuto Daniele Scarpellini. In un primo momento ho pensato a come poter aiutare questa squadra, stavo pensando ad una palestra dove potessero giocare, ma subito dopo mi è venuto in mente che, visto che per quanto riguarda il maschile avevamo squadre di tutte le età, potevano essere loro a poter completare la nostra società con la sezione femminile; un paio di telefonate per trovare lo spazio per fare gli allenamenti, presentare la mia idea anche agli altri componenti del consiglio e poi ho fatto la mia proposta a Daniele che era quella che noi avremmo “ospitato” la loro squadra a patto che avessero fatto parte della nostra società, avessero rispettato le nostre regole, mentre dal punto di vista decisionale non avrebbero avuto nessun vincolo da parte nostra. In questa prima stagione abbiamo seguito questo gruppo senza mai mettere bocca su nessuna decisione ma nel corso della stagione abbiamo deciso, parlando anche con Daniele, che dalla stagione successiva il femminile sarebbe diventato parte integrante della nostra società e mi sembra che ciò sia avvenuto anche perché quest’anno le squadre femminili sono state due (prima squadra e pulcine) e stiamo già pensando a creare la terza; infatti vorremmo ricreare nel femminile quello che è stato fatto nel maschile (nella stagione 2013/14 c’erano due squadre, oggi sono dieci).

Parliamo adesso della squadre giovanili, pulcine e allieve; cosa ci puoi raccontare di loro, facendo riferimento anche al tuo ruolo di allenatore delle bambine?



In questa stagione, devo dire con grande sorpresa, siamo riusciti a creare una squadra giovanile tutta femminile che ha partecipato al campionato pulcini (girone femminile) e prima dello stop nelle 5 partite ufficiali fatte, oltre a vincerle tutte ha fatto 55 reti subendone 4, quindi se il buongiorno si vede dal mattino fra qualche anno i ricambi per la prima squadra si hanno già in casa e le più grandi si stanno già informando fra quanto potranno giocare in prima squadra e mi chiedono l’età delle grandi per sapere chi ci sarà quando loro esordiranno in prima squadra, infatti questo è l’obiettivo da raggiungere per la maggior parte di loro. 



Negli ultimi anni abbiamo sempre avuto alcune ragazzine che giocavano insieme ai ragazzi e la più grande di loro (Margherita) ha raggiunto quest’anno la prima squadra, alcune hanno smesso mentre l’altra storica è Sophie che nonostante ancora non abbia compiuto 12 anni è da 6 anni che è con noi ed è il capitano della squadra pulcine, oltre con le pulcine ha giocato con esordienti e giovanissimi segnando in tutte le categorie, la seconda della squadra in ordine di tempo è Benedetta che è venuta a fare una prova a maggio dello scorso anno, è la nostra mascotte ha solo 9 anni e nonostante venga dalla danza è questo il suo sport e secondo me è la nuova Sophie; 

Futsal day a Prato dove ogni 6 gennaio partecipiamo con alcune squadre giovanili

poi sono arrivate Gaia e Melissa che avevano fatto un’esperienza nel calcio a 11, anche loro hanno giocato con esordienti e giovanissimi, Gaia è il nostro portiere che da quando ha preso le misure della porta da calcio a 5 è diventata quasi insuperabile ed ogni tanto prende palla, esce di porta e cerca di andare a far goal; Melissa è insieme a Sophie la colonna della squadra, da quando è arrivata ha fatto passi da gigante prendendo sempre più sicurezza nei suoi mezzi e segnando sempre di più e gioca prevalentemente da esterno; a settembre sono arrivate Asia, Bianca e Marianna e quindi è stato logico fare una squadra femminile, tornando a loro devo dire che nonostante venissero da sport diversi, la prima dalla pallavolo le altre dalla danza, devono prendere più fiducia in loro stesse, Bianca è un centrale che ha già acquisito un’ottima posizione infatti è difficile da superare ma quando imparerà che il pallone non brucia diventerà fortissima gioca anche negli esordienti, Asia è principalmente un pivot ma gioca anche da esterno sta segnando sempre di più, da gennaio ha giocato anche negli esordienti e quando perderà la timidezza se fossi un portiere mi preoccuperei molto; Marianna è dopo Benedetta la più piccola, ha iniziato come centrale ma nelle ultime partite ha provato come pivot disimpegnandosi bene ed anche lei come Asia è molto timida; a novembre è arrivata Elena, anche lei dalla danza, della stessa età di Marianna, all’inizio non è voluta venire alle prime partite perché non si sentiva pronta, ma da quando ha messo piede in campo non si è più fermata gioca centrale ed anche lei è difficilmente superabile; pochi giorni prima della sospensione è arrivata Alisia (8 anni) che ha iniziato ad allenarsi con i più piccoli ma lei vuole venire con noi perché con i maschi non si allena tanto volentieri.

Stage della rappresentativa Toscana della categoria pulcine dove ci rappresentava Sophie.


 Per me allenare queste ragazzine è stata una novità, all’inizio non pensavo di riuscire a creare una squadra così forte ed unita visto che la maggior parte delle ragazze non si erano mai viste e venivano da sport completamente diversi, ma ho visto che il gruppo si stava formando già ai primi allenamenti ed hanno appreso subito il concetto di squadra ed è bello vedere le più esperte che aiutano e consigliano le altre e quando sono in panchina le incitano; credo anche che le ragazze siano cresciute molto perché non avendo spazi a sufficienza si allenano insieme ai più grandi e quindi imparano prima le cose e soprattutto acquisiscono sicurezza e perdono la paura. Il 6 giugno abbiamo ripreso gli allenamenti, con tutte le limitazioni ed i protocolli vigenti, ma secondo me ed i genitori era giusto riprendere l’attività per farle ritrovare e per dare anche un senso di normalità a questo particolare periodo; nell’ultimo allenamento sono venute a provare altre tre ragazzine e due (Vanessa ed Angela) hanno già detto che continuano, il gruppo cresce (sono già 11) e se ne arriva qualche altra faremo due squadre giovanili solo femminili, cosa impensabile solo dodici mesi fa visto che avevamo solo Sophie.


Il primo allenamento post lockdown



Assolutamente fantastico, e per quel poco che ho conosciuto Sophie credo che avremo una degna erede di cotanta madre, il futuro del futsal femminile nel Valdarno è già scritto, ed è una storia bellissima che potrà diventarlo sempre di più.
Veniamo adesso alla prima squadra, quali sono i tuoi ricordi più belli legati ad essa?

Il momento più bello in assoluto è stato anche l’ultimo che abbiamo vissuto prima della sospensione e cioè la vittoria del campionato dopo il 7-3 contro il Futsal Pistoia che ha portato la nostra società a partecipare per la prima volta ad un campionato nazionale, era il 28 febbraio scorso e purtroppo mi dispiace non aver potuto fare la festa alle ragazze che era prevista per l’ultima partita casalinga, 

Immagini da una festa


pensa che fra la vittoria del campionato e l’ufficializzazione della promozione sono passati oltre tre mesi (giorni interminabili date anche le circostanze e tutte le voci che si sentivano ed alcune delle quali dicevano anche dell’annullamento di tutti i campionati con  la conseguente cancellazione della promozione, naturalmente su questo mi sarei battuto con tutte le forze perché noi la A2 l’abbiamo conquistata sul campo in condizioni di normalità). 



I ricordi in questi anni trascorsi insieme a loro ne ho molti e per lo più piacevoli e sarebbe lunghissimo raccontare tutto ed allora mi soffermo su tre quattro episodi, il primo è quando le ho viste per la prima volta, alla riunione e loro sedute ad ascoltare le mie parole (stavo parlando delle regole che ci sono all’interno della nostra società che devono essere rispettate) ed alcune avevano delle facce “stranite”; il secondo riguarda Daria, pochi giorni prima che ci salutasse, durante l’ultimo allenamento fatto con noi mi fece sedere e mi disse che al 90% non sarebbe rimasta (per rimanere mi fece una richiesta, non economica, ma che tengo per me e non dico se poi l’ho fatta oppure no) ma che al mio matrimonio sarebbe venuta e sono sicuro che ha mantenuto la promessa, a proposito di Daria mi farebbe piacere se ci fosse un servizio del tuo blog dedicato a lei al quale parteciperei volentieri; il terzo è la riunione fatta pochi giorni dopo il suo saluto, potete immaginare le facce delle ragazze, in cui dissi che mi sarebbe piaciuto che fossero rimaste tutte e conclusi la riunione dicendo “se si rimane tutti in due o tre anni giochiamo la domenica pomeriggio”, qualcuna mi guardò in maniera incredula ma è successo in soli due anni; l’ultimo questo luglio ad uno dei primi allenamenti quando alla fine ho detto all’allenatore “Scarpellini è un casino” e lui sorpreso mi ha detto che gli era sembrato un buon allenamento e io “è un casino perché io devo trovare un campo e te € 20.000,00 per fare l’A2 il prossimo anno” ed anche in questo caso ho avuto ragione, forse da lassù qualcuno ci aiuta.

Foto da un memorial in onore di Daria Nannelli


Beh, grazie davvero innanzitutto per la fiducia che dai al mio blog e alla mia persona, se un giorno con il consenso della famiglia e di tutte e tutti coloro che l'hanno conosciuta sarà possibile scrivere di e su Daria ne sarei felice. Per il resto hai raccontato una favola sportiva bellissima, a te, al Mister e alle ragazze non fa paura proprio niente, prendete a calci  burocrazia e le difficoltà oltre che un pallone.
Veniamo ora al presente triste del calcio a 5 fermo per coronavirus; da presidente, come la affronti? quali sono i tuoi timori per il futuro?

Ad oggi non possiamo dire niente di preciso su come e quando ritornerà la normalità sullo sport, a livello personale ho vissuto questa situazione in maniera abbastanza tranquilla anche perché ho sempre lavorato (su questa pandemia ho un mio personale parere), nell’emergenza ho cercato di trovare una situazione di equilibrio cercando di fare le cose nel modo più normale possibile, la cosa che naturalmente mi è mancata è stato il non poter andare sul campo fra allenamenti e partite per i soliti cinque o sei giorni la settimana, mi è mancato il contatto con i ragazzi, i genitori e i vari componenti della società. Per quanto riguarda la nostra società, nei giorni scorsi ci siamo trovati, abbiamo deciso di portare avanti il progetto di costruire o ristrutturare una struttura che possa permetterci di portare avanti la nostra attività nel miglior modo possibile, cosa che oggi non possiamo fare, e di mantenere, se non addirittura aumentare le squadre messe in campo nella stagione 2019/20. La nostra Federazione (F.I.G.C.) parla di una grossa percentuale di società in difficoltà e che non si ripresenteranno ai nastri di partenza della prossima stagione, ma io credo che ci sarà un grosso ridimensionamento, diminuiranno in maniera considerevole i rimborsi a giocatori ed allenatori (cosa che a noi non riguarda) e che le “vittime” di questa pandemia non saranno poi molte perché su tutto prevarrà la passione e la voglia di normalità.

Beh, mi fido della tua parola, e condivido il tuo ottimismo, perchè certo non siete stati con le mani in mano, considerando alcuni colpi che avete già messo a segno e che si profilano prevedo una grande stagione anche in A2, spero con tutto il cuore che presto potremo assistere alle partite e di essere li a tifarvi,  ci aspetteranno momenti meravigliosi, non facili certo, ma non per questo meno belli. Campionato nazionale, partite la domenica, questi sono sogni che si realizzano!
Ultima domanda; quando tutto sarà ripartito (perchè ripartirà) cosa prevedi per il futuro del futsal femminile? riuscirà ad uscire dalla sua nicchia per diventare uno sport più nazional popolare o secondo te sarà sempre un divertimento scelto per pochi intenditori?

Io penso che il futsal abbia molti margini di crescita specialmente nel femminile, per far uscire questa disciplina dalla sua nicchia bisogna, come si è fatto negli ultimi anni nel maschile, incrementare il settore giovanile, infatti come tutte le cose perché riescano bene devono avere fondamenta solide. Questo sport, a torto, è considerato il parente povero del calcio a 11, infatti da più parti si sente dire che è giocato da ex calciatori e da ragazzi “scartati” dalle società di calcio ma ti posso dire che per il numero di giocatori, per le dimensioni del campo, per gli schemi, i movimenti e le sostituzioni si avvicina di più al basket. 
Per far diventare questo sport in versione femminile nazional popolare bisogna far capire specialmente ai genitori delle ragazzine che non è uguale al calcio considerato a torto sport per “maschi” ma è come basket e pallavolo e ti posso dire che in tre anni che vado a fare lezione nelle scuole ci sono molte ragazzine interessate al nostro sport e che vorrebbero provare a farlo. Per concludere ti posso dire che per sviluppare il nostro sport purtroppo siamo molto penalizzati dalle istituzioni visto che non ci sono strutture idonee libere in orari decenti perché questo è uno sport che si pratica al chiuso nei palazzetti e nelle palestre che sono monopolizzati da basket, pallavolo, ginnastica ecc. e la troppa burocrazia impedisce la costruzione di nuovi impianti, comunque io sono convinto che presto ci faremo conoscere ed apprezzare da tutti.   

Beh, direi che questo tuo competentissimo e definitivo intervento spazza via ogni pregiudizio sul futsal, che non è affatto l'ultimo rifugio di calciatori e calciatrici "falliti" ma è invece un ottimo modo di iniziare o continuare una carriera o di provare una nuova sfida professionale, e c'è poi chi vi si consacra per tutta una vita, tutta una carriera nel calcio a 5, provate a considerare questi dei giocatori mancati, e poi rifletteteci, e spero che capirete poi il vostro grande errore; il futsal è uno sport nobile, non un parente povero del calcio.
Sai, voglio chiudere con le origini di questo progetto, quando quasi tre mesi fa ho chiesto a Giulia Liguori se le andasse di comparire nelle mie neonate interviste per spiegarmi appunto cos'era questo futsal, e grazie a partite che già avevo visto e apprezzato e alle sue puntuali spiegazioni ho cominciato a capirlo nella sua verità, e con questo progetto San Giovanni e tutte le sue storie, da quelle delle ragazze alle analisi attentissime del Mister Scarpellini fino a questo tuo vero e proprio saggio sul mondo del calcio a 5, ora tutte e tutti potranno intendersene.
Considero questa prima parte del progetto (perchè una nuova stagione ci attende, e spero, col permesso tuo e di Noemi, di raccontarne tutte le emozioni fin dall'inizio)  come una vera e propria guida del futsal femminile che prima semplicemente mancava, uno spaccato totale di un mondo affascinante attraverso le voci di chi lo mette in scena, e nessuno poteva mai chiudere questo primo cerchio meglio di te Mirco, che hai una storia lunghissima e inimitabile, sei una di quelle persone che ogni appassionato sogna di incontrare, sei il passato, il presente e il futuro del calcio a 5, e chissà quante storie meravigliose grazie a te conosceremo.
Ringrazio ancora una volta Noemi Cavuti per avermi sempre supportato e condiviso ogni mia intervista, ringrazio il Mister e tutte le ragazze, e vi do appuntamento a prestissimo, perchè fino a che esisterà "Il viola e il rosa" il San Giovanni calcio a 5 sarà sempre l'ospite più gradito.


E qui finisce la prima parte della storia del San Giovanni calcio a 5 femminilee. A chi già la conosceva spero sia stato piacevole riviverla, chi invece l'ha letta per la prima volta spero si sia emozionato e divertito. Ma di storie ne racconteremo molte altre da ora in poi, sia nel femminile che nel maschile, quindi preparatevi a una stagione di grandi emozioni!

1 commento:

BILANCI STAGIONALI CON....IL NOSTRO PRESIDENTE MIRCO BOSSINI!!

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