sabato 3 ottobre 2020

NUOVI ACQUISTI; SABRINA TANZINI

 Care lettrici e cari lettori,

Dovete sapere che le ragazze del Sangio, che mi supportano (e sopportano...) tanto, ormai lo sanno che mi diverto a cercare dei soprannomi calcistici per loro, in base alle caratteristiche del loro gioco; non conoscevo Sabrina Tanzini, uno dei nostri nuovi acquisti estivi, ma come l'ho vista giocare sono rimasto travolto dal suo incredibile senso della posizione, sembra prevedere sempre dove le avversarie manderanno il pallone, e tra me mi sono detto "Ma chi è, Nostradamus?" e da qui non posso fare a meno di chiamarla Nostradamus Tanzini.

Sabrina Tanzini ce l'abbiamo noi!

Sabrina è per noi un innesto di grandissimo spessore, unica insieme a Serena Carrabs ad aver già affrontato la serie A2, un difensore centrale che garantirà sicurezza ed esperienza, e che siamo felicissimi di avere con noi.

Adesso vi lascio alle sue storie, che sono tante e sono belle, Sabrina si è raccontata con quella generosità che la contraddistingue anche in campo, e terminata la lettura non potrete fare a meno di essere anche voi suoi tifosi.


Ciao Sabrina, grazie ancora di aver accettato questa intervista! vuoi innanzitutto presentarti ai lettori?

 

Ciao a tutti! Intanto ti ringrazio Omar per questa intervista, ma soprattutto per il tempo che dedichi al movimento femminile. Mi chiamo Sabrina Tanzini, sono nata a Bagno a Ripoli nel 1992, lavoro e abito a Terranuova Bracciolini e posso dire che ho sempre giocato a calcio fin da bambina, è una passione da sempre. 


Si può dire che il calcio a 5 è la tua vita, lo sport che ami e pratichi da sempre; cosa puoi raccontarci dei tuoi inizi? 

Si può dire che sono cresciuta con il pallone accanto, è stato sempre il mio giocattolo preferito fin da piccola. Inizialmente giocavo in casa, non ho mai fatto scuola calcio. Abitavo a Firenze e per fortuna la casa era abbastanza grande per poter fare due palleggi, due corridoi di corsa o per giocare a muretto, con mia sorella che nel frattempo studiava (e che sicuramente non gradiva il mio “allenamento”), con mia mamma che doveva fare le faccende di casa dopo essere rientrata da lavoro e con mia nonna che guardava la tv. Mi ricordo le tante volte dove sono stata rimproverata perché non era proprio il posto giusto dove giocare, ma era più forte di me, con una pallina di gomma, di carta, di scotch…ogni volta ne inventavo una per poter giocare. Quando rientrava babbo invece ci mettevamo a giocare uno contro uno, ognuno aveva la sua porta, chi quella d’ingresso chi quella della terrazza del salotto (e questa “partitella” è andata avanti per diversi anni). Per me era uno dei momenti più belli della giornata. Alle elementari giocavo con i maschi nel giardino della scuola e la sera raccontavo della partita anziché di quello che avevamo fatto in classe. Non riuscivo proprio a fare a meno di quel pallone. All’età di 16 anni mia cugina mi presentò una squadra di ragazze di Castelnuovo dei Sabbioni, Le scosse, che affrontava il campionato amatoriale ANSPI VALDARNO e da lì non ho mai smesso di giocare. 


Con le Scosse.

Che ricordi fantastici, grazie per averceli confidati, sono molto intimi ma in qualche modo universali, mi hanno fatto piacere e anche n po' commosso, perché ne ho di simili (come anche tanti lettori, credo) e credo che siano quelle cose che rimarranno indelebili per una vita.

Dopo questo esordio nel campionato ANSPI, poi per te arriva l'unica esperienza nel calcio a 11, all'Arezzo, ma dura lo spazio di una stagione, e poi decidi di ritornare all'antico amore. Come hai capito definitivamente che il futsal è il tuo sport? cosa ti mancava nel calcio a 11 che invece trovi sul parquet?


All'Arezzo.


Decisi di provare l’esperienza del calcio a 11 perché in quel momento volevo provare un campionato maggiore, visto che era un campionato FIGC, ma purtroppo mi resi conto che io e il calcio a 11 non andavamo molto d’accordo. Non c’era una motivazione particolare, forse troppi “tempi morti” che nel calcio a 5 non c’erano, forse semplicemente uno sport che ignorantemente mi aspettavo più “simile”, ma che in realtà era proprio tutt’altra cosa…nel calcio a 5 ci sono più movimenti, più schemi…mi piace molto vedere i video dove impostano le azioni o battono calci piazzati…a forza di guardarli mi ci sono appassionata e da lì non sono più tornata a giocare a calcio a 11.   


Questo a conferma di quanto siano due sport diversi, e se ti sei accorta che il calcio a 5 era la tua strada hai fatto bene a seguire il cuore, purtroppo il futsal viene visto ancora da troppe persone come un calcio in minore, ma basta appassionarvisi per capire che è pura arte cinetica, e che ci vogliono persone "specializzate" e che lo interpretino alla grande come fai tu. 

Dopo l'esperienza aretina torni nelle Scosse fino a che a Terranuova fu creata una squadra FIGC alla quale decidi di aggregarti; come è stato passare a un ambiente più organizzato? hai avvertito molto il salto di qualità?

Dopo l’esperienza nel calcio a 11 sono tornata a giocare nelle Scosse per 2 anni. Ringrazio le ragazze e i dirigenti per avermi dato la possibilità di provare un’esperienza nuova e per avermi riaccolto senza problemi. Dopo due anni però capita l’occasione di giocare un campionato FIGC di calcio a 5 a Terranuova. Una squadra tutta nuova per me, tutte alla prima esperienza in FIGC se non ricordo male, un palazzetto spettacolare…parquet. Decisi di provare. Sicuramente il salto di qualità era grosso, le ragazze che affrontavamo erano tutte più preparate di noi ed infatti abbiamo chiuso l’annata ultime con una sola vittoria. Fortunatamente quell’anno, giocando da pivot, ho vinto la classifica cannonieri e così ho ricevuto la prima convocazione in rappresentativa. 


Foto di gruppo al Terranuova.


Hai vinto il titolo di capocannoniere pur arrivando ultima? è un'impresa eccezionale, ci credo che la rappresentativa ti abbia chiamata!

Al Toscana Futsal Awards, premiazione dei cannonieri.


Tra l'altro adesso capisco anche la tua grande propensione offensiva, il primo goal targato San Giovanni al Memorial contro il Prato è stato tuo, un gran tiro da lontano teso e chirurgico, da bomber di razza! Ma come sei diventata centrale, e come hai iniziato a sentire tuo questo ruolo?

Oggi il mio ruolo è il centrale, ma, come ho detto prima, ho iniziato a giocare pivot. Poi al primo anno di rappresentativa toscana i mister Tarchiani e Buraschi hanno deciso di insegnarmi il ruolo del centrale. Inizialmente ero un po’ perplessa, visto che era solo un anno che giocavo un campionato FIGC e perlopiù in un ruolo differente, ma qualcuno doveva adattarsi, visto che quell’anno avevamo solo una persona che giocava in quel ruolo. Così iniziarono a spiegarmi i primi movimenti. Ho avuto la fortuna di avere miss Tarchiani anche gli anni successivi al Firenze e così ha continuato ad insegnarmi quello che purtroppo, per motivi di tempo, non era stato possibile imparare duranti gli allenamenti di preparazione al torneo delle regioni. Col passare del tempo ho capito che forse quello era proprio il ruolo più adatto a me…ci avevano visto bene!!!  


Oltre a una tua grande maturazione futsalistica, all'epoca di Terranuova, inizi anche a essere convocata in rappresentativa; cosa ci puoi raccontare di questa esperienza, e quanto ti ha formata?

Terranuova mi ha dato l’opportunità di essere convocata per il primo anno in rappresentativa e questo per la mia crescita è stato molto importante. Le selezioni della rappresentativa si svolgevano perlopiù la domenica e dopo gli allenamenti e la partita in settimana, passare anche la domenica fuori non era semplice; visto anche che il viaggio per raggiungere i campi per me era molto lungo abitando in Valdarno. Tanti sacrifici che però sono stati ricambiati. Ho giocato quattro rappresentative consecutive, il primo anno abbiamo passato il girone alla fine di una partita combattutissima e la gioia alla fine di quella partita fu incredibile, poi siamo usciti contro una Puglia molto più organizzata di noi. Il secondo anno sicuramente potevamo fare meglio ma non siamo riusciti a passare il girone. Il terzo anno siamo arrivati in finale ma purtroppo l’abbiamo persa in malo modo; forse questo è il rammarico più grande, non essere riuscita a vincere una rappresentativa. Ho concluso la mia esperienza l’ultimo anno indossando la fascia da capitano, ma non riuscendo a vincere neanche una partita. Di ogni anno mi porto dentro i ricordi belli e brutti, le sconfitte e le vittorie. Consiglio la rappresentativa ad ogni ragazza che abbia voglia di crescere, perché io penso di essere cresciuta molto con questa esperienza. Approfitto per ringraziare, oltre ai vari allenatori che ho avuto, Luca Marinari, un ragazzo che non mi ha fatto mai mancare niente e che mi ha fatto vivere quei giorni da “professionista”, dove mi dovevo preoccupare solo di giocare (mica male!). Dispiace non aver vinto niente per lui perché il lavoro che svolge dietro le quinte sarebbe stato giusto ripagarlo con una vittoria.  





Foto dall'avventura in rappresentativa, nelle prime due si può vedere Lina Abate, storica portiere del Firenze, che colgo l'occasione per salutare.


Ti ringrazio di ricordare, come dico sempre a chi lo fa, le cosiddette maestranze, le persone dietro le quinte che però svolgono un lavoro importantissimo, ogni nome che compare sul blog è prezioso.

Nel 2015 arriva per te la chiamata più importante fino a quel momento; ti cerca il Firenze calcio a 5, e inizia un'avventura durata fino alla scorsa stagione, ossia fino quando ci hai fatto l'onore di vestire la nostra maglia. Con il Firenze vinci un campionato di serie C proprio come la scorsa stagione da neopromosse, per poi affrontare onorevolmente la serie A2, uno dei pochi elementi nella nostra rosa ad averla affrontata, la tua esperienza sarà fondamentale per noi. Hai dei momenti speciali con la maglia del Firenze che vuoi ricordare e condividere? 

Al Firenze.


Si, nel luglio 2015 alla premiazione dei Toscana Futsal Awards alcuni dirigenti di quella che sarebbe diventata la nuova squadra femminile del Firenze calcio a 5, mi chiesero se potevano presentarmi il loro progetto. Una squadra che, dopo tanti anni, era riuscita ad arrivare a giocare un campionato di FIGC, con l’intento di crescere ancora, partendo da un gruppo di giocatrici solido che giocava insieme da anni. Di loro conoscevo solo Claudia Tarchiani, già avuta come allenatrice in rappresentativa, ma anche il resto dello staff mi fece subito una buona impressione, visto il loro modo trasparente nel presentarmi il progetto, con i suoi pro e contro. Durante l’estate pensai molto a quale risposta dare, perché per me sarebbe stato un grosso impegno partire dal Valdarno per andare a giocare a Firenze, ma le continue telefonate di Claudia e di Sara Durante, anche lei mia compagna in rappresentativa e giocatrice del nuovo Firenze, mi convinsero ad intraprendere questa nuova avventura. 

Sabrina nella sua unica partita da capitano del Firenze.


In 5 anni ci sono davvero tanti, troppi momenti da ricordare e che porterò sempre con me, sia quelli belli che quelli brutti, perché alla fine tutti sono serviti per farmi crescere. Un giorno indimenticabile su tutti naturalmente rimarrà quello del 20 aprile 2018, il giorno della vittoria del campionato regionale, una vittoria all’ultimo secondo dei tempi supplementari. Finalmente saliamo in A2!

Vittoria del campionato regionale.


Dopo questo direi la vittoria della coppa toscana, a dicembre 2017, il mio primo traguardo importante.

Vittoria della coppa Toscana.


Poi ci sono le tante esultanze insieme alle compagne, alcune le ricorderò particolarmente. Impossibile dimenticare la vittoria contro il Pelletterie al Marco Polo, che ci ha permesso di riaprire la corsa play-off; le due partite di coppa del regionale contro l’Eta Beta di Fano, l’andata in casa con un palazzetto strapieno e vittoria all’ultimo minuto, il ritorno in mezzo alla neve, perso ai calci di rigore. 

Vittoria contro l'Eta Beta Fano

Successiva trasferta tra le nevi.


Sicuramente il rammarico di non essere arrivati a giocarsi le finali rimarrà sempre, ma anche quel palazzetto pieno di gente che quando cantava metteva i brividi, chi se lo scorda! Nel nazionale ricordo il primo goal che ho segnato alla prima partita di coppa contro il Sassoleone e quello segnato nel nostro palazzetto contro il Perugia alla prima partita del campionato. Ultimamente un goal molto significativo, perché arrivato in un momento particolare della stagione, fu quello del 2-3 contro il Dorica Torrette. 

Trasferta contro la Dorica Torrette.


Tanti ricordi che porterò sempre con me e per questo non posso far altro che ringraziare coloro che mi hanno dato l’opportunità di vivere questa esperienza, coloro che l’hanno vissuta con me e soprattutto coloro che mi sono sempre stati accanto. 

  

Che intervento strepitoso, siamo stati li con te, sei una narratrice molto coinvolgente, davvero.

Una domanda che ho posto anche a Serena Carrabs; quanto è difficile il salto dalla serie C alla A2? quali sono le principali differenze alla quale la squadra dovrà abituarsi il più presto possibile?

Sicuramente il salto dal regionale al nazionale è tanto, in quanto ci sono giocatrici più preparate sia fisicamente che tecnicamente. Si incontrano giocatrici nuove, quando invece in un regionale solitamente le persone sono perlopiù le stesse e conosci più o meno i loro punti forti/deboli. Penso che la prima differenza sostanziale sia la gestione del tempo effettivo, ricordo che al primo anno di A2 ci abbiamo messo un po’ di giornate per abituarci, nonostante le tante amichevoli pre campionato. Le partite sembrano non finire mai. 

Infatti intimorisce un po' tutte e tutti noi, e infatti ringrazio Daniele che lavora molto col tempo effettivo nelle partite di allenamento, è giusto abituarsi a una dimensione tutta nuova.

Infine arriva il presente, e la tua scelta di giocare nel San Giovanni. Perché hai scelto i nostri colori, cosa ti ha convinta del nostro progetto?

Sono anni che Daniele mi chiede di venire a giocare a San Giovanni e io tutti gli anni rimandavo perché comunque ero a metà di un percorso che volevo portare in fondo con le persone che mi avevano accolto 5 anni fa. Ma quest’anno, con la vostra vittoria del campionato e con i tanti cambiamenti a Firenze, era il momento giusto per ricambiare la sua fiducia e la sua pazienza nell’aspettarmi. Non nascondo il fatto che giocare vicino casa dopo così tanti anni lontano, ha giocato molto a favore (farsi quasi un’ora di viaggio dopo una giornata di lavoro non è proprio una passeggiata) e, seguendo le loro partite di quest’anno, mi sono piaciute molto. Un insieme di fattori che mi hanno portato ad accettare la proposta di Daniele. 


Presente azzurro Sangio.


Per nostra grande fortuna, lasciami aggiungere.

Ultima domanda; non potrai purtroppo avere il nostro pubblico a incitarti, almeno per adesso, quanto ti mancherà la gente sugli spalti? e cosa vuoi dire ai tuoi nuovi tifosi?

Purtroppo la mancanza del pubblico influirà molto, sia per un fattore estetico, perché vedere i palazzetti vuoti non sarà bellissimo, sia per un fattore emotivo, perché fa sempre piacere avere qualcuno sugli spalti che ti incita nei momenti di difficoltà. Personalmente sentirò molto la mancanza della mia famiglia che mi ha seguito tutti gli anni, anche in trasferta, quando le temperature erano più adatte per stare sul divano sotto una coperta o quando c’erano ore di viaggio da fare, e per questo posso solo ringraziarli, è bello averli accanto. Ai nuovi tifosi che dire? Spero trovino presto una soluzione per riaprire i palazzetti in sicurezza, così da poterli avere a fianco a noi ogni domenica, nel caso, vi aspettiamo! 

 Te lo devo proprio dire, da dirigente mi sento un privilegiato a potervi vedere dal vivo, e infatti stiamo studiando il modo per proporre dirette Facebook almeno delle partita in casa, non vogliamo lasciare il nostro pubblico senza di voi. E se ti capitasse di sentire, negli spalti vuoti, un pirla che urla "Nostradamuuuus!!!" non ti spaventare, sono io che esterno la mia vivissima ammirazione per te. Grazie per essere qui con noi, per aiutarci a crescere divertendoci e spero anche divertendoti, per una stagione tutta da vivere e da soffrire, ma con una Sabrina Tanzini al nostro fianco è più lecito fare bei sogni.


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